Inarcassa, proposta Gestione Separata per i lavoratori dipendenti
26/09/2014
Gli Ordini professionali e quindi anche i relativi Consigli
Nazionali sono degli enti aventi funzioni di controllo degli
iscritti e non di tutela dei loro interessi. Non lo dico io, ma la
legge italiana. Non c'è, dunque, motivo per aspettarsi delle prese
di posizione apertamente a tutela dei propri iscritti, ma non
dovrebbe neanche esserci ragione per aspettarsi azioni che
contribuiscano ad azzoppare la categoria.
Premetto di non essere un consulente del lavoro, dunque, chi volesse fare dei conti da condividere è ben accetto e può scrivermi al mio indirizzo di posta elettronica o via twitter. Segnalo, però, che recentemente il Consiglio Nazionale degli Ingegneri unitamente a quello degli Architetti P.P.C. e Inarcassa ha inviato al Ministero del Lavoro e a quello dell'Economia una richiesta di indicazioni per l'eventuale istituzione di una Gestione separata all'interno di Inarcassa.
CNAPPC e CNI hanno fatto presente che circa 36.000 architetti ed ingegneri, iscritti ai rispettivi Albi professionali, che sono titolari di contratti di lavoro subordinato, esercitano anche la libera professione e per tale attività sono iscritti alla Gestione Separata INPS. Tali soggetti, in virtù delle norme e della disciplina statutaria e regolamentare di Inarcassa vigenti, non soddisfano, infatti, i requisiti di iscrivibilità ad lnarcassa, poiché in ragione del rapporto di lavoro subordinato in essere sono "iscritti ad altre forme di previdenza obbligatorie".
36.000 possibili nuovi soggetti obbligati ad iscriversi alla famigerata Cassa di previdenza di Architetti e Ingegneri sono un bottino troppo succulento da farsi sfuggire, soprattutto in un periodo di forte crisi economica come questo. E', dunque, emersa la "necessità" di valutare che Inarcassa provveda ai compiti di previdenza di questi poveri 36.000 soggetti in modo da assisterli tramite una apposita Gestione separata.
Naturalmente CNI, CNAPPC e Inarcassa, prima di procedere, hanno chiesto ai ministeri competenti di indicare la disciplina applicabile alla eventuale Gestione Separata, gli obblighi gravanti sugli iscritti, con particolare riferimento alla aliquota contributiva applicabile e le prestazioni previdenziali e le tutele assistenziali ai medesimi erogabili.
Voi che ne pensate?personalmente non ci vedo nulla di buono. Via ai commenti.
© Riproduzione riservata
Premetto di non essere un consulente del lavoro, dunque, chi volesse fare dei conti da condividere è ben accetto e può scrivermi al mio indirizzo di posta elettronica o via twitter. Segnalo, però, che recentemente il Consiglio Nazionale degli Ingegneri unitamente a quello degli Architetti P.P.C. e Inarcassa ha inviato al Ministero del Lavoro e a quello dell'Economia una richiesta di indicazioni per l'eventuale istituzione di una Gestione separata all'interno di Inarcassa.
CNAPPC e CNI hanno fatto presente che circa 36.000 architetti ed ingegneri, iscritti ai rispettivi Albi professionali, che sono titolari di contratti di lavoro subordinato, esercitano anche la libera professione e per tale attività sono iscritti alla Gestione Separata INPS. Tali soggetti, in virtù delle norme e della disciplina statutaria e regolamentare di Inarcassa vigenti, non soddisfano, infatti, i requisiti di iscrivibilità ad lnarcassa, poiché in ragione del rapporto di lavoro subordinato in essere sono "iscritti ad altre forme di previdenza obbligatorie".
36.000 possibili nuovi soggetti obbligati ad iscriversi alla famigerata Cassa di previdenza di Architetti e Ingegneri sono un bottino troppo succulento da farsi sfuggire, soprattutto in un periodo di forte crisi economica come questo. E', dunque, emersa la "necessità" di valutare che Inarcassa provveda ai compiti di previdenza di questi poveri 36.000 soggetti in modo da assisterli tramite una apposita Gestione separata.
Naturalmente CNI, CNAPPC e Inarcassa, prima di procedere, hanno chiesto ai ministeri competenti di indicare la disciplina applicabile alla eventuale Gestione Separata, gli obblighi gravanti sugli iscritti, con particolare riferimento alla aliquota contributiva applicabile e le prestazioni previdenziali e le tutele assistenziali ai medesimi erogabili.
Voi che ne pensate?personalmente non ci vedo nulla di buono. Via ai commenti.
A cura di Gianluca
Oreto - @lucaoreto
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