Istat: Indici prezzi al consumo settembre 2016
17/10/2016
L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento
dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Settembre
2016; l'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di
operai ed impiegati si è, dunque, attestato per il mese di
settembre 2016 con la nuova base 2015 sul valore
di 100,00 con una lieve variazione negativa
rispetto a quello del mese precedente.
La variazione mensile è stata del -0,2 % e quella
annua del +0,1%. Ai fini della determinazione del
trattamento di fine rapporto (TFR) maturato nel
periodo tra il 15 Settembre 2016 ed il 14 Ottobre 2016, occorre
rivalutare la quota accantonata al 31 Dicembre 2015 del +
1,195093%.
Per quanto concerne le locazioni l'indice annuale, ridotto al 75%, si è attestato al +0,075% e l'indice biennale allo 0,000%.
Ricordiamo che a partire dai dati di gennaio 2016, la base di
riferimento dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per
l'intera collettività (NIC) e dell'indice nazionale dei prezzi al
consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) è il 2015 (la
precedente era il 2010).
Il coefficiente di raccordo dalla base 2010 alla base
2016 dell'indice generale dei prezzi al consumo per le
Famiglie di Operai e Impiegati (senza tabacchi) è pari a
1,071.
Dopo sette mesi consecutivi di diminuzioni tendenziali, i prezzi al consumo tornano a crescere seppur di poco. Questa inversione di tendenza è dovuta principalmente al marcato ridimensionamento della flessione dei prezzi dei Beni energetici sia non regolamentati (-2,7%, da -7,0% di agosto) sia regolamentati (-3,8%, da -5,9%) e, in misura minore, alla ripresa della crescita tendenziale dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (+1,1%; la variazione era nulla il mese precedente).
Al netto degli alimentari non lavorati e dei beni energetici, l’“inflazione di fondo” sale a +0,5% (da +0,4% di agosto); al netto dei soli beni energetici si attesta a +0,5% registrando, rispetto al mese precedente (+0,6%), un rallentamento di lieve entità.
Rispetto a settembre 2015, i prezzi dei beni fanno registrare una flessione pari a -0,2% (era -0,5% ad agosto), mentre il tasso di crescita dei prezzi dei servizi scende a +0,4% (da +0,5% del mese precedente). Di conseguenza, rispetto ad agosto 2016, il differenziale inflazionistico tra servizi e beni si riduce di quattro decimi di punto percentuale.
I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona diminuiscono dello 0,1% su base mensile e registrano una variazione nulla su base annua (da +0,6% di agosto).
I prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto aumentano dello 0,1% in termini congiunturali e dello 0,2% in termini tendenziali (era +0,1% ad agosto).
L’indice dei prezzi al consumo armonizzato (IPCA) aumenta
dell’1,9% su base mensile e dello 0,1% su base annua, con
un’inversione di tendenza dal -0,1% di agosto, confermando la stima
preliminare.
L'Istat spiega che, nel mese di settembre 2016,
per quanto concerne l'indice dei prezzi al consumo per l'intera
collettività, gli incrementi congiunturali più
significativi si sono verificati nei capitoli Abitazione,
acqua, elettricità e combustibili (+0,8%), Istruzione (+0,4%),
Abbrigliamenti e calzature, Servizi ricettivi e di ristorazione
(+0,3% per entrambi), Altri beni e servizi (+0,1%).
Variazioni nulle si sono registrate nei sei
capitoli Bevande alcoliche e tabacchi, Mobili articoli e servizi
per la casa, Servizi sanitari e spese per la salute,
Comunicazioni.
Variazioni congiunturali negative si sono
verificate nel capitolo Ricreazione spettacoli e cultura (-1,9%),
Trasporti (-1,3%).
Gli incrementi tendenziali più elevati si sono
registrati nei capitoli Bevande alcoliche e tabacchi (+2,0%),
Istruzione (+0,9%), Servizi ricettivi e di ristorazione (+0,8%),
Abbigliamento e calzature (+0,5%).
Quelli più contenuti si sono registrati nei
capitoli Mobili articoli e servizi per la casa, Ricreazione
spettacoli e cultura, Altri beni e servizi (+0,3% per tutti e tre),
Servizi sanitari e spese per la salute (+ 0,2%), Prodotti
alimentari e bevande analcoliche (+0,1%).
Incrementi tendenziali nulli si sono registrati in
nessun capitolo.
Gli incrementi tendenziali negativi si sono
registrati nei capitoli Abitazione acqua elettricità e combustibili
(-1,2%), Comunicazioni (-1,0%), Trasporti (-0,1%),.
Nell'ambito delle 20 città capoluogo di regione, gli aumenti
tendenziali più elevati dell'indice NIC si sono verificati soltanto
nelle città di Napoli (+0,7%), Trieste (+0,6%), Bolzano e Aosta
(+0,5% per entrambe), Venezia e Cagliari (+0,4% per entrambe),
Bologna, Genova e Perugia (+0,3% per tutte e tre), Torino e Palermo
(+0,2% per entrambe), nelle città di Firenze, Catanzaro, Potenza,
Bari e Trento non si è registrati aumenti tendenziali, mentre nelle
altre città sono tutti negativi: a Roma e Ancona (-0,2% per tutte e
due), Milano (-0,5%).
I prossimi indici saranno pubblicati il 14 Novembre
2016.
A cura di Redazione LavoriPubblici.it
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