Istat e Indici prezzi al consumo ottobre 2019: variazione negativa dello 0,1% rispetto mese precedente
18/11/2019
L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Ottobre 2019; l'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati, al lordo dei tabacchi, nel mese di ottobre 2019 ha registrato una diminuzione dello 0,1% su base mensile e un aumento dello 0,2% su base annua (in lieve rallentamento da +0,3% di settembre); la stima preliminare era +0,3%.
Ai fini della determinazione del trattamento di fine rapporto (TFR) maturato nel periodo tra il 15 Settembre 2019 ed il 14 Ottobre 2019, occorre rivalutare la quota accantonata al 31 Dicembre 2018 del +1,470373.
Con gli indici di gennaio 2018, l’Istat avvia, per la stima dell’inflazione, l’utilizzo dei dati sui prezzi registrati alle casse di ipermercati e supermercati mediante scannerizzazione dei codici a barre (scanner data). Questo utilizzo riguarda i prezzi dei beni alimentari confezionati, per la cura della casa e della persona. Come previsto dal Regolamento (CE) n. 1921 (19/10/2001), nel corso del 2018 sarà diffusa la stima dell’impatto di questa nuova fonte di dati sul tasso di variazione tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo armonizzato (IPCA).
Ricordiamo che a partire dai dati di gennaio 2016, la base di riferimento dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC) e dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) è il 2015 (la precedente era il 2010).
Il coefficiente di raccordo dalla base 2010 alla base 2016 dell'indice generale dei prezzi al consumo per le Famiglie di Operai e Impiegati (senza tabacchi) è pari a 1,071.
Nel mese di ottobre 2019, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registri una diminuzione dello 0,1% su base mensile e un aumento dello 0,2% su base annua (in lieve rallentamento da +0,3% di settembre); la stima preliminare era +0,3%.
La lieve decelerazione dell’inflazione è dovuta principalmente all’ampliamento della flessione dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (da -5,3% a -8,0%), solo in parte compensato dall’accelerazione dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da +0,4% a +1,8%).
L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli beni energetici accelerano entrambe da +0,6% a +0,7%.
La lieve diminuzione su base congiunturale dell’indice generale è dovuta essenzialmente al calo, dovuto per lo più a fattori stagionali, dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (-0,7%) e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (-0,8%), solo in parte bilanciato dall’aumento congiunturale dei prezzi dei Beni energetici, sia nella componente regolamentata (+2,9%) che non (+0,9%).
Si accentua la flessione dei prezzi dei beni (da -0,2% a -0,5%), mentre accelerano quelli dei servizi (da +0,9% a +1,1%); il differenziale inflazionistico rimane positivo e si amplia portandosi a +1,6 punti percentuali (era +1,1 a settembre).
L’inflazione acquisita per il 2019 è +0,6% per l’indice generale e +0,5% per la componente di fondo.
I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona aumentano dello 0,5% su base annua (da +0,4% del mese precedente) e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto dello 0,4% (stabili rispetto a settembre), registrando in entrambi i casi una crescita debole ma più sostenuta di quella riferita all’intero paniere.
L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta dello 0,2% su base mensile e su base annua (come a settembre), confermando la stima preliminare.
L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra una diminuzione dello 0,1% su base mensile e una variazione nulla rispetto a ottobre 2018.
Per quanto concerne le locazioni l'indice
annuale, ridotto al 75%, si è attestato al
+0,000% e l'indice biennale al
+1,125%
L'Istat spiega che, nel mese di ottobre 2019, per
quanto concerne l'indice dei prezzi al consumo per l'intera
collettività, gli incrementi congiunturali più
significativi si sono verificati nei capitoli Bevande
alcoliche e tabacchi (+1,9%), Altri beni e servizi (+1,5%), Servizi
ricettivi e di ristorazione (+1,4%), Istruzione (+1,3%), Alimentari
e bevande analcoliche (+0,8%), Salute (+0,6%), Abbigliameno e
calzature (+0,4%).
Variazioni nulle si sono registrate nel capitolo Trasporti
Variazioni congiunturali negative si sono verificate nei capitoli Comunicazioni (-7,0%), Abitazione, acqua, energia (-1,8%), Ricreazione, spettacoli e cultura (-0,3%), Mobili, articoli e servizi per la casa (-0,1%),
Gli incrementi tendenziali più elevati si sono registrati nei capitoli Tabacchi (+2,9%), Servizi relativi ai trasporti (+1,8%), Servizi vari (+1,5%), Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+1,4%).
Quelli più contenuti si sono registrati nei capitoli Beni alimentari (+0,6%), Servizi relativi all'abitazione (+0,7%).
Incrementi tendenziali nulli si sono registrati in nessun capitolo.
Gli incrementi tendenziali negativi si sono registrati nei capitoli Servizi relativi alle comunicazioni (-6,0%), Beni energetici (-4,6%), Altri beni (-0,2%).
Nell'ambito delle 20 città capoluogo di regione, gli aumenti tendenziali più elevati dell'indice NIC si sono verificati nelle città di Bolzano (+1.1%), Bari (+1,0%), Genova e Modena (+0,7% per entrambe), Napoli (+0,6%), Catania, Milano e Verona (+0,4% per tutte e tre), Livorno e Torino (+0,3% per entrambe), Catanzaro, Messina e Venezia (+0,2% per tutte e tre), Brescia, Reggio Calabria, Reggio Emilia, Roma e Trieste (+0,1% per tutte e cinque), Firenze, Palermo e Potenza (+0,0% per tutte e tre), Bologna, Cagliari, Padova, Perugia, Ravenna e Trento (-0,1% per tutte e sei), Aosta, (-0,2%), Ancona (-0,3%), Parma, (+0,4%).
I prossimi indici saranno pubblicati il 16 dicembre 2019.
A cura di Redazione LavoriPubblici.it
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