In Emilia-Romagna una manifestazione per lo sblocco delle opere pubbliche
19/02/2019
“A marzo, insieme al sindaco del Comune di Bologna e della Città Metropolitana e agli amministratori locali dei territori interessati dalle infrastrutture pronte a essere realizzate ma tuttora bloccate, organizzeremo una manifestazione pubblica, una iniziativa alla quale inviteremo il Governo per far sentire la voce dei territori, dei sindacati, e quindi del mondo del lavoro, e delle imprese, dalle artigiane a quelle dell’industria. Perché tutti noi, e oggi ne abbiamo avuto l’ennesima conferma, condividiamo sia una grande preoccupazione per quanto sta accadendo, sia un obiettivo fondamentale: che l’Emilia-Romagna non venga fermata. Chiediamo quindi che il Governo inizi a dare risposte vere e concrete e che permetta la realizzazione di opere il cui iter autorizzativo è stato completato, per le quali sono stanziate le risorse necessarie e indispensabili per la competitività del nostro sistema produttivo e turistico. Fra queste, senza dubbio, il Passante di Bologna, la Bretella Sassuolo-Campogalliano e la Cispadana”.
Così il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, al termine dell’incontro avuto con amministratori locali, sindacati e categorie economiche per fare il punto sul blocco delle opere programmate in Emilia-Romagna voluto dall’esecutivo nazionale. Presenti l’assessore regionale ai Trasporti e alle infrastrutture, Raffaele Donini, i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil Emilia-Romagna e delle organizzazioni economiche e d’impresa regionali, fra cui Confindustria, Confartigianato, Confesercenti, Cna, Coldiretti, Cia, Confcooperative, Legacoop.
Comune l’idea di chiedere lo sblocco di opere fondamentali per permettere all’Emilia-Romagna di continuare la sua crescita e non arrestarsi. “Qui ci sono 2,5 miliardi di euro di opere che si vanno a bloccare - afferma il presidente Bonaccini - Ci troviamo di fronte a un interlocutore che sta smantellando gli accordi chiusi. E lo diciamo con amarezza, perché questo Governo dovrebbe rappresentare anche noi e le richieste di una intera comunità, Viceversa, dobbiamo apprendere dai giornali le decisioni prese, sempre dei no o dei rinvii, senza consultarci, calpestando qualsiasi collaborazione istituzionale. In questi anni abbiamo sbloccato tutte le opere che erano ferme, condiviso le decisioni insieme alle parti sociali nel Patto per il Lavoro, ora vogliamo andare avanti, per continuare a crescere, per creare buona e stabile occupazione e mettere le nostre imprese e i nostri territori di competere sui mercati internazionali”.
“E’ un iter faticosissimo - aggiunge il sindaco Virginio Merola - ma le nostre comunità hanno bisogno di una prospettiva. E’ imbarazzante quanto sta accadendo, perché siamo di fronte a progetti di opere già finanziate, in un momento in cui stiamo entrando in recessione e abbiamo invece bisogno di dare sviluppo e pensare al futuro. Oltre tutto quello che sta accadendo è profondamente anti-democratico perché non si è mai visto un atteggiamento del genere da parte di un Governo verso degli enti locali liberamente eletti dai cittadini. È importante quindi dare un segnale, tutti assieme”.
“Una situazione per noi incomprensibile - incalza il presidente della Provincia di Modena, Gian Domenico Tomei - Qui sta chiedendo solo di rispettare i territori. Lavoreremo insieme per fare pressione”.
“Emerge un atteggiamento irrispettoso da parte del Governo - sottolinea il presidente della Provincia di Reggio Emilia e sindaco del Comune di Castellarano, Giorgio Zanni - anche nei confronti delle Province, oltre che della Regione, dei Comuni, delle imprese, dei lavoratori e dei cittadini. Il distretto ceramico è uno dei distretti più importanti del nostro Paese con oltre 6,5 miliardi di fatturato e che esporta quasi l’85% di quello che produce sul territorio”.
La necessità di premere sul Governo attraverso una iniziativa “che sia di comunità” è stata ribadita anche dal segretario regionale della Cgil, Luigi Giove, intervenuto anche a nome di Cisl e Uil, esigenza sulla quale anche i rappresentanti delle associazioni d’impresa si detti concordi.
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