Il Consiglio dei Ministri approva il nuovo Codice degli Appalti: le dichiarazioni del Ministro Delrio
03/03/2016
"Corposa riforma che mira a rendere il sistema dei lavori pubblici, delle concessioni un sistema finalmente all'altezza di un grande paese europeo qual è l'Italia. Il nuovo Codice mette al centro dei principi molto chiari. Il primo è il principio della semplificazione. Il nuovo Codice degli appalti, infatti, sostituisce il vecchio codice e recepisce tre direttive europee".
Comincia in questo modo la Conferenza Stampa del Consiglio dei Ministri n. 107 del 3 marzo 2016 nella quale il Ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio ha presentato il provvedimento che avrà il compito di riformare il settore dei lavori pubblici in Italia, semplificando le procedure e sostituendo un corpo normativo ritenuto da tutti gli operatori del settore inadeguato per stare al passo con gli altri Paesi civilizzati.
"Il nuovo codice - continua Delrio - sostituisce il vecchio codice che constava di oltre 660 articoli, 1500 commi e che mancava di regolamentazione in alcuni importanti settori come, per esempio, le concessioni. Dai 660 articoli e dal regolamento di attuazione con tutti gli allegati si passa a 217 articoli e, quindi, c'è una scelta di grandissima semplificazione di recepimento delle direttive europee e di riforma del codice in un unico grande testo normativo: grande ma molto snello perché si rifà al principio della cosiddetta soft law, cioè regolazione leggera e, quindi, rimanda a linee guida, a bandi-tipo che, come sapete, poi sono oggetto di proposte da parte dell'ANAC e di approvazione da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti".
Dichiarazioni certamente in linea con la filosofia seguita dal Governo per la redazione della bozza ma che si scontrano con quelle delle principali professioni tecniche che nell'ultimo periodo, dopo un'iniziale immotivato gradimento, hanno cominciato a comprendere le criticità a cui si andrà incontro con il nuovo Codice degli Appalti.
"E' un codice autoapplicativo - afferma Delrio - molto semplice che mira a mettere al centro che cosa la qualità. La qualità è la parola chiave; la qualità degli operatori economici, quindi, operatori economici qualificati, imprese vere e non imprese finte, imprese piene di ingegneri e progettisti e povere di avvocati. Esattamente i contrario di quello che avviene oggi. La qualità delle stazioni appaltanti cioè gli enti pubblici che cercano di fare badi di gara di qualità e proporzionati alle loro capacità; quindi si devono qualificare, devono diventare capaci di giudicare le offerte, di fare buoni bandi di gara; la qualità dei progetti. Come sapete in Italia, troppo spesso sono stati messi a gara dei progetti preliminari cioè senza le indagini geologiche, archeologiche preventive e sismiche e così via e questo ha comportato che un mese dopo l'aggiudicazione di un appalto cominciano le varianti; comincia a richiedere il 30% in più il 40% in più e, quindi, il progetto, d'ora in poi, è centrale bisogna mettere a gara, appunto, un progetto già assestato, già fatto in maniera consistente con tutte le indagini preliminari eseguite. Questo vuol dire che avremo più certezza nel fatto che le opere si faranno nei tempi nei tempi gusti e con i costi giusti esattamente come vorremmo fare spingendo molto sugli investimenti anche se quest'anno come già nel 2015 siamo riusciti a fare. Qualità, quindi, degli operatori, qualità delle stazioni appaltanti, qualità del progetto a gara e qualità, anche, delle gare. Basta con le gare al massimo ribasso; sono finite, la scelta è quella dell'offerta economicamente più vantaggiosa e, quindi, una scelta che coniuga il prezzo ma, anche, la qualità".
"Questo tema della qualità dell'offerta - afferma il titolare delle Infrastrutture - è molto importante perché, ovviamente, evita l'applicazione dei massimi ribassi i settori delicati come sono i settori dei servizi sociali, dei servizi scolastici eccetera che tanto danno hanno creato in questi anni al nostro paese. Le altre questioni sono questioni che già un pochino conoscete: il rafforzamento del ruolo dell'ANAC; l'ANAC è l'Autorità nazionale anticorruzione è assolutamente centrale in questa riforma. Deve, appunto, emanare le linee guida, deve emanare i bandi-tipo, i contratti-tipo, deve prepararsi per il 18 aprile ad avere il sistema di regolamentazione leggera che abbiamo scelto in maniera molto forte. L'ANAC ha tutta una serie di compiti che, poi, è inutile oggi citare ma che sono molto importanti e la collaborazione dell'ANAC con i Ministeri può consentire, secondo noi, anche un presidio di un'altra delle cause principali per cui i lavori pubblici in Italia non si fanno che è la corruzione che è, appunto, il tema di procedure oscure non pregnamente trasparenti".
"Quindi, semplificazione, trasparenza, lotta alla corruzione e qualità - afferma Delrio - Sono queste le parole chiave che abbiamo messo in campo con questo nuovo codice. Gli altri elementi che mi preme sottolineare sono di diverso tipo: la riduzione della tendenza al contenzioso e, quindi, viene previsto nel codice una capacità di ricorrere a strumenti diversi diciamo dal contenzioso per risolvere le problematiche. Quindi l'accordo bonario, l'arbitrato; sono previste delle promozioni su tutta questa serie di cose che riducono il contenzioso. Come sapete il contenzioso inizia addirittura nei criteri di accreditamento delle imprese alla gara cioè l'impresa contesta che l'altra abbia le caratteristiche per potere partecipare a quella gara. Quindi abbiamo tantissimi contenziosi appunto in fase preliminare. Un'anomalia tutta italiana. C'è questa scelta; c'è la scelta forte di superare la legge obiettivo. Come sapete il Parlamento aveva delegato il Governo a superare la legge obiettivo, ad archiviarla; una legge fallimentare dal punto di vista dei risultati. Basta con le procedure straordinarie e si applica la rivoluzione della normalità".
"Le procedure normali - continua il Ministro - sono quelle che garantiscono più trasparenza, più efficacia e più certezza nei tempi. Quindi si richiama molto ad una buona programmazione, le opere vengono scelte sulla base della loro utilità per le comunità. Non c'etra che siano grandi o piccole; vengono inserite in strumenti di programmazione e gli si da un tempo definito per essere realizzate con finanziamenti certi. Questa è una scelta molto chiara, molto forte e quindi siamo molto contenti di questo".
"Un altro elemento della legge obiettivo che mi preme sottolineare - rileva Delrio - è il tema delle concessioni. Per la prima volta è normato per legge tutto il sistema delle concessioni e per la prima volta si dice esplicitamente che il rischio operativo in caso di concessioni deve essere in carico al privato. Il rischio operativo è in carico al privato che non è obbligato a rientrare degli investimenti e dei servizi che sta rendendo; lo Stato non è obbligato al riequilibrio per forza: il rischio operativo è in capo al privato. Sembra una cosa banale ma vi garantisco che è, invece, che è una grande rivoluzione".
"Bene questi sono più o meno i dati - conclude il Ministro - Tengo molto anche a dire che c'è una forte scelta di digitalizzazione di tutto i sistema dei lavori pubblici del codice degli appalti; digitalizzazione degli atti amministrativi in linea con la riforma PA (la riforma Madia) e c'è una scelta molto forte anche di stimolo ad andare verso modelli innovativi di progettazione come il BIM (Building Information Modelling) cioè progetti fatti con le nuove metodologie innovative che permettono assolutamente di far coincide il progetto con i suo costo e con la sua qualità. L'applicazione di queste metodiche, in altri paesi e, in particolare nei paesi del Nord Europa hanno consentito già un abbattimento dei costi per la realizzazione delle opere dell'ordine del 10-20%. Voi capite bene che se faccio un appalto da 3 miliardi di euro e posso risparmiare 300 milioni di euro non è una cosa da poco. Quindi, siamo in un'ottica, anche, di investimento anche sulla tecnologia, sul futuro e sull'innovazione oltre che sulla trasparenza, la semplificazione e la qualità".
In allegato il testo del nuovo Codice approvato dal Consiglio dei Ministri.
A cura di Redazione LavoriPubblici.it
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