FASE DUE COME IN GERMANIA
08/02/2007
In dirittura d’arrivo la fase due degli incentivi alla produzione
di energia fotovoltaica. Come più volte richiesto, l’erogazione
degli incentivi si avvicinerà sempre più a quella tedesca, ossia
con procedure semplificate, quasi automatiche, ed incentivi
maggiori.
L’ultimo nodo da sciogliere, e per cui il Governo è già al lavoro da tempo, riguarda le procedure, le modalità e le tempistiche che dovranno essere rispettate, dopodichè basterà dare comunicazione al Gestore dei Servizi Elettrici (GSE) e si potrà accedere agli incentivi più velocemente e con un ritorno maggiore.
Secondo le prime analisi, il nuovo sistema di incentivazione messo a punto dal Governo consentirà un ritorno dell’investimento, anche per gli impianti di piccola taglia istallati negli edifici, intorno ai 8-10 anni, contro i 15 anni dell’attuale sistema. Questo consentirà, dunque, anche ai piccoli privati di prevedere l’istallazione per piccole esigenze ma con ritorni paragonabili ad impianti di grossa taglia.
Con un decreto di sedici articoli e quattro allegati, messo a punto dal Ministero dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente, si prepara una vera e propria fase due, che vedrà incentivi alti per impianti di piccole dimensioni e impianti integrati secondo precise norme di compatibilità architettonica. Da questa nuova fase ne usciranno privilegiati impianti domestici di potenza compresa tra 1 e 3 kWp (chilowatt di picco) la cui remunerazione prevista sarà di 0,40 €/kWh per impianti non integrati, 0,44 per impianti parzialmente integrati e 0,49 per impianti architettonicamente integrati con l’edificio.
Oltre alla tariffa incentivante, il nuovo decreto prevede anche dei premi aggiuntivi se vengono realizzate particolari condizioni che consentono una maggiore efficienza e un maggior risparmio energetico.
Il Governo sceglie dunque il modello tedesco (il primo in Europa) per migliorare le condizioni di accesso agli incentivi e aumentare la sensibilità dell’utenza verso un meccanismo che negli ultimi tempi, vuoi per le modifiche ambientali che stanno sconvolgendo i nostri territori, vuoi per l’eccessiva dipendenza dell’Europa verso l’energia russa, è divenuta un obbligo morale oltre che civile. Ai posteri l’ardua sentenza di verificare che il nostro operato.
© Riproduzione riservata
L’ultimo nodo da sciogliere, e per cui il Governo è già al lavoro da tempo, riguarda le procedure, le modalità e le tempistiche che dovranno essere rispettate, dopodichè basterà dare comunicazione al Gestore dei Servizi Elettrici (GSE) e si potrà accedere agli incentivi più velocemente e con un ritorno maggiore.
Secondo le prime analisi, il nuovo sistema di incentivazione messo a punto dal Governo consentirà un ritorno dell’investimento, anche per gli impianti di piccola taglia istallati negli edifici, intorno ai 8-10 anni, contro i 15 anni dell’attuale sistema. Questo consentirà, dunque, anche ai piccoli privati di prevedere l’istallazione per piccole esigenze ma con ritorni paragonabili ad impianti di grossa taglia.
Con un decreto di sedici articoli e quattro allegati, messo a punto dal Ministero dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente, si prepara una vera e propria fase due, che vedrà incentivi alti per impianti di piccole dimensioni e impianti integrati secondo precise norme di compatibilità architettonica. Da questa nuova fase ne usciranno privilegiati impianti domestici di potenza compresa tra 1 e 3 kWp (chilowatt di picco) la cui remunerazione prevista sarà di 0,40 €/kWh per impianti non integrati, 0,44 per impianti parzialmente integrati e 0,49 per impianti architettonicamente integrati con l’edificio.
Oltre alla tariffa incentivante, il nuovo decreto prevede anche dei premi aggiuntivi se vengono realizzate particolari condizioni che consentono una maggiore efficienza e un maggior risparmio energetico.
Il Governo sceglie dunque il modello tedesco (il primo in Europa) per migliorare le condizioni di accesso agli incentivi e aumentare la sensibilità dell’utenza verso un meccanismo che negli ultimi tempi, vuoi per le modifiche ambientali che stanno sconvolgendo i nostri territori, vuoi per l’eccessiva dipendenza dell’Europa verso l’energia russa, è divenuta un obbligo morale oltre che civile. Ai posteri l’ardua sentenza di verificare che il nostro operato.
A cura di Gianluca
Oreto
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