Ingegneri: Finalmente la riforma delle professioni
25/08/2011
L'art. 3 del D.L. 138 del 2011 contiene già i principi generali per
una riforma strutturata delle professioni. Introduce, infatti, un
riordino complessivo della materia, adeguando i concetti di
liberalizzazione, già noti ed adottati da tempo dagli ingegneri,
per le altre categorie professionali e dà un impulso fattivo di
ammodernamento al sistema Paese finalizzato allo sviluppo e al
superamento della crisi economica in cui versa.
"E' questa una grande opportunità - ha sottolineato Gianni Rolando, presidente del CNI - nel corso della riunione straordinaria convocata il 23 agosto scorso a Roma con i presidenti degli Ordini provinciali degli Ingegneri - per riscrivere i fondamenti di un nuovo modo di concepire la professione".
Modernità, semplificazione, innovazione, libera concorrenza, sostegno ai giovani sono le sfide principali a cui gli ingegneri non vogliono rinunciare. Ecco allora che c'è una condivisione di massima dei principi contenuti nell'art. 3 comma 5 del D.L. 138 del 2011, anche se viene ribadita la necessità di separare, attraverso un apposito articolo, l'attività intellettuale da quella economica di tipo imprenditoriale.
"Sarà nostro compito - ha aggiunto Rolando - formulare una proposta organica di riforma dell'ordinamento, che avrà l'ambizione di apportare ulteriori elementi di novità, oltre quelli già enunciati dal citato decreto. Auspichiamo, quindi, di essere ascoltati dal Ministro della Giustizia affinché si instaurino le basi per una discussione proficua e costruttiva, nell'interesse generale della collettività."
Il prossimo appuntamento per continuare la discussione su questi temi sarà il congresso nazionale della categoria, in programma a Bari, dal 6 al 9 settembre, dove si invitano fin d'ora il Guardasigilli e tutti i parlamentari per un confronto aperto e trasparente.
A cura dell'Ufficio Stampa del CNI
© Riproduzione riservata
"E' questa una grande opportunità - ha sottolineato Gianni Rolando, presidente del CNI - nel corso della riunione straordinaria convocata il 23 agosto scorso a Roma con i presidenti degli Ordini provinciali degli Ingegneri - per riscrivere i fondamenti di un nuovo modo di concepire la professione".
Modernità, semplificazione, innovazione, libera concorrenza, sostegno ai giovani sono le sfide principali a cui gli ingegneri non vogliono rinunciare. Ecco allora che c'è una condivisione di massima dei principi contenuti nell'art. 3 comma 5 del D.L. 138 del 2011, anche se viene ribadita la necessità di separare, attraverso un apposito articolo, l'attività intellettuale da quella economica di tipo imprenditoriale.
"Sarà nostro compito - ha aggiunto Rolando - formulare una proposta organica di riforma dell'ordinamento, che avrà l'ambizione di apportare ulteriori elementi di novità, oltre quelli già enunciati dal citato decreto. Auspichiamo, quindi, di essere ascoltati dal Ministro della Giustizia affinché si instaurino le basi per una discussione proficua e costruttiva, nell'interesse generale della collettività."
Il prossimo appuntamento per continuare la discussione su questi temi sarà il congresso nazionale della categoria, in programma a Bari, dal 6 al 9 settembre, dove si invitano fin d'ora il Guardasigilli e tutti i parlamentari per un confronto aperto e trasparente.
A cura dell'Ufficio Stampa del CNI
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