I Consorzi Stabili nel panorama degli appalti pubblici
di Carlo Prestipino - 12/06/2020
La formula associativa dei Consorzi Stabili, sta assumendo negli ultimi anni rilevanza a carattere nazionale. Prova ne è la crescente presenza dei Consorzi stabili nelle gare di appalto pubbliche, dove sempre più le compagini partecipative sono rappresentate da consorzi stabili anche in associazione tra essi e sempre meno da singole imprese e/o Ati (associazione temporanea di imprese in forma singola).
Consorzi Stabili e appalti pubblici: perché
La spiegazione sta nel fatto che la formula associativa dei Consorzi permette di poter ampliare l’orizzonte nella partecipazione alle gare d’appalto, da parte anche delle piccole e medie imprese, perseguita all’interno di una organica struttura d’impresa collaudata e affidabile, senza ricorrere a strumenti più occasionali (A.T.I., rete d’imprese, consorzi ordinari, avvalimento ect).
Questo fa sì che ogni operatore economico, disponendo, in ogni tempo di un ampio certificato SOA diversificato per categorie e classifiche ha la possibilità di poter adeguatamente predisporre un piano industriale di crescita a medio e lungo termine.
Consorzi Stabili e appalti pubblici: caratteristiche
La caratteristica principale dei consorzi stabili è, infatti, denotata dal fatto che essi integrano una forma di associazionismo imprenditoriale di tipo “forte”, laddove la collaborazione tra i consorziati non è destinata ad esaurirsi nell'ambito della singola gara, come nel caso dei raggruppamenti temporanei d'imprese, ma duraturo nel tempo, integrato in una comune struttura d’impresa.
L’istituto del consorzio stabile, quale forma di partecipazione alle procedure di affidamento, venne introdotto dall’art. 10, co. 1, lett. c) della legge n. 109/1994, poi riprodotto nell’art. 36 del d.lgs. 163/2006 e oggi nell’art. 45, comma 2, lett. c) del d.lgs. 50/2016.
I Consorzi Stabili nel Codice dei contratti
Il Codice dei contratti pubblici annovera i Consorzi Stabili tra gli “operatori economici” ammessi a partecipare alle procedure di affidamento, definendoli “soggetti” costituiti tra imprenditori individuali, anche artigiani, società commerciali, società di produzione e lavoro.
La nozione di consorzio secondo la vigente normativa è definita dall’art. 45 comma 2 lettera c) secondo cui sono consorzi stabili quelli “costituiti anche in forma di società consortili ai sensi dell'articolo 2615-ter del codice civile, tra imprenditori individuali, anche artigiani, società commerciali, società cooperative di produzione e lavoro. I consorzi stabili sono formati da non meno di tre consorziati che, con decisione assunta dai rispettivi organi deliberativi, abbiano stabilito di operare in modo congiunto nel settore dei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture per un periodo di tempo non inferiore a cinque anni, istituendo a tal fine una comune struttura di impresa”.
Secondo i dettami legislativi il consorzio rappresenta una comune struttura di imprese talché viene consentito a tutte le imprese consorziate l’utilizzo dei requisiti in capo al Consorzio stesso, ancorché posseduti dalle singole imprese consorziate, in base al criterio del cosiddetto “cumulo alla rinfusa”,
Tale previsione legislativa consente di poter partecipare a gare d’appalto per tutte le categorie SOA possedute dal Consorzio pur non possedute in proprio dalla consorziata.
Fanno eccezione gli appalti per lavori ricadenti nella categoria OG2 dove i requisiti di partecipazione alle gare (ex art 146 del dlgs 50/16) devono essere posseduti dalla consorziata indicata in sede di gara.
Consorzi Stabili e appalti pubblici: come
I Consorzi stabili eseguono le prestazioni o con la propria struttura o tramite i consorziati indicati in sede di gara senza che ciò costituisca subappalto, riservando inoltre la possibilità di contemporanea autonoma partecipazione alle gare da parte delle altre consorziate con la sola clausola che le stesse non siano designate dal Consorzio partecipante.
Appare, de plano, la peculiarità che sono insite nei Consorzi stabili che realizzano la concreta opportunità per ogni singola Impresa, ancorché micro, piccola o media, che opera nel settore del comparto delle Costruzioni, di crescere ed implementare, in tempi ragionevolmente rapidi, la propria SOA grazie alle potenzialità del Consorzio medesimo.
Diversamente dalle altre strutture associative quali ATI, reti d’impresa ect. e finanche l’avvalimento, con i Consorzi stabili le PMI trovano un efficace strumento consolidato e strutturalmente organizzato per far fronte alla carenza di commesse riuscendo a potenziare massivamente la competitività sul mercato anche diversificata per nuove tipologie di intervento.
Consorzi Stabili: uno strumento per le PMI
In sintesi si può certamente affermare che i consorzi stabili rappresentano soprattutto per le micro, piccole e medie imprese uno strumento di supporto valido ed efficace, che, senza ridurre minimamente le prerogative della propria impresa individuale, consente loro di avere a disposizione un ulteriore e più potente strumento che offre maggiori opportunità e risorse gestionali altrimenti non ottenibili.
Da qui si sottende l’interesse pubblico che è quello di evitare per quanto possibile la moria dei piccoli operatori economici in tempi di crisi e sostenerli nel percorso di crescita conseguendo lo scopo di ampliare l’orizzonte di partecipazione alle gare d’appalto al maggior numero di competitor.
Sicuramente l’attuale quadro normativo sui consorzi stabili contiene in sé parecchi vulnus ma, come è ovvio, ogni cosa è perfettibile e sicuramente, vista la maggiore attenzione che sta nascendo sui Consorzi il legislatore sarà pronto a porvi rimedio; l’emanazione del nuovo regolamento sui lavori pubblici, infatti, potrà essere la prima occasione utile per approfondire e dirimere le tematiche sui Consorzi.
A cura di Ing. Carlo Prestipino
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