Ingegneri: gli impegni presi dopo il Congresso Nazionale
06/10/2015
A pochi giorni dalla chiusura del 60° Congresso
Nazionale di Venezia, gli Ingegneri hanno pubblicato la mozione
finale con gli impegni presi per creare le condizioni favorevoli
alla crescita delle opportunità di lavoro per i professionisti.
Nonostante l'assenza della classe politica dimostri quanto sia scarsa la considerazione verso il mondo dell'ingegneria riunitosi nel più importante meeting nazionale, la mozione finale dimostra una reale presa di coscienza verso la situazione che sta vivendo il nostro Paese. Ancora una volta, infatti, le premesse hanno riguardato la consapevolezza di un Paese ancora in crisi, in cui i professionisti, sebbene martoriati su tutti i fronti, mettono a disposizione "competenze, professionalità, capacità ed esperienza per realizzare gli obiettivi di crescita e sviluppo del Paese, in un rapporto di leale collaborazione con le istituzioni e le altre rappresentanze sociali". Peccato, però, che la classe politica che ha Governato il Paese negli ultimi 10 anni ha avuto come solo obiettivo quello di eliminare la libera professione, mettendo paletti su paletti che hanno recintato i professionisti in un piccolo micromondo sempre più povero.
Ma bisogna essere positivi e determinati, coscienti dell'"importanza della cultura ingegneristica e del valore professionale quale fattore irrinunciabile di crescita del Paese".
Di seguito gli impegni presi dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri.
1. A procedere nel difficile ma necessario percorso di collaborazione con altre professioni ed organizzazioni del lavoro autonomo, per creare quel soggetto di più ampia rappresentanza che possa essere di guida e riferimento anche nel rapporto con le Istituzioni di governo del Paese e con le altre forze sociali tradizionali, anche finalizzato alla creazione di un Codice Etico comune.
"Su questo punto si è lavorato negli ultimi anno attraverso la creazione della Rete delle Professioni Tecniche, che in realtà ha dimostrato tutta la sua fragilità cominciando con il primo vero banco di prova: l'approvazione in seno alla C.S.L.P. della bozza delle norme tecniche per le costruzioni (leggi articolo)".
2. A guidare e indirizzare il processo di riorganizzazione territoriale degli Ordini provinciali, conseguente all'iter di modifica in atto degli enti territoriali, tramite opportune iniziative presso il Ministero Vigilante, per giungere a soluzioni che tengano conto dell'attuale struttura degli Ordini, fondate sulla necessità di fornire ad essi servizi omogenei su tutto il territorio nazionale, e ad approvare quindi,tramite processi condivisi anche con gli Ordini territoriali,una Carta dei Servizi per gli iscritti.
3. A promuovere un corretto rapporto tra principi di libera concorrenza e deontologia, opponendosi a quelle forze economiche che, con l'attività di pressione sui processi decisionali, tentano di alterare il principio della personalità della prestazione professionale, la par condicio fra diversi operatori economici sul mercato, la centralità della deontologia e la tutela della committenza. A tal fine è necessario ottenere l'obbligo di iscrizione all'albo e conseguente assoggettamento al Codice Deontologico di categoria di tutti gli organismi, anche societari, che svolgono a diverso titolo attività professionale nel campo dell'Ingegneria.
"Qui è evidente il riferimento alla querelle con l'OICE che riguarda il Ddl Concorrenza (leggi articolo)".
4. A promuovere l'obiettivo di ottenere una riduzione del costo del lavoro e contemporaneamente della tassazione per i professionisti, proponendo al Governo anche iniziative atte a sviluppare la libera professione ed il lavoro autonomo, essenziali nel percorso di crescita ed innovazione del Paese.
"Qui ci sarebbe molto da dire, soprattutto sull'essenza della libera professione a cui di libero è rimasto solo il nome...".
5. A valorizzare nel mercato del lavoro la cultura e la professionalità degli Ingegneri, di ogni settore, ruolo e funzione dell'Ingegneria, attraverso il processo di certificazione delle competenze Cert-Ing, impegnando l'Agenzia nazionale per la certificazione volontaria delle competenze a collaborare con UNI, Accredia e con tutti i player più importanti del mercato affinché la certificazione rappresenti un veicolo di competitività per ogni singolo ingegnere e per l'intera categoria.
"Anche su questo punto si potrebbero sprecare fiumi di parole, vi invito a leggere questi due articoli: leggi articolo 1 - leggi articolo 2".
6. A sviluppare il processo in atto che mette al centro la formazione dell'Ingegnere, a partire dal percorso universitario sino a quello professionale, anche tramite gli organismi a supporto del CNI (Scuola Superiore di Formazione, Quacing, Cert-Ing, Centro Studi, ecc.) nonché a mettere in campo opportune iniziative per la riforma della disciplina dell'Esame di Stato, il tirocinio, ed il percorso di laurea che assicuri anche la centralità del ciclo unico quinquennale.
"Come per il precedente punto..."
7. A proseguire nell'opera di divulgazione della cultura dell'Ingegneria per la salvaguardia del sapere che ha contraddistinto da sempre la nostra Categoria, in un percorso di innovazione che consenta lo svolgimento della professione nel rispetto della tradizione.
8. A procedere nel percorso di riorganizzazione delle risorse interne del CNI, in sinergia con quelle degli Ordini territoriali, sviluppando un progetto di comunicazione che possa raggiungere tutti gli iscritti all'Albo ed anche, possibilmente, gli Ingegneri non iscritti.
9. Ad accrescere le occasioni di confronto, scambio di informazioni e di esperienze, realizzazione di progetti e iniziative politiche comuni, con le altre realtà associative internazionali che coinvolgono Ingegneri, a livello comunitario ma anche di Paesi extraeuropei che si affacciano sul Mediterraneo, consapevoli che in un mondo globalizzato occorre approntare per tempo gli strumenti per fare sistema e non farsi sopraffare dalle multinazionali.
10. A lavorare per la tutela delle competenze professionali degli iscritti alla sezione A e alla sezione B dell'Albo degli Ingegneri, garantendo il rispetto di norme finalizzate principalmente alla tutela della collettività. Allo scopo appare ormai imprescindibile avviare un confronto con le altre categorie tecniche interessate per ottenere soluzioni condivise.
11. A stimolare sempre di più forme di autodisciplina ed autoregolamentazione per quanto riguarda il sistema di riconoscimento delle certificazioni della qualità e degli accreditamenti, per configurare dei modelli che vengano a loro volta riconosciuti ed individuati dalle Autorità e dagli organismi internazionali quali paradigmi per le certificazioni relative ai corsi di studio di Ingegneria e la successiva formazione nel percorso lavorativo post-lauream.
12. A implementare e rendere in linea con le esigenze della società moderna il giudizio disciplinare presso i Consigli di Disciplina territoriali attraverso una semplificazione e aggiornamento della normativa, per la parte referente a normativa oggi ormai datata, anche utilizzando le moderne tecnologie. E' opportuno, allo scopo, incentivare un maggiore raccordo e adeguate forme di coinvolgimento delle altre Professioni, nonché ottenere finalmente la approvazione e pubblicazione del Testo Unico sulla professione di Ingegnere.
13. Ad ottenere che il Governo faccia proprie le proposte normative del CNI miranti a dettare nuovi criteri ambientali minimi per le costruzioni. A tal fine sarà opportuna una partecipazione attiva e propositiva nel governo e nella salvaguardia del territorio, con particolare riferimento al contenimento del consumo del suolo e della rigenerazione urbana e territoriale, e della pianificazione logistica e portuale.
"Qui non si può fare a meno di sottolineare l'ottimo lavoro del Presidente Zambrano che si è adoperato in prima persona per far ascoltare la voce del mondo dell'Ingegneria. Peccato che troppe volte i Politici italiani hanno dimostrato di avere seri problemi di udito...".
14. A vigilare affinché le norme sugli appalti pubblici ed in particolare sui servizi di ingegneria ed architettura, attualmente in discussione al Parlamento, tengano in adeguato conto le proposte degli Ingegneri, in particolare circa la centralità del progetto ed il fattore di scala relativamente alle fasi progettuali. A tal fine risulta essenziale che gli estensori dei progetti abbiano le medesime competenze tecniche, siano essi dipendenti pubblici o liberi professionisti.
"Su questo punto non posso che sottolineare lo scarso apporto concreto alla definizione delle nuove norme che da aprile 2016 regoleranno gli appalti pubblici italiani".
15. A insistere presso le Autorità - anche grazie alla proficua collaborazione instauratasi con l'Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC)-affinché ci sia il pieno rispetto del Decreto Ministeriale 143/2013 per la determinazione dei corrispettivi da porre a base d'asta per l'affidamento dei servizi di ingegneria ed architettura, censurando prassi distorsive ed illegittime in atto presso molti committenti pubblici, che pubblicano bandi irrispettosi di tali corrispettivi, a tutto discapito della pubblica incolumità e della qualità del progetto finale.
"Su questo punto è necessario continuare l'ottimo lavoro svolto dal CNI e dal Centro Studi, nella speranza che possa essere definito un "mansionario" anche per i lavori privati, affinché ogni prestazione professionale possa essere definita nel dettaglio, con l'obiettivo che la parola "qualità" possa ritornare al primo posto tra gli obiettivi dei tecnici italiani".
16. A rappresentare ed intensificare l'azione della Rete delle Professioni Tecniche, quale soggetto sociale di raccordo con le altre Professioni interessate dal cambiamento in atto a livello sociale, economico ed istituzionale, per presentare proposte comuni e condivise, e per essere protagonisti del cambiamento.
"Su questo punto vi invito a leggere il seguente articolo: clicca qui".
17. A promuovere l'accoglimento delle proposte fiscali, elaborate dal CNI e dalla Rete delle Professioni Tecniche con riguardo ai professionisti, che - come affermato nella precedente mozione -hanno come punti nevralgici la deducibilità delle spese sostenute per l'aggiornamento professionale, una rimodulazione del concetto di autonoma organizzazione ai fini dell'assoggettabilità dei professionisti all'IRAP, nonché forme di detrazione dei costi sostenuti dai cittadini e dalle imprese per interventi rivolti alla messa in sicurezza delle abitazioni civili, delle strutture e degli impianti.
18. A verificare la possibilità di avviare, con le necessarie verifiche in raccordo con le rappresentanze territoriali, un percorso che - nel rispetto delle prerogative e specificità degli Ingegneri, e in attuazione di direttive europee - possa essere finalizzato ad una semplificazione del quadro di rappresentanza ordinistica nel settore tecnico con il necessario confronto e condivisione con le altre categorie interessate.
19. Ad attivarsi come CNI presso le società assicurative per giungere alla predisposizione di una proposta di polizza professionale collettiva ad adesione volontaria a favore degli iscritti.
20. Ad affrontare le nuove e specifiche funzioni affidate al CNI in tema di formazione continua, gestione dell'Albo Unico nazionale, disciplina delle società tra professionisti, assicurazione professionale, comunicazione (giornali, newsletter, social network, ecc.) attraverso uno strumento snello e moderno quale la costituita Fondazione.
21. Ad operare per il progressivo riconoscimento formale del ruolo delle Consulte e delle Federazioni degli Ingegneri quali punti di riferimento e di erogazione di servizi a livello regionale, per un'ottimizzazione delle risorse.
22. Ad attivarsi per giungere ad un Codice Deontologico Nazionale unico degli Ingegneri, che abbia valore cogente per tutti gli Ordini.
23. A valorizzare i giovani Ingegneri attraverso provvedimenti concreti ed incentivi che favoriscano la nascita di start-up e forme di sharing economy.
24. A stimolare il Governo a proseguire nel processo di implementazione della Agenda Digitale tramite i necessari investimenti nella banda larga, e la creazione di un sistema di messa in rete della pubblica amministrazione secondo principi di efficienza, trasparenza e semplificazione nel reperimento dei dati, proponendo l'inserimento stabile di un rappresentante del CNI nel Comitato tecnico-scientifico dell'AgID.
25. A sviluppare processi formativi specifici per i tecnici dipendenti pubblici, con l'obiettivo di qualificare adeguatamente la committenza pubblica.
26. A lavorare per il progressivo riconoscimento degli standard prestazionali, in accordo con UNI, legati allo svolgimento della professione di Ingegnere, su base volontaria e non obbligatoria. Gli standard, quale strumento a libera disposizione degli Ordini, rappresenteranno in futuro uno strumento utile per valutare e verificare il livello qualitativo delle prestazioni erogate dagli iscritti.
27. Attivarsi presso gli organismi competenti per il recepimento del parere del Comitato Economico Sociale Europeo sul tema "Promuovere il mercato unico europeo combinando l'ingegneria biomedica con il settore dei servizi medici di assistenza" pubblicato su G.U.C.E. del 4 settembre 2015 affinché l'ingegnere biomedico sia riconosciuto nella Direttiva UE sulle qualifiche professionali.
28. A promuovere e sostenere la diffusione, l'apprendimento, la formazione permanente dei sistemi BIM (Building Information Modelling) come strumenti che aiutano la fondamentale ed insostituibile fase della concezione del progetto e della formazione delle idee, che promuovono la leadership della cultura ingegneristica nella gestione e nel coordinamento dei sistemi complessi, e sostengono lo sviluppo dei processi inter e multidisciplinari.
29. A costruire un organismo di tipo associativo e volontario che, in totale armonia e sinergia con il CNI, possa rappresentare le tante realtà societarie esistenti che, da sempre, fanno della separazione tra attività di concezione ed attività di impresa la loro caratteristica, e favorire la formazione di nuove realtà professionali in grado di vincere la competizione internazionale.
30. A sollecitare il Governo a muoversi decisamente verso la strada di una semplificazione, miglioramento e applicabilità delle norme fondate sul principio di poche regole chiare e cogenti, emanate dallo Stato per garantire la sicurezza dei cittadini e sulla diffusione della normazione volontaria e non cogente in modo da scongiurarne la continua revisione.
31. A sviluppare, in accordo con UNI, sul modello di associazioni di ingegneri già presenti in altre parti del mondo, la crescita di organismi di eccellenza deputati alla redazione delle norme tecniche con la diretta partecipazione degli ingegneri competenti alla scrittura delle stesse.
32. Ad assicurare la presenza degli Ingegneri nell'ambito delle posizioni apicali delle pubbliche amministrazioni nel settore dei servizi ICT finalizzati a garantire ai cittadini adeguati livelli di servizio e di continuità operativa dei servizi.
33. A far sì che in tutti i casi in cui si devono realizzare sistemi di information technology che riguardano infrastrutture strategiche e/o critiche, o che trattano dati privati o sensibili, si evidenzi anche la caratteristica intrinseca di opere pubbliche e non di semplice fornitura di beni e servizi, con il conseguente affidamento di incarico di progettazione, direzione lavori e collaudo a soggetti abilitati.
Lascio come sempre a voi ogni commento.
© Riproduzione riservata
Nonostante l'assenza della classe politica dimostri quanto sia scarsa la considerazione verso il mondo dell'ingegneria riunitosi nel più importante meeting nazionale, la mozione finale dimostra una reale presa di coscienza verso la situazione che sta vivendo il nostro Paese. Ancora una volta, infatti, le premesse hanno riguardato la consapevolezza di un Paese ancora in crisi, in cui i professionisti, sebbene martoriati su tutti i fronti, mettono a disposizione "competenze, professionalità, capacità ed esperienza per realizzare gli obiettivi di crescita e sviluppo del Paese, in un rapporto di leale collaborazione con le istituzioni e le altre rappresentanze sociali". Peccato, però, che la classe politica che ha Governato il Paese negli ultimi 10 anni ha avuto come solo obiettivo quello di eliminare la libera professione, mettendo paletti su paletti che hanno recintato i professionisti in un piccolo micromondo sempre più povero.
Ma bisogna essere positivi e determinati, coscienti dell'"importanza della cultura ingegneristica e del valore professionale quale fattore irrinunciabile di crescita del Paese".
Di seguito gli impegni presi dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri.
1. A procedere nel difficile ma necessario percorso di collaborazione con altre professioni ed organizzazioni del lavoro autonomo, per creare quel soggetto di più ampia rappresentanza che possa essere di guida e riferimento anche nel rapporto con le Istituzioni di governo del Paese e con le altre forze sociali tradizionali, anche finalizzato alla creazione di un Codice Etico comune.
"Su questo punto si è lavorato negli ultimi anno attraverso la creazione della Rete delle Professioni Tecniche, che in realtà ha dimostrato tutta la sua fragilità cominciando con il primo vero banco di prova: l'approvazione in seno alla C.S.L.P. della bozza delle norme tecniche per le costruzioni (leggi articolo)".
2. A guidare e indirizzare il processo di riorganizzazione territoriale degli Ordini provinciali, conseguente all'iter di modifica in atto degli enti territoriali, tramite opportune iniziative presso il Ministero Vigilante, per giungere a soluzioni che tengano conto dell'attuale struttura degli Ordini, fondate sulla necessità di fornire ad essi servizi omogenei su tutto il territorio nazionale, e ad approvare quindi,tramite processi condivisi anche con gli Ordini territoriali,una Carta dei Servizi per gli iscritti.
3. A promuovere un corretto rapporto tra principi di libera concorrenza e deontologia, opponendosi a quelle forze economiche che, con l'attività di pressione sui processi decisionali, tentano di alterare il principio della personalità della prestazione professionale, la par condicio fra diversi operatori economici sul mercato, la centralità della deontologia e la tutela della committenza. A tal fine è necessario ottenere l'obbligo di iscrizione all'albo e conseguente assoggettamento al Codice Deontologico di categoria di tutti gli organismi, anche societari, che svolgono a diverso titolo attività professionale nel campo dell'Ingegneria.
"Qui è evidente il riferimento alla querelle con l'OICE che riguarda il Ddl Concorrenza (leggi articolo)".
4. A promuovere l'obiettivo di ottenere una riduzione del costo del lavoro e contemporaneamente della tassazione per i professionisti, proponendo al Governo anche iniziative atte a sviluppare la libera professione ed il lavoro autonomo, essenziali nel percorso di crescita ed innovazione del Paese.
"Qui ci sarebbe molto da dire, soprattutto sull'essenza della libera professione a cui di libero è rimasto solo il nome...".
5. A valorizzare nel mercato del lavoro la cultura e la professionalità degli Ingegneri, di ogni settore, ruolo e funzione dell'Ingegneria, attraverso il processo di certificazione delle competenze Cert-Ing, impegnando l'Agenzia nazionale per la certificazione volontaria delle competenze a collaborare con UNI, Accredia e con tutti i player più importanti del mercato affinché la certificazione rappresenti un veicolo di competitività per ogni singolo ingegnere e per l'intera categoria.
"Anche su questo punto si potrebbero sprecare fiumi di parole, vi invito a leggere questi due articoli: leggi articolo 1 - leggi articolo 2".
6. A sviluppare il processo in atto che mette al centro la formazione dell'Ingegnere, a partire dal percorso universitario sino a quello professionale, anche tramite gli organismi a supporto del CNI (Scuola Superiore di Formazione, Quacing, Cert-Ing, Centro Studi, ecc.) nonché a mettere in campo opportune iniziative per la riforma della disciplina dell'Esame di Stato, il tirocinio, ed il percorso di laurea che assicuri anche la centralità del ciclo unico quinquennale.
"Come per il precedente punto..."
7. A proseguire nell'opera di divulgazione della cultura dell'Ingegneria per la salvaguardia del sapere che ha contraddistinto da sempre la nostra Categoria, in un percorso di innovazione che consenta lo svolgimento della professione nel rispetto della tradizione.
8. A procedere nel percorso di riorganizzazione delle risorse interne del CNI, in sinergia con quelle degli Ordini territoriali, sviluppando un progetto di comunicazione che possa raggiungere tutti gli iscritti all'Albo ed anche, possibilmente, gli Ingegneri non iscritti.
9. Ad accrescere le occasioni di confronto, scambio di informazioni e di esperienze, realizzazione di progetti e iniziative politiche comuni, con le altre realtà associative internazionali che coinvolgono Ingegneri, a livello comunitario ma anche di Paesi extraeuropei che si affacciano sul Mediterraneo, consapevoli che in un mondo globalizzato occorre approntare per tempo gli strumenti per fare sistema e non farsi sopraffare dalle multinazionali.
10. A lavorare per la tutela delle competenze professionali degli iscritti alla sezione A e alla sezione B dell'Albo degli Ingegneri, garantendo il rispetto di norme finalizzate principalmente alla tutela della collettività. Allo scopo appare ormai imprescindibile avviare un confronto con le altre categorie tecniche interessate per ottenere soluzioni condivise.
11. A stimolare sempre di più forme di autodisciplina ed autoregolamentazione per quanto riguarda il sistema di riconoscimento delle certificazioni della qualità e degli accreditamenti, per configurare dei modelli che vengano a loro volta riconosciuti ed individuati dalle Autorità e dagli organismi internazionali quali paradigmi per le certificazioni relative ai corsi di studio di Ingegneria e la successiva formazione nel percorso lavorativo post-lauream.
12. A implementare e rendere in linea con le esigenze della società moderna il giudizio disciplinare presso i Consigli di Disciplina territoriali attraverso una semplificazione e aggiornamento della normativa, per la parte referente a normativa oggi ormai datata, anche utilizzando le moderne tecnologie. E' opportuno, allo scopo, incentivare un maggiore raccordo e adeguate forme di coinvolgimento delle altre Professioni, nonché ottenere finalmente la approvazione e pubblicazione del Testo Unico sulla professione di Ingegnere.
13. Ad ottenere che il Governo faccia proprie le proposte normative del CNI miranti a dettare nuovi criteri ambientali minimi per le costruzioni. A tal fine sarà opportuna una partecipazione attiva e propositiva nel governo e nella salvaguardia del territorio, con particolare riferimento al contenimento del consumo del suolo e della rigenerazione urbana e territoriale, e della pianificazione logistica e portuale.
"Qui non si può fare a meno di sottolineare l'ottimo lavoro del Presidente Zambrano che si è adoperato in prima persona per far ascoltare la voce del mondo dell'Ingegneria. Peccato che troppe volte i Politici italiani hanno dimostrato di avere seri problemi di udito...".
14. A vigilare affinché le norme sugli appalti pubblici ed in particolare sui servizi di ingegneria ed architettura, attualmente in discussione al Parlamento, tengano in adeguato conto le proposte degli Ingegneri, in particolare circa la centralità del progetto ed il fattore di scala relativamente alle fasi progettuali. A tal fine risulta essenziale che gli estensori dei progetti abbiano le medesime competenze tecniche, siano essi dipendenti pubblici o liberi professionisti.
"Su questo punto non posso che sottolineare lo scarso apporto concreto alla definizione delle nuove norme che da aprile 2016 regoleranno gli appalti pubblici italiani".
15. A insistere presso le Autorità - anche grazie alla proficua collaborazione instauratasi con l'Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC)-affinché ci sia il pieno rispetto del Decreto Ministeriale 143/2013 per la determinazione dei corrispettivi da porre a base d'asta per l'affidamento dei servizi di ingegneria ed architettura, censurando prassi distorsive ed illegittime in atto presso molti committenti pubblici, che pubblicano bandi irrispettosi di tali corrispettivi, a tutto discapito della pubblica incolumità e della qualità del progetto finale.
"Su questo punto è necessario continuare l'ottimo lavoro svolto dal CNI e dal Centro Studi, nella speranza che possa essere definito un "mansionario" anche per i lavori privati, affinché ogni prestazione professionale possa essere definita nel dettaglio, con l'obiettivo che la parola "qualità" possa ritornare al primo posto tra gli obiettivi dei tecnici italiani".
16. A rappresentare ed intensificare l'azione della Rete delle Professioni Tecniche, quale soggetto sociale di raccordo con le altre Professioni interessate dal cambiamento in atto a livello sociale, economico ed istituzionale, per presentare proposte comuni e condivise, e per essere protagonisti del cambiamento.
"Su questo punto vi invito a leggere il seguente articolo: clicca qui".
17. A promuovere l'accoglimento delle proposte fiscali, elaborate dal CNI e dalla Rete delle Professioni Tecniche con riguardo ai professionisti, che - come affermato nella precedente mozione -hanno come punti nevralgici la deducibilità delle spese sostenute per l'aggiornamento professionale, una rimodulazione del concetto di autonoma organizzazione ai fini dell'assoggettabilità dei professionisti all'IRAP, nonché forme di detrazione dei costi sostenuti dai cittadini e dalle imprese per interventi rivolti alla messa in sicurezza delle abitazioni civili, delle strutture e degli impianti.
18. A verificare la possibilità di avviare, con le necessarie verifiche in raccordo con le rappresentanze territoriali, un percorso che - nel rispetto delle prerogative e specificità degli Ingegneri, e in attuazione di direttive europee - possa essere finalizzato ad una semplificazione del quadro di rappresentanza ordinistica nel settore tecnico con il necessario confronto e condivisione con le altre categorie interessate.
19. Ad attivarsi come CNI presso le società assicurative per giungere alla predisposizione di una proposta di polizza professionale collettiva ad adesione volontaria a favore degli iscritti.
20. Ad affrontare le nuove e specifiche funzioni affidate al CNI in tema di formazione continua, gestione dell'Albo Unico nazionale, disciplina delle società tra professionisti, assicurazione professionale, comunicazione (giornali, newsletter, social network, ecc.) attraverso uno strumento snello e moderno quale la costituita Fondazione.
21. Ad operare per il progressivo riconoscimento formale del ruolo delle Consulte e delle Federazioni degli Ingegneri quali punti di riferimento e di erogazione di servizi a livello regionale, per un'ottimizzazione delle risorse.
22. Ad attivarsi per giungere ad un Codice Deontologico Nazionale unico degli Ingegneri, che abbia valore cogente per tutti gli Ordini.
23. A valorizzare i giovani Ingegneri attraverso provvedimenti concreti ed incentivi che favoriscano la nascita di start-up e forme di sharing economy.
24. A stimolare il Governo a proseguire nel processo di implementazione della Agenda Digitale tramite i necessari investimenti nella banda larga, e la creazione di un sistema di messa in rete della pubblica amministrazione secondo principi di efficienza, trasparenza e semplificazione nel reperimento dei dati, proponendo l'inserimento stabile di un rappresentante del CNI nel Comitato tecnico-scientifico dell'AgID.
25. A sviluppare processi formativi specifici per i tecnici dipendenti pubblici, con l'obiettivo di qualificare adeguatamente la committenza pubblica.
26. A lavorare per il progressivo riconoscimento degli standard prestazionali, in accordo con UNI, legati allo svolgimento della professione di Ingegnere, su base volontaria e non obbligatoria. Gli standard, quale strumento a libera disposizione degli Ordini, rappresenteranno in futuro uno strumento utile per valutare e verificare il livello qualitativo delle prestazioni erogate dagli iscritti.
27. Attivarsi presso gli organismi competenti per il recepimento del parere del Comitato Economico Sociale Europeo sul tema "Promuovere il mercato unico europeo combinando l'ingegneria biomedica con il settore dei servizi medici di assistenza" pubblicato su G.U.C.E. del 4 settembre 2015 affinché l'ingegnere biomedico sia riconosciuto nella Direttiva UE sulle qualifiche professionali.
28. A promuovere e sostenere la diffusione, l'apprendimento, la formazione permanente dei sistemi BIM (Building Information Modelling) come strumenti che aiutano la fondamentale ed insostituibile fase della concezione del progetto e della formazione delle idee, che promuovono la leadership della cultura ingegneristica nella gestione e nel coordinamento dei sistemi complessi, e sostengono lo sviluppo dei processi inter e multidisciplinari.
29. A costruire un organismo di tipo associativo e volontario che, in totale armonia e sinergia con il CNI, possa rappresentare le tante realtà societarie esistenti che, da sempre, fanno della separazione tra attività di concezione ed attività di impresa la loro caratteristica, e favorire la formazione di nuove realtà professionali in grado di vincere la competizione internazionale.
30. A sollecitare il Governo a muoversi decisamente verso la strada di una semplificazione, miglioramento e applicabilità delle norme fondate sul principio di poche regole chiare e cogenti, emanate dallo Stato per garantire la sicurezza dei cittadini e sulla diffusione della normazione volontaria e non cogente in modo da scongiurarne la continua revisione.
31. A sviluppare, in accordo con UNI, sul modello di associazioni di ingegneri già presenti in altre parti del mondo, la crescita di organismi di eccellenza deputati alla redazione delle norme tecniche con la diretta partecipazione degli ingegneri competenti alla scrittura delle stesse.
32. Ad assicurare la presenza degli Ingegneri nell'ambito delle posizioni apicali delle pubbliche amministrazioni nel settore dei servizi ICT finalizzati a garantire ai cittadini adeguati livelli di servizio e di continuità operativa dei servizi.
33. A far sì che in tutti i casi in cui si devono realizzare sistemi di information technology che riguardano infrastrutture strategiche e/o critiche, o che trattano dati privati o sensibili, si evidenzi anche la caratteristica intrinseca di opere pubbliche e non di semplice fornitura di beni e servizi, con il conseguente affidamento di incarico di progettazione, direzione lavori e collaudo a soggetti abilitati.
Lascio come sempre a voi ogni commento.
© Riproduzione riservata