Il POS e le carte di debito per i liberi professionisti
14/07/2014
Mi ero promessa di non parlare più del POS, il cui "onere" è
entrato in vigore lo scorso 30 giugno, mi sembra però utile
mettervi a conoscenza della lettera inviata da
Federarchitetti a tutti i liberi professionisti invitandoli
a non utilizzare il nuovo sistema di pagamento.
Dopo una breve premessa normativa in cui si ricorda che l'obbligo di accettare pagamenti tramite carte di debito è stato previsto dall'art. 15 comma 4 del D.L.n. 179/2012 (convertito con la Legge n. 221/2012 e modificato dall'art. 9, comma 15-bis, D.L. n. 150/2013, convertito dalla Legge n. 15/2014) ed è rivolto non solo agli architetti o agli ingegneri o ad altri professionisti, ma anche a tutti "i soggetti che effettuano l' attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi, anche professionali" (ad esempio ai venditori, anche ambulanti, di biancheria intima, agli idraulici, alle società di SERVIZIO, ai gommisti e ad altri), Federarchitetti ha motivato l'inutilità di questo provvedimento ammettendo:
Conseguentemente, "l'eventuale necessità di utilizzo del Bancomat per il pagamento della quasi totalità delle prestazioni dei liberi professionisti non si presenterebbe mai o solo in rarissime occasioni, in particolare per quanto riguarda gli architetti e gli ingegneri liberi professionisti, la maggior parte dei quali, è bene ricordarlo, emette un limitato numero di fatture, anche per il ridotto volume d'affari, testimoniato anche dal comunicato stampa dell'Inarcassa, diramato in occasione dell'approvazione del bilancio 2013, che afferma che " circa 40.000 ingegneri ed architetti (il 27% degli iscritti attivi) versano in condizioni economiche al di sotto della soglia di povertà".
Considerato, inoltre, che "l'installazione e la gestione del POS per l'accettazione di pagamenti tramite carte di debito comporterebbe quindi per gli architetti e gli ingegneri liberi professionisti inutili costi fissi e di gestione a fronte di un utilizzo nullo" e che "i corrispettivi dovuti per le prestazioni professionali possono comunque essere corrisposti con altri sistemi di pagamento "tracciabili" (bonifici, assegni, ecc.) che nei fatti impediscono l'utilizzo di denaro contante e la temuta evasione fiscale", Federarchitetti ha ribadito la propria assoluta contrarietà a questo provvedimento nella convinzione che il POS, nel caso degli architetti e degli ingegneri liberi professionisti, sia uno strumento del tutto inutile per la prevenzione dell'evasione fiscale.
Per le suddette motivazioni, Federarchitetti ha rivolto l'invito ad Architetti e Ingegneri di concordare preventivamente con il cliente e a sottoscrivere, per ciascun incarico professionale, lettere/contratto nelle quali sia previsto, in forma esplicita, che le fatture emesse in relazione alle prestazioni professionali siano pagate unicamente con mezzi tracciabili, quali assegni, bonifici, ecc., ma con esclusione di carte di debito e/o di credito.
Federarchitetti si è, infine, impegnata a promuovere con adeguate campagne di informazione la lotta all'evasione fiscale sia presso i propri iscritti che presso la loro clientela e a dare la propria disponibilità a condividere questo impegno, ove richiesto, con i competenti organi della pubblica amministrazione.
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Dopo una breve premessa normativa in cui si ricorda che l'obbligo di accettare pagamenti tramite carte di debito è stato previsto dall'art. 15 comma 4 del D.L.n. 179/2012 (convertito con la Legge n. 221/2012 e modificato dall'art. 9, comma 15-bis, D.L. n. 150/2013, convertito dalla Legge n. 15/2014) ed è rivolto non solo agli architetti o agli ingegneri o ad altri professionisti, ma anche a tutti "i soggetti che effettuano l' attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi, anche professionali" (ad esempio ai venditori, anche ambulanti, di biancheria intima, agli idraulici, alle società di SERVIZIO, ai gommisti e ad altri), Federarchitetti ha motivato l'inutilità di questo provvedimento ammettendo:
- che a monte di questo provvedimento vi sia l'errore di fondo di avere riunito in un unico grande gruppo una massa indistinta ed estremamente eterogenea di contribuenti con caratteristiche, esigenze e peculiarità molto diverse tra loro e non sempre accomunabili in un unico provvedimento legislativo di sintesi;
- che se al consumatore può essere utile, anche se non indispensabile, pagare il gommista o l'elettrauto, o il medico specialista per visite private, o alcune agenzie di servizi per visure, certificati, ecc., tramite POS e Bancomat non lo è altrettanto per pagare la parcella di professionisti anche di medio o modesto livello perché il plafond di spesa della quasi totalità delle carte di debito, quasi sempre inferiore all'importo medio delle parcelle dei professionisti, rende praticamente inutile o addirittura impossibile l'utilizzo della carta di debito.
Conseguentemente, "l'eventuale necessità di utilizzo del Bancomat per il pagamento della quasi totalità delle prestazioni dei liberi professionisti non si presenterebbe mai o solo in rarissime occasioni, in particolare per quanto riguarda gli architetti e gli ingegneri liberi professionisti, la maggior parte dei quali, è bene ricordarlo, emette un limitato numero di fatture, anche per il ridotto volume d'affari, testimoniato anche dal comunicato stampa dell'Inarcassa, diramato in occasione dell'approvazione del bilancio 2013, che afferma che " circa 40.000 ingegneri ed architetti (il 27% degli iscritti attivi) versano in condizioni economiche al di sotto della soglia di povertà".
Considerato, inoltre, che "l'installazione e la gestione del POS per l'accettazione di pagamenti tramite carte di debito comporterebbe quindi per gli architetti e gli ingegneri liberi professionisti inutili costi fissi e di gestione a fronte di un utilizzo nullo" e che "i corrispettivi dovuti per le prestazioni professionali possono comunque essere corrisposti con altri sistemi di pagamento "tracciabili" (bonifici, assegni, ecc.) che nei fatti impediscono l'utilizzo di denaro contante e la temuta evasione fiscale", Federarchitetti ha ribadito la propria assoluta contrarietà a questo provvedimento nella convinzione che il POS, nel caso degli architetti e degli ingegneri liberi professionisti, sia uno strumento del tutto inutile per la prevenzione dell'evasione fiscale.
Per le suddette motivazioni, Federarchitetti ha rivolto l'invito ad Architetti e Ingegneri di concordare preventivamente con il cliente e a sottoscrivere, per ciascun incarico professionale, lettere/contratto nelle quali sia previsto, in forma esplicita, che le fatture emesse in relazione alle prestazioni professionali siano pagate unicamente con mezzi tracciabili, quali assegni, bonifici, ecc., ma con esclusione di carte di debito e/o di credito.
Federarchitetti si è, infine, impegnata a promuovere con adeguate campagne di informazione la lotta all'evasione fiscale sia presso i propri iscritti che presso la loro clientela e a dare la propria disponibilità a condividere questo impegno, ove richiesto, con i competenti organi della pubblica amministrazione.
A cura di Ilenia
Cicirello
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