La manovra sulle rinnovabili: il governo condanna il settore
03/06/2010
Futuro sempre più incerto per le rinnovabili in Italia. Dopo
giornate di intense e contraddittorie discussioni all'interno del
Governo, la conferma dell'inserimento nel DL Manovra dell'art. 15
che impone agli impianti idroelettrici di grande derivazione un
nuovo canone, e dell'art. 45 che cancella l'obbligo da parte del
GSE di ritirare i CV in esubero, sembra confermare la precisa
volontà da parte del Governo di non proseguire il cammino verso gli
obiettivi europei del 2020, senza per altro incidere in nessuna
maniera sui conti pubblici.
"Queste due misure non comportano alcun vantaggio per le casse dello Stato - evidenzia Roberto Longo, presidente di APER - al contrario si rinuncia al gettito fiscale che ne potrebbe derivare, condannando a morte un settore che mostra ancora vivacità imprenditoriale, economica e tecnologica e grazie al quale l'Italia può ancora essere competitiva nei confronti di altre economie".
"Da non sottovalutare inoltre - continua Longo - la forte turbativa che tali provvedimenti creeranno negli istituti di credito, con conseguente perdita di credibilità del Sistema Paese nei confronti del mondo finanziario."
L'Associazione si augura quindi che queste norme, pubblicate alla vigilia dell'invio del Piano d'Azione Nazionale dovuto entro la fine di giugno, possano ancora essere modificate permettendo l'allineamento in extremis dell'Italia alle politiche energetiche europee in materia di rinnovabili. APER lancia quindi un appello alle forze politiche perché procedano ad un'attenta e approfondita riflessione sulla questione.
Per ulteriori informazioni:
Claudia Abelli
Responsabile Comunicazione APER
Tel. (+39) 02 / 6692 673 Fax (+39) 02 / 6749 0140
e-mail: claudia.abelli@aper.it
© Riproduzione riservata
"Queste due misure non comportano alcun vantaggio per le casse dello Stato - evidenzia Roberto Longo, presidente di APER - al contrario si rinuncia al gettito fiscale che ne potrebbe derivare, condannando a morte un settore che mostra ancora vivacità imprenditoriale, economica e tecnologica e grazie al quale l'Italia può ancora essere competitiva nei confronti di altre economie".
"Da non sottovalutare inoltre - continua Longo - la forte turbativa che tali provvedimenti creeranno negli istituti di credito, con conseguente perdita di credibilità del Sistema Paese nei confronti del mondo finanziario."
L'Associazione si augura quindi che queste norme, pubblicate alla vigilia dell'invio del Piano d'Azione Nazionale dovuto entro la fine di giugno, possano ancora essere modificate permettendo l'allineamento in extremis dell'Italia alle politiche energetiche europee in materia di rinnovabili. APER lancia quindi un appello alle forze politiche perché procedano ad un'attenta e approfondita riflessione sulla questione.
Per ulteriori informazioni:
Claudia Abelli
Responsabile Comunicazione APER
Tel. (+39) 02 / 6692 673 Fax (+39) 02 / 6749 0140
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