Il Super Geometra e la scomparsa della professione di Architetto
16/12/2014
L'Italia è il Paese dei paradossi, dove piuttosto che scrivere
regole di gioco chiare e definite, si preferisce mischiare
continuamente le carte confondendo le idee dei giocatori e degli
spettatori paganti.
E' il caso delle competenze professionali dell'area tecnica che nell'ultimo decennio ha portato continue controversie giudiziarie che hanno riguardato principalmente le professioni di architetto, ingegnere, perito industriale e geometra. Situazione che è copiosamente peggiorata con l'avvento dei laureati iunior (sez. B) che hanno generato sindromi da isteria acuta da entrambe le parti degli albi professionali.
Entrando nel merito della diatriba tra la figura del geometra e quella dei tecnici laureati, il problema è stato affrontato prima nel 2009 con il famigerato Ddl 1865 presentato dalla senatrice Arch. Simona Vicari recante "Disposizioni in materia di competenze professionali dei geometri, dei geometri laureati, dei periti industriali con specializzazione in edilizia e dei periti industriali laureati nelle classi di laurea L-7, L-17, L-21 e L-23" e poi nel 2012 quando, dopo una sospensione di un triennio, il Ddl Vicari ha ripreso il suo iter di approvazione al Senato.
L'obiettivo dichiarato del Ddl 1865 era quello di porre fine ai contenziosi ricorrenti tra figure professionali che avrebbero dovuto operare in sinergia. Tutti sappiamo, però, com'è andata a finire.
Ma essendo trascorsi ormai altri 2 anni e probabilmente in odore di elezioni, ecco che si riparla nuovamente di competenze professionali ed in particolar modo di quella del Geometra. Ma con una netta differenza rispetto al passato: piuttosto che puntare ad una revisione delle competenze, si è parlato di un progetto di formazione che dovrebbe arrivare alla creazione di una nuova figura professionale, quella del "super geometra".
Potrebbe sembrare uno scherzo, ma non lo è! Il progetto è stato presentato dal Consiglio nazionale geometri e geometri laureati al Ministro della Pubblica istruzione dell'università e della ricerca, Stefania Giannini, in occasione del cinquantesimo anniversario dell'Istituto di istruzione superiore Luigi Einaudi di Alba (Cuneo). Occasione servita per presentare alle istituzioni una proposta di trasformazione del titolo di studio da geometra.
"Si tratta del primo corso professionalizzante post diploma, con un valenza universitaria, rivolto esclusivamente agli studenti del cat, ovvero ai futuri geometri del domani. I principali vantaggi sono: i giovani hanno possibilità di entrare nel mondo a 22 anni già altamente qualificati; la didattica sarà allineata alle direttive dell'Europa in materia; un grande risparmio per le famiglie perché il corso di studi si svolgerà all'interno dello stesso istituto che ha ospitato lo studente fino al diploma, in un ambiente già organizzato con aule, laboratori, docenti, personale Ata".
I punti di forza del progetto che potrebbe essere operativo già dal 2015 sono:
"La professione del geometra - ha spiegato Maurizio Savoncelli, presidente del Consiglio nazionale dei geometri e dei geometri laureati - sta diventando molto più di ciò che ha pur sempre rappresentato. I geometri italiani sono giovani, dinamici, riescono ad interpretare le richieste del mercato in periodo difficile come quello che stiamo vivendo. In Italia i geometri iscritti all'albo sono 95.642, dei quali quasi 9.661 hanno meno di 30 anni, e 33.010 meno di 40. Con la nostra iniziativa, vogliamo dare una risposta anche alla crescente disoccupazione giovanile. La nostra proposta permetterà ai giovani geometri di completare il proprio percorso di studi con una specifica laurea triennale presso il proprio Istituto, a due passi da casa. Un'innovazione inedita in Italia, che rafforzerà la figura professionale del geometra nel quadro della più ampia concorrenza europea, e andrà incontro alle famiglie che non dovranno sostenere maggiori spese per sostenere i propri figli nelle città sedi delle principali università italiane".
La nuova proposta dei Geometri mi ha ricordato un articolo scritto dal mio vecchio amico Beppe Rinaldi, architetto ed ex Consigliere dell'Ordine di Firenze, che in una lettera inviata ai Componenti della Commissione Professione datata 30 luglio 2010, rilevando la nuova attivazione del processo di approvazione del Ddl per l'ampliamento delle competenze dei Geometri e dei Periti Industriali (Ddl 3493), ha parlato della fine della professione dell'architetto e di come stia prendendo forma un progetto che prevede nuove figure diplomate che con l'integrazione di qualche anno di studio o addirittura di qualche centinaio di ore di formazione, possano sostituirsi ad esempio al professionista laureato che progetta e gestisce edifici a 4 piani, piuttosto che nel restauro di un edificio storico o a qualsiasi altra costruzione, grande o piccola, a cui oggi sta lavorando l'Architetto.
Senza nulla togliere alla preparazione dei geometri, ne conosco tanti che farebbero le scarpe a qualsiasi ingegnere pluri-formato, non vi sembra che la creazione di una nuova figura professionale possa contribuire a incrementare il caos che ormai regna sovrano nell'area tecnica e che sta lentamente frammentando il settore?
© Riproduzione riservata
E' il caso delle competenze professionali dell'area tecnica che nell'ultimo decennio ha portato continue controversie giudiziarie che hanno riguardato principalmente le professioni di architetto, ingegnere, perito industriale e geometra. Situazione che è copiosamente peggiorata con l'avvento dei laureati iunior (sez. B) che hanno generato sindromi da isteria acuta da entrambe le parti degli albi professionali.
Entrando nel merito della diatriba tra la figura del geometra e quella dei tecnici laureati, il problema è stato affrontato prima nel 2009 con il famigerato Ddl 1865 presentato dalla senatrice Arch. Simona Vicari recante "Disposizioni in materia di competenze professionali dei geometri, dei geometri laureati, dei periti industriali con specializzazione in edilizia e dei periti industriali laureati nelle classi di laurea L-7, L-17, L-21 e L-23" e poi nel 2012 quando, dopo una sospensione di un triennio, il Ddl Vicari ha ripreso il suo iter di approvazione al Senato.
L'obiettivo dichiarato del Ddl 1865 era quello di porre fine ai contenziosi ricorrenti tra figure professionali che avrebbero dovuto operare in sinergia. Tutti sappiamo, però, com'è andata a finire.
Ma essendo trascorsi ormai altri 2 anni e probabilmente in odore di elezioni, ecco che si riparla nuovamente di competenze professionali ed in particolar modo di quella del Geometra. Ma con una netta differenza rispetto al passato: piuttosto che puntare ad una revisione delle competenze, si è parlato di un progetto di formazione che dovrebbe arrivare alla creazione di una nuova figura professionale, quella del "super geometra".
Potrebbe sembrare uno scherzo, ma non lo è! Il progetto è stato presentato dal Consiglio nazionale geometri e geometri laureati al Ministro della Pubblica istruzione dell'università e della ricerca, Stefania Giannini, in occasione del cinquantesimo anniversario dell'Istituto di istruzione superiore Luigi Einaudi di Alba (Cuneo). Occasione servita per presentare alle istituzioni una proposta di trasformazione del titolo di studio da geometra.
"Si tratta del primo corso professionalizzante post diploma, con un valenza universitaria, rivolto esclusivamente agli studenti del cat, ovvero ai futuri geometri del domani. I principali vantaggi sono: i giovani hanno possibilità di entrare nel mondo a 22 anni già altamente qualificati; la didattica sarà allineata alle direttive dell'Europa in materia; un grande risparmio per le famiglie perché il corso di studi si svolgerà all'interno dello stesso istituto che ha ospitato lo studente fino al diploma, in un ambiente già organizzato con aule, laboratori, docenti, personale Ata".
I punti di forza del progetto che potrebbe essere operativo già dal 2015 sono:
- un curriculum bloccato (le università non potranno presentare un piano di studi differenti da quello proposto dal Consiglio nazionale geometri e geometri laureati; una misura severa ma necessaria, per tutelare le specificità di questo indirizzo);
- l'abilitazione diretta alla professione di geometra;
- la risoluzione di tutte le attuali lacune della preparazione tecnico-scientifica, causate dal riordino dei cicli della scuola secondaria di secondo grado e della scarsa focalizzazione sulle competenze professionali di lauree triennali e di its.
"La professione del geometra - ha spiegato Maurizio Savoncelli, presidente del Consiglio nazionale dei geometri e dei geometri laureati - sta diventando molto più di ciò che ha pur sempre rappresentato. I geometri italiani sono giovani, dinamici, riescono ad interpretare le richieste del mercato in periodo difficile come quello che stiamo vivendo. In Italia i geometri iscritti all'albo sono 95.642, dei quali quasi 9.661 hanno meno di 30 anni, e 33.010 meno di 40. Con la nostra iniziativa, vogliamo dare una risposta anche alla crescente disoccupazione giovanile. La nostra proposta permetterà ai giovani geometri di completare il proprio percorso di studi con una specifica laurea triennale presso il proprio Istituto, a due passi da casa. Un'innovazione inedita in Italia, che rafforzerà la figura professionale del geometra nel quadro della più ampia concorrenza europea, e andrà incontro alle famiglie che non dovranno sostenere maggiori spese per sostenere i propri figli nelle città sedi delle principali università italiane".
La nuova proposta dei Geometri mi ha ricordato un articolo scritto dal mio vecchio amico Beppe Rinaldi, architetto ed ex Consigliere dell'Ordine di Firenze, che in una lettera inviata ai Componenti della Commissione Professione datata 30 luglio 2010, rilevando la nuova attivazione del processo di approvazione del Ddl per l'ampliamento delle competenze dei Geometri e dei Periti Industriali (Ddl 3493), ha parlato della fine della professione dell'architetto e di come stia prendendo forma un progetto che prevede nuove figure diplomate che con l'integrazione di qualche anno di studio o addirittura di qualche centinaio di ore di formazione, possano sostituirsi ad esempio al professionista laureato che progetta e gestisce edifici a 4 piani, piuttosto che nel restauro di un edificio storico o a qualsiasi altra costruzione, grande o piccola, a cui oggi sta lavorando l'Architetto.
Senza nulla togliere alla preparazione dei geometri, ne conosco tanti che farebbero le scarpe a qualsiasi ingegnere pluri-formato, non vi sembra che la creazione di una nuova figura professionale possa contribuire a incrementare il caos che ormai regna sovrano nell'area tecnica e che sta lentamente frammentando il settore?
A cura di Gianluca
Oreto - @lucaoreto
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