Istat: Indici prezzi al consumo dicembre 2014
15/01/2015
L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento
dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Dicembre 2014;
l'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed
impiegati si è, dunque, attestato per il mese di dicembre
2014 con la nuova base 2010 sul valore di 107,00 senza
alcuna variazione rispetto a quello del mese precedente.
La variazione mensile è stata dello 0,0 % e quella annua del - 0,1 %. Ai fini della determinazione del trattamento di fine rapporto (TFR) maturato nel periodo tra il 15 Dicembre 2014 ed il 14 Gennaio 2015, occorre rivalutare la quota accantonata al 31 Dicembre 2013 dello 1,429972 %.
Ricordiamo che a partire dai dati di gennaio 2011, la base di riferimento dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC) e dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) è il 2010 (la precedente era il 1995).
Il coefficiente di raccordo dalla base 1995 alla base 2010 dell'indice generale dei prezzi al consumo per le Famiglie di Operai e Impiegati (senza tabacchi) è pari a 1,373.
L’azzeramento dell’inflazione è da ascrivere in larga misura al netto accentuarsi del calo tendenziale dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (-8,0%, da -3,1% di novembre), dovuto all’ulteriore marcata diminuzione dei prezzi dei carburanti.
Al netto degli alimentari non lavorati e dei beni energetici, l’“inflazione di fondo” sale quindi a +0,6% (da +0,5% del mese precedente); al netto dei soli beni energetici scende a +0,5% (da +0,6% di novembre).
La stabilità congiunturale dell’indice generale è in sostanza la sintesi del calo dei prezzi degli Energetici non regolamentati (-3,6%) e del rialzo dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (+2,6%), in larga parte condizionati da fattori stagionali.
Per quanto concerne le locazioni l'indice annuale, ridotto al 75%, si è attestato al -0,075 % e l'indice biennale al + 0,375 %.
L'Istat spiega che, nel mese di dicembre 2014, per quanto concerne l'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività, gli incrementi congiunturali più significativi si sono verificati nei capitoli Ricreazione, spettacoli e cultura (+ 0,5 %), Trasporti (+ 0,4 %) e Comunicazioni (+ 0,2 %).
Variazioni nulle si sono registrate nei sette capitoli Prodotti alimentari e bevande analcoliche, Bevande alcoliche e tabacchi, Abbigliamento e calzature, Mobili articoli e servizi per la casa, Servizi sanitari e spese per la salute, Istruzione, Altri beni e servizi
Variazioni congiunturali negative si sono verificate nei capitoli Servizi ricettivi e di ristorazione (- 0,5 %) e Trasporti (- 0,2 %).
Gli incrementi tendenziali più elevati si sono registrate nei capitoli Istruzione (+ 1,8 %), Servizi ricettivi e di ristorazione (+ 1,0 %), Mobili, articoli e servizi per la casa (+ 0,6%), Altri beni e servizi (+ 0,3 %).
Quelli più contenuti si sono registrati nei capitoli Servizi sanitari e spese per la salute (+ 0,1 %) e Ricreazione, spettacoli e cultura, Abbigliamento e calzature (+ 0,2 %).
Incrementi tendenziali nulli si sono registrati nel capitolo Bevande alcoliche e tabacchi.
Gli incrementi tendenziali negativi si sono registrati nei capitoli Comunicazioni (- 2,3 %) e Trasporti (- 0,9 %), Abitazione, acqua elettricità e combustibili (- 0,4 %), Prodotti alimentari e bevande analcoliche (- 0,2 %).
Nell'ambito delle 20 città capoluogo di regione, gli aumenti tendenziali più elevati dell'indice NIC si sono verificati nelle città di Bolzano (+ 0,8 %), Cagliari e Palermo (+ 0,5 per entrambe), Potenza, Aosta e Bologna (+ 0,2 % per tutte e tre), Roma (+ 0,1 %), Trento, Torino, Napoli, Genova e Milano (+ 0,0 % per tutte e cinque), Venezia (- 0,1 %), Trieste (- 0,2 %), L’Aquila (- 0,3 %), Ancona, Perugia e Bari (- 0,5 % per tutte e tre), Catanzaro e Firenze (- 0,7 % per entrambe).
I prossimi indici saranno pubblicati il 20 febbraio 2015.
© Riproduzione riservata
La variazione mensile è stata dello 0,0 % e quella annua del - 0,1 %. Ai fini della determinazione del trattamento di fine rapporto (TFR) maturato nel periodo tra il 15 Dicembre 2014 ed il 14 Gennaio 2015, occorre rivalutare la quota accantonata al 31 Dicembre 2013 dello 1,429972 %.
Ricordiamo che a partire dai dati di gennaio 2011, la base di riferimento dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC) e dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) è il 2010 (la precedente era il 1995).
Il coefficiente di raccordo dalla base 1995 alla base 2010 dell'indice generale dei prezzi al consumo per le Famiglie di Operai e Impiegati (senza tabacchi) è pari a 1,373.
L’azzeramento dell’inflazione è da ascrivere in larga misura al netto accentuarsi del calo tendenziale dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (-8,0%, da -3,1% di novembre), dovuto all’ulteriore marcata diminuzione dei prezzi dei carburanti.
Al netto degli alimentari non lavorati e dei beni energetici, l’“inflazione di fondo” sale quindi a +0,6% (da +0,5% del mese precedente); al netto dei soli beni energetici scende a +0,5% (da +0,6% di novembre).
La stabilità congiunturale dell’indice generale è in sostanza la sintesi del calo dei prezzi degli Energetici non regolamentati (-3,6%) e del rialzo dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (+2,6%), in larga parte condizionati da fattori stagionali.
Per quanto concerne le locazioni l'indice annuale, ridotto al 75%, si è attestato al -0,075 % e l'indice biennale al + 0,375 %.
L'Istat spiega che, nel mese di dicembre 2014, per quanto concerne l'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività, gli incrementi congiunturali più significativi si sono verificati nei capitoli Ricreazione, spettacoli e cultura (+ 0,5 %), Trasporti (+ 0,4 %) e Comunicazioni (+ 0,2 %).
Variazioni nulle si sono registrate nei sette capitoli Prodotti alimentari e bevande analcoliche, Bevande alcoliche e tabacchi, Abbigliamento e calzature, Mobili articoli e servizi per la casa, Servizi sanitari e spese per la salute, Istruzione, Altri beni e servizi
Variazioni congiunturali negative si sono verificate nei capitoli Servizi ricettivi e di ristorazione (- 0,5 %) e Trasporti (- 0,2 %).
Gli incrementi tendenziali più elevati si sono registrate nei capitoli Istruzione (+ 1,8 %), Servizi ricettivi e di ristorazione (+ 1,0 %), Mobili, articoli e servizi per la casa (+ 0,6%), Altri beni e servizi (+ 0,3 %).
Quelli più contenuti si sono registrati nei capitoli Servizi sanitari e spese per la salute (+ 0,1 %) e Ricreazione, spettacoli e cultura, Abbigliamento e calzature (+ 0,2 %).
Incrementi tendenziali nulli si sono registrati nel capitolo Bevande alcoliche e tabacchi.
Gli incrementi tendenziali negativi si sono registrati nei capitoli Comunicazioni (- 2,3 %) e Trasporti (- 0,9 %), Abitazione, acqua elettricità e combustibili (- 0,4 %), Prodotti alimentari e bevande analcoliche (- 0,2 %).
Nell'ambito delle 20 città capoluogo di regione, gli aumenti tendenziali più elevati dell'indice NIC si sono verificati nelle città di Bolzano (+ 0,8 %), Cagliari e Palermo (+ 0,5 per entrambe), Potenza, Aosta e Bologna (+ 0,2 % per tutte e tre), Roma (+ 0,1 %), Trento, Torino, Napoli, Genova e Milano (+ 0,0 % per tutte e cinque), Venezia (- 0,1 %), Trieste (- 0,2 %), L’Aquila (- 0,3 %), Ancona, Perugia e Bari (- 0,5 % per tutte e tre), Catanzaro e Firenze (- 0,7 % per entrambe).
I prossimi indici saranno pubblicati il 20 febbraio 2015.
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