Fotovoltaico e Tariffe incentivanti: con il DL n. 91/2014 nessun diritto acquisito
01/07/2014
Quando si parla di diritti acquisiti bisogna fare sempre
attenzione intanto a capire cosa sono. Facendo una semplicissima
ricerca su Google il primo risultato è una pagina di Wikipedia
(nota enciclopedia online libera) che li definisce come una
"categoria di diritti che, una volta entrati nella sfera
giuridica di un soggetto, sono immutabili", rilevando anche
che "tale condizione permane anche di fronte ad eventuali
cambiamenti dell'ordinamento".
Sentiamo parlare molto spesso di diritti acquisiti, soprattutto, quando ciclicamente in Parlamento di dibatte sulla possibilità di eliminare retroattivamente un vitalizio o magari rivedere un sistema "monstre" che genera soggetti (tutti nel settore della politica chiaramente) che arrivano a ricevere anche 3 pensioni contemporaneamente. In questi casi si parla di diritti acquisiti sacrosanti e che non possono essere rivisitati alla luce della crisi economica e della spending review.
Ci sono poi diritti acquisiti che, probabilmente, nel gergo politichese sono un po' meno acquisiti degli altri. Sto parlando del Conto Energia, ovvero del sistema di incentivazione per la produzione di energia da impianti fotovoltaici, introdotto in Italia con la Direttiva comunitaria per le fonti rinnovabili (Direttiva 2001/77/CE), recepita con l'approvazione del Decreto legislativo 387 del 2003. Il meccanismo era concepito per incentivare gli investimento sul fotovoltaico (tecnologia allora poco conosciuta in Italia) offrendo un "premio" per l'energia prodotta dagli impianti fotovoltaici per un periodo di 20 anni, e diventando operativo con l'entrata in vigore dei Decreti attuativi del 28 luglio 2005 e del 6 febbraio 2006 (I Conto Energia) che hanno introdotto il sistema di finanziamento in conto esercizio della produzione elettrica, sostituendo i precedenti contributi statali a fondo perduto destinati alla messa in servizio dell'impianto.
Dal 2003 ad oggi si sono susseguiti 5 sistemi di incentivazione che, a parte qualche forma procedurale, di diverso avevano sostanzialmente le tariffe: molto più corpose nella fase iniziale con i primi sistemi premianti. In comune però avevano una cosa: la certezza per un investitore di poter elaborare un business plan certo con inseriti i premi, la resa dell'impianto, i costi e quindi l'utile alla fine dei 20 anni.
Il sistema, pur con le sue incertezze (ricordiamo quelle sul passaggio progressivo dal III al V Conto Energia: si è passati dal III Conto Energia, DM 6 agosto 2010 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 25 agosto 2010, al IV, DM 5 maggio 2011 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 12 maggio 2011, e infine al V, DM 5 luglio 2012 pubblicato sul supplemento ordinario n. 143 alla Gazzetta ufficiale n. 159), ha generato non solo un mercato nuovo che ha portato nuovi posti di lavoro, ma anche un interesse degli investitori stranieri che hanno dato fiducia al nostro Paese.
Come al solito, però, in Italia non bisogna mai dare nulla per scontato. Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale n. 144 del 24 giugno 2014 del Decreto-Legge 24 giugno 2014, n. 91 recante "Disposizioni urgenti per il settore agricolo, la tutela ambientale e l'efficientamento energetico dell'edilizia scolastica e universitaria, il rilancio e lo sviluppo delle imprese, il contenimento dei costi gravanti sulle tariffe elettriche, nonché per la definizione immediata di adempimenti derivanti dalla normativa europea" è stata data una mazzata al mercato del Fotovoltaico con alcune pesanti rivisitazioni del sistema incentivante.
Dall'1 gennaio 2015, infatti, la tariffa incentivante per l'energia prodotta dagli impianti di potenza nominale superiore a 200 kW è rimodulata secondo la percentuale di riduzione indicata nella tabella seguente ed è erogata per un periodo di 24 anni, decorrente dall'entrata in esercizio degli impianti.
Non volendo discutere sui perché e sulla reale incisione della diminuzione prevista dal DL, ciò che occorre verificare sono le ripercussioni che l'ennesimo ripensamento del sistema politico italiano avrà sulle capacità del nostro Paese di attrarre capitali esteri. Si è, infatti, parlato tanto di rendere più attrattivo il Paese nei confronti degli investitori esteri, su questo il Governo Letta aveva addirittura fatto un decreto Legge chiamato destinazione Italia che aveva addirittura previsto l'istituzione presso l'Agenzia delle Entrate di un punto di assistenza dedicato agli investitori esteri che possa agevolarli negli investimenti in Italia. Purtroppo, però, come sempre in Italia la politica delle belle parole e dei buoni propositi non viene seguita da fatti reali, con la conseguenza che provvedimenti normativi come il D.L. n. 91/2014 non solo creeranno problemi a chi ha investito tempo e denaro sulla tecnologia fotovoltaica, ma offriranno al mondo intero un nuovo motivo per non venire ad investire in Italia, Paese di santi, poeti, navigatori e...voltagabbana cronici!!!
Ci sono dunque diritti acquisiti sacrosanti, soprattutto quando si parla di chi ne ha più degli altri, e diritti acquisiti meno acquisiti.
© Riproduzione riservata
Sentiamo parlare molto spesso di diritti acquisiti, soprattutto, quando ciclicamente in Parlamento di dibatte sulla possibilità di eliminare retroattivamente un vitalizio o magari rivedere un sistema "monstre" che genera soggetti (tutti nel settore della politica chiaramente) che arrivano a ricevere anche 3 pensioni contemporaneamente. In questi casi si parla di diritti acquisiti sacrosanti e che non possono essere rivisitati alla luce della crisi economica e della spending review.
Ci sono poi diritti acquisiti che, probabilmente, nel gergo politichese sono un po' meno acquisiti degli altri. Sto parlando del Conto Energia, ovvero del sistema di incentivazione per la produzione di energia da impianti fotovoltaici, introdotto in Italia con la Direttiva comunitaria per le fonti rinnovabili (Direttiva 2001/77/CE), recepita con l'approvazione del Decreto legislativo 387 del 2003. Il meccanismo era concepito per incentivare gli investimento sul fotovoltaico (tecnologia allora poco conosciuta in Italia) offrendo un "premio" per l'energia prodotta dagli impianti fotovoltaici per un periodo di 20 anni, e diventando operativo con l'entrata in vigore dei Decreti attuativi del 28 luglio 2005 e del 6 febbraio 2006 (I Conto Energia) che hanno introdotto il sistema di finanziamento in conto esercizio della produzione elettrica, sostituendo i precedenti contributi statali a fondo perduto destinati alla messa in servizio dell'impianto.
Dal 2003 ad oggi si sono susseguiti 5 sistemi di incentivazione che, a parte qualche forma procedurale, di diverso avevano sostanzialmente le tariffe: molto più corpose nella fase iniziale con i primi sistemi premianti. In comune però avevano una cosa: la certezza per un investitore di poter elaborare un business plan certo con inseriti i premi, la resa dell'impianto, i costi e quindi l'utile alla fine dei 20 anni.
Il sistema, pur con le sue incertezze (ricordiamo quelle sul passaggio progressivo dal III al V Conto Energia: si è passati dal III Conto Energia, DM 6 agosto 2010 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 25 agosto 2010, al IV, DM 5 maggio 2011 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 12 maggio 2011, e infine al V, DM 5 luglio 2012 pubblicato sul supplemento ordinario n. 143 alla Gazzetta ufficiale n. 159), ha generato non solo un mercato nuovo che ha portato nuovi posti di lavoro, ma anche un interesse degli investitori stranieri che hanno dato fiducia al nostro Paese.
Come al solito, però, in Italia non bisogna mai dare nulla per scontato. Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale n. 144 del 24 giugno 2014 del Decreto-Legge 24 giugno 2014, n. 91 recante "Disposizioni urgenti per il settore agricolo, la tutela ambientale e l'efficientamento energetico dell'edilizia scolastica e universitaria, il rilancio e lo sviluppo delle imprese, il contenimento dei costi gravanti sulle tariffe elettriche, nonché per la definizione immediata di adempimenti derivanti dalla normativa europea" è stata data una mazzata al mercato del Fotovoltaico con alcune pesanti rivisitazioni del sistema incentivante.
Dall'1 gennaio 2015, infatti, la tariffa incentivante per l'energia prodotta dagli impianti di potenza nominale superiore a 200 kW è rimodulata secondo la percentuale di riduzione indicata nella tabella seguente ed è erogata per un periodo di 24 anni, decorrente dall'entrata in esercizio degli impianti.
Non volendo discutere sui perché e sulla reale incisione della diminuzione prevista dal DL, ciò che occorre verificare sono le ripercussioni che l'ennesimo ripensamento del sistema politico italiano avrà sulle capacità del nostro Paese di attrarre capitali esteri. Si è, infatti, parlato tanto di rendere più attrattivo il Paese nei confronti degli investitori esteri, su questo il Governo Letta aveva addirittura fatto un decreto Legge chiamato destinazione Italia che aveva addirittura previsto l'istituzione presso l'Agenzia delle Entrate di un punto di assistenza dedicato agli investitori esteri che possa agevolarli negli investimenti in Italia. Purtroppo, però, come sempre in Italia la politica delle belle parole e dei buoni propositi non viene seguita da fatti reali, con la conseguenza che provvedimenti normativi come il D.L. n. 91/2014 non solo creeranno problemi a chi ha investito tempo e denaro sulla tecnologia fotovoltaica, ma offriranno al mondo intero un nuovo motivo per non venire ad investire in Italia, Paese di santi, poeti, navigatori e...voltagabbana cronici!!!
Ci sono dunque diritti acquisiti sacrosanti, soprattutto quando si parla di chi ne ha più degli altri, e diritti acquisiti meno acquisiti.
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