Indagine conoscitiva Codice dei contratti: Tutte le audizioni dell'8a Commisisone del Senato
13/03/2019
Continua con un’accelerazione all’8a Commissione del Senato l’indagine conoscitiva sull’applicazione del Codice dei contratti con l‘audizione ieri di AISCAT (ssociazione italiana società concessionarie autostrade e trafori), di FIPE (Federazione italiana pubblici esercizi), dell’ANCI (Associazione nazionale comuni italiani), di INVITALIA (Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa), di CONFIMI INDUSTRIA (Confederazione dell'Industria Manifatturiera Italiana e dell'Impresa Privata) e di ANIE (Federazione nazionale imprese elettrotecniche ed elettroniche) mentre sono state già acquisite le audizioni di:
- UCSI - Unione cosnorzi stabili italiani (leggi resoconto)
- IGI - Istituto grandi infrastrutture (leggi resoconto)
- Consip (leggi resoconto)
- Conferenza delle regioni e delle province autonome (leggi resoconto)
- UPI - Unione province d’Italia (leggi resoconto)
- Confedilizia (leggi resoconto)
- CGIL, CISL, UIL (leggi resoconto)
- Alleanza delle cooperative italiane (leggi resoconto)
- RFI - Rete ferroviaria iataliana (leggi resoconto)
- CONFAPI - Confederazione italiana piccola e media industria provita (leggi resoconto)
- CNA - Confederazione nazionale dell’artigianato (leggi resoconto);
- ANCE - Associazione nazionale costruttori edili (leggi resoconto);
- Confartigianato - Confederazione artigianato (leggi resoconto);
- Accredia - Ente italiano di accerditamento (leggi resoconto);
- OICE - Associazione delle organizzazioni di ingegneria, di architettura e di consulenza tecnico-economica (leggi resoconto);
- FINCO - Federazione industrie, prodotti, impianti, servizi ed opere specialistiche per le costruzioni (leggi resoconto);
- RPT - Rete delle Professioni tecniche) (leggi resoconto);
- Unionsoa (leggi resoconto);
- General SOA (leggi resoconto).
Cogliamo l’occasione per segnalare che l’Anci ha ricordato
(leggi documento) che la necessità di un
intervento emergenziale nasce da una semplice considerazione dei
tempi troppo lunghi per la realizzazione delle opere pubbliche:
“quasi 4 anni per gli appalti minori (importi di lavori fino a
500mila euro), circa 7 anni per le opere di importo compreso tra i
500mila e i 50milioni di euro e fino a quasi 15 anni per gli
appalti di valore più elevato” auspicando che nell’annunciato
decreto d’urgenza, il cd sbloccacantieri, trovino spazio la
“semplificazione delle procedure di aggiudicazione con
rivisitazione del criterio dell’offerta economicamente più
vantaggiosa che ha creato non poche complicazioni agli operatori ed
l’introduzione della progettazione semplificata per tutte le
manutenzioni”, così come “la limitazione della
responsabilità dei dipendenti pubblici che adottano provvedimenti
di aggiudicazione in attuazione di pareri Anac”. Sempre come
contenuti dell’annunciato decreto legge, l’Anci ha ricordato che
occorrerebbe inserire: “da un lato la reintroduzione
dell’appalto integrato per la realizzazione di
investimenti pubblici, consentendo alle stazioni appaltanti di
ricorrere all’affidamento della progettazione esecutiva e
dell’esecuzione dei lavori, sulla base, comunque ed
obbligatoriamente, di un progetto definitivo e dall’altro
specifiche semplificazioni procedurali per i piccoli comuni,
soffocati da una pletora di adempimenti e regole che non hanno
ragione d’essere in riferimento al valore degli appalti”.
Tuttavia, continua l’ANCI “in attesa di una riforma decisiva
del codice degli appalti e di una semplificazione delle procedure,
il Paese non può essere lasciato privo di una strategia di
velocizzazione e realizzazione di opere destinate ad attivare
dinamiche virtuose nei suoi processi di crescita economica”.
In tale direzione “si potrebbe optare per un’adozione
diffusa del ‘modello Genova’ per puntare, cioè, sul ruolo dei
Sindaci quali Commissari Straordinari delegati allo sblocco delle
procedure di realizzazione di opere ritenute
particolarmente strategiche, significative e condivise dal
territorio”.
“Perdere ulteriormente tempo in un quadro, ormai certo, di
recessione internazionale vanificherebbe tutti gli sforzi di
sostegno alla domanda e agli investimenti contenuti nel quadro
degli interventi di finanza pubblica adottati dal Governo. La
modernizzazione del Paese necessita di un ruolo sempre più attivo
dei Comuni e dei Sindaci nella loro dimensione di agenti di
sviluppo e d’innovazione delle strategie territoriali”.
A cura di Redazione LavoriPubblici.it
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