Istat e Indici prezzi al consumo dicembre 2017: Torna l’inflazione con un +0,8%

17/01/2018

L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Dicembre 2017; l'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati al netto dei tabacchi ha avuto un incremento nel mese di dicembre 2017 con la nuova base 2015 attestandosi sul valore di 101,10 con un lieve aumento rispetto a quello del mese precedente.
La variazione mensile è stata del +0,30% e quella annua del +0,80%. Ai fini della determinazione del trattamento di fine rapporto (TFR) maturato nel periodo tra il 15 Dicembre 2017 ed il 14 Gennaio 2018, occorre rivalutare la quota accantonata al 31 Dicembre 2016 del + 2,098205%.

Ricordiamo che a partire dai dati di gennaio 2016, la base di riferimento dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC) e dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) è il 2015 (la precedente era il 2010).

Il coefficiente di raccordo dalla base 2010 alla base 2016 dell'indice generale dei prezzi al consumo per le Famiglie di Operai e Impiegati (senza tabacchi) è pari a 1,071.

Nel mese di dicembre 2017, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, aumenta dello 0,4% su base mensile e aumenta dello 0,9% rispetto a dicembre 2016 (stessa variazione tendenziale di novembre), confermando la stima preliminare.

In media, nel 2017 i prezzi al consumo registrano una crescita dell’1,2% dopo la lieve flessione del 2016 (-0,1%). L’”inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, si attesta a +0,7%, un tasso solo di poco più elevato rispetto a quello del 2016 (+0,5%).

La stabilità dell’inflazione a dicembre 2017 è diffusa tra le diverse tipologie di prodotto. Fa eccezione l’accelerazione della crescita dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (+2,8%, da +2,2% di novembre) bilanciata dal rallentamento della crescita dei prezzi sia dei Beni alimentari non lavorati (+2,4%, da +3,2% del mese precedente) sia dei Beni energetici non regolamentati (+4,4% da +5,0% di novembre).

In questo quadro, a dicembre sia l’”inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, sia quella al netto dei soli beni energetici confermano le stesse variazioni registrate nel mese precedente (rispettivamente +0,4% e +0,6%).

L’incremento su base mensile dell’indice generale è dovuto prevalentemente agli aumenti dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (+2,5%), cui si accompagna quello degli Energetici non regolamentati (+0,6%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,4%) e degli Alimentari non lavorati (+0,3%).

Su base annua, la crescita dei prezzi dei beni si riduce a +1,1% (da +1,3% di novembre) mentre il tasso di crescita dei prezzi dei servizi accelera di un decimo di punto percentuale (+0,6% da 0,5%). Il differenziale inflazionistico tra servizi e beni si conferma quindi negativo e pari a -0,5 punti percentuali (era -0,8 a novembre).

L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta dello 0,3% su base mensile e dell’1,0% su base annua (era +1,1% a novembre), confermando la stima preliminare. La variazione media annua del 2017 è pari a +1,3% (era -0,1% nel 2016).

Per quanto concerne le locazioni l'indice annuale, ridotto al 75%, si è attestato al +0,600% e l'indice biennale al +0,900%
L'Istat spiega che, nel mese di dicembre 2017, per quanto concerne l'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività, gli incrementi congiunturali più significativi si sono verificati nei capitoli Trasporti (+1,5%), Ricreazione spettacoli e cultura (+1,3%), Prodotti alimentari e bevande analcoliche, Bevande alcoliche e tabacchi (+0,1% per entrambi)

Variazioni nulle si sono registrate nei capitoli Abitazione acqua elettricità e combustibili, Mobili articoli e servizi per la casa, Servizi sanitari e spese per la salute, Comunicazioni, Istruzione, Altri beni e servizi.

Variazioni congiunturali negative si sono verificate nei capitoli Servizi ricettivi e di ristorazione (-0,2%), Abbigliamento e calzature (-0,1%).

Gli incrementi tendenziali più elevati si sono registrati nei capitoli Trasporti (+2,8%), Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+1,9%), Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+1,5%), Servizi ricettivi e di ristorazione (+1,1%), Altri beni e servizi (+0,6%).

Quelli più contenuti si sono registrati nei capitoli Ricreazione, spettacoli e cultura (+0,5%), Bevande alcoliche e tabacchi (+0,4%), Abbigliamento e calzature, Servizi sanitari e spese per la salute (+0,1% per entrambi).

Incrementi tendenziali nulli si sono registrati nel capitolo, Mobili articoli e servizi per la casa.
Gli incrementi tendenziali negativi si sono registrati nei capitoli Istruzione (-16,2%), Comunicazioni (-1,3%).
Nell'ambito delle 20 città capoluogo di regione, gli aumenti tendenziali più elevati dell'indice NIC si sono verificati nelle città di Bolzano (+1,6%), Genova e Venezia (+1,3% per entrambe), Trento, Aosta e Milano (+1,0% per tutte e tre), Trieste, Torino, Perugia e Firenze (+0,9% per tutte e quattro), Bologna, Palermo e Catanzaro(+0,8 per tutte e tre), Cagliari (+0,7%),, Napoli, Bari e Roma (+0,6% per tutte e tre), Ancona e Potenza (+0,2%).

I prossimi indici saranno pubblicati il 22 Febbraio 2018.              

A cura di Redazione LavoriPubblici.it



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