La progettazione di edifici nEZB: cercansi progettisti con una nuova coscienza microclimatica
12/11/2015
Il SAIE 2015 si è chiuso a Bologna con oltre 10.000 visite di
professionisti e tecnici dell'edilizia. E' stata data grande enfasi
alle novità tecnologiche, ai sistemi costruttivi ad alto isolamento
e risparmio energetico, ai software per la nuova attestazione
energetica. Ma se avessimo chiesto a ciascuno di quei 10.000
tecnici: "Saprebbe spiegarmi cos'è l'architettura bioclimatica?
Quali caratteristiche definiscono con precisione un edificio
nEZB? ", molto probabilmente pochi tra loro avrebbero saputo
definire correttamente il concetto di edificio ad energia
quasi zero, e molte risposte ci avrebbero certamente
lasciati perplessi.
Un'indagine di Legambiente di alcuni anni fa (denominata "Tutti in Classe A") accertò che l'80% degli edifici civili e del terziario in Italia ricade nella classe energetica più bassa; e molti di quegli edifici erano caratterizzati da firme prestigiose.
Qual é il segnale da cogliere? Occorrono progettisti con una nuova coscienza bioclimatica che operino con l'obiettivo di progettare il benessere e il comfort del committente , non solo pensando alla propria immagine e al tornaconto.
Recentemente l'ANDIL, commentando i tre nuovi decreti sull'efficienza energetica in edilizia (pubblicati nella G.U. del 15 luglio scorso), ha rilevato come questi non abbiamo dato l'importanza dovuta all'inerzia termica, capace di conferire comfort abitativo estivo senza dover ricorrere ad impianti di climatizzazione con alti costi energetici. "Si è trascurato - dice la nota - il problema del clima estivo mediterraneo e le temperature che ormai sfiorano i 40°; ci si è preoccupati soprattutto della situazione invernale portando l'attenzione su tipologie costruttive orientate al solo isolamento dal freddo e generando così gravissimi problemi in estate per non aver considerato i problemi legati al surriscaldamento".
Cos'è dunque un edificio bioclimatico, capace di meritare a pieno titolo la definizione di edificio nEZB? Prima di elencarne sinteticamente i caratteri identificativi, vorrei portare la vostra attenzione su un'eccezionale edificio bioclimatico esistente in Natura: il nido delle Termiti australiane. Alto anche più di 5 metri, viene realizzato con spesse pareti di fango alternate a canali verticali di aereazione e ventilazione che collegano la parte bassa del nido con la sommità provvista di molti camini richiudibili all'occorrenza. L'orientamento viene sempre realizzato secondo l'asse nord-sud per ottenere la migliore insolazione, poiché all'interno deve essere mantenuta una temperatura costante di 31°C, necessaria alla vita degli insetti ed alla schiusa delle uova. Quando la temperatura supera questo limite, i canali vengono aperti e l'aria - fatta entrare dal lato nord e fatta passare tra una coltivazione di funghi e licheni sottostante al nido mantenuta sempre ben umida - viene rinfrescata e introdotta all'interno del nido apportando raffrescamento e ossigenazione. Quando invece la temperatura interna scende sotto i 31°C i canali vengono chiusi e si utilizza il re-irraggiamento verso l'interno del calore accumulato dalle pareti. Un eccellente sistema di climatizzazione bio-microclimatica attuata da umili insetti che seguono inconsapevolmente un processo scritto nei loro geni rivelatore di un'intelligenza superiore.
Nello Zimbabwe l'architetto Mick Pierce ha progettato e realizzato un grande complesso civile e commerciale ( L'Eastgate Center) copiando letteralmente il procedimento posto in atto dalle Termiti. Il fabbisogno energetico di tutto il complesso è soddisfatto per l'80% dal sistema di captazione solare, ombreggiamento e ventilazione naturali. Può l'uomo essere superato ed umiliato dalla tecnologia posta in essere da quei piccoli insetti? Il caso Zimbabwe insegna.
Come definire dunque un edificio nEZB ad energia quasi zero? A parte quanto si legge nell'art. 2 della EPBD 31/20107UE: "un edificio ad altissima prestazione energetica, con fabbisogno energetico molto basso o quasi nullo che dovrà essere coperto in misura molto significativa da energia da fonti rinnovabili", ecco le sette caratteristiche chiave che risiederanno in una responsabile, etica e ineccepibile progettazione microclimatica:
1) Involucro ad altissimo isolamento capace di mantenere inalterato il comfort interno estivo ed invernale indipendentemente dalle condizioni climatiche esterne.
2) Orientamento dell'edificio secondo l'asse nord-sud in stretta osservanza del moto apparente del Sole
3) Forma dell'edificio accuratamente progettata e posizionamento delle aperture tenendo conto delle brezze e dei venti dominanti mitigandone gli effetti con il posizionamento di alberi sempreverdi
4 Controllo dell'apporto energetico estivo del Sole con l'ombra fornita da piante caducifoglie e da sbalzi e sporti saggiamente dimensionati
5) Ventilazione naturale degli ambienti interni accuratamente progettata - utilizzando anche il prodigioso "effetto-camino" - che non richiederà l'installazione di impianti meccanici addizionali
6) Soleggiamento invernale con conseguente riscaldamento gratuito grazie ad un'attenta collocazione delle aperture sui lati sud e sud-ovest ottenendo calore che potrà anche essere accumulato ed utilizzato nelle ore notturne
7) Isolamento termico totale esteso al sottopiano delle fondazioni (fattore da sempre completamente trascurato) ed alla copertura.
Ecco perché occorre una nuova coscienza microclimatica nei progettisti, una vera etica professionale che si ponga in sintonia con esigenze ormai non rinviabili di economie energetiche, di benessere psico-fisico (non solo del committente ma anche del tecnico soddisfatto del suo operare), riappropriandosi di quella che potrà definirsi vera architettura dell'Uomo, in stretto e continuo dialogo ed in perfetta sinergia con la Natura.
Coraggio dunque, progettisti bioclimatici! Noi valiamo ben di più di quegli umili e laboriosi insetti.
© Riproduzione riservata
Un'indagine di Legambiente di alcuni anni fa (denominata "Tutti in Classe A") accertò che l'80% degli edifici civili e del terziario in Italia ricade nella classe energetica più bassa; e molti di quegli edifici erano caratterizzati da firme prestigiose.
Qual é il segnale da cogliere? Occorrono progettisti con una nuova coscienza bioclimatica che operino con l'obiettivo di progettare il benessere e il comfort del committente , non solo pensando alla propria immagine e al tornaconto.
Recentemente l'ANDIL, commentando i tre nuovi decreti sull'efficienza energetica in edilizia (pubblicati nella G.U. del 15 luglio scorso), ha rilevato come questi non abbiamo dato l'importanza dovuta all'inerzia termica, capace di conferire comfort abitativo estivo senza dover ricorrere ad impianti di climatizzazione con alti costi energetici. "Si è trascurato - dice la nota - il problema del clima estivo mediterraneo e le temperature che ormai sfiorano i 40°; ci si è preoccupati soprattutto della situazione invernale portando l'attenzione su tipologie costruttive orientate al solo isolamento dal freddo e generando così gravissimi problemi in estate per non aver considerato i problemi legati al surriscaldamento".
Cos'è dunque un edificio bioclimatico, capace di meritare a pieno titolo la definizione di edificio nEZB? Prima di elencarne sinteticamente i caratteri identificativi, vorrei portare la vostra attenzione su un'eccezionale edificio bioclimatico esistente in Natura: il nido delle Termiti australiane. Alto anche più di 5 metri, viene realizzato con spesse pareti di fango alternate a canali verticali di aereazione e ventilazione che collegano la parte bassa del nido con la sommità provvista di molti camini richiudibili all'occorrenza. L'orientamento viene sempre realizzato secondo l'asse nord-sud per ottenere la migliore insolazione, poiché all'interno deve essere mantenuta una temperatura costante di 31°C, necessaria alla vita degli insetti ed alla schiusa delle uova. Quando la temperatura supera questo limite, i canali vengono aperti e l'aria - fatta entrare dal lato nord e fatta passare tra una coltivazione di funghi e licheni sottostante al nido mantenuta sempre ben umida - viene rinfrescata e introdotta all'interno del nido apportando raffrescamento e ossigenazione. Quando invece la temperatura interna scende sotto i 31°C i canali vengono chiusi e si utilizza il re-irraggiamento verso l'interno del calore accumulato dalle pareti. Un eccellente sistema di climatizzazione bio-microclimatica attuata da umili insetti che seguono inconsapevolmente un processo scritto nei loro geni rivelatore di un'intelligenza superiore.
Nello Zimbabwe l'architetto Mick Pierce ha progettato e realizzato un grande complesso civile e commerciale ( L'Eastgate Center) copiando letteralmente il procedimento posto in atto dalle Termiti. Il fabbisogno energetico di tutto il complesso è soddisfatto per l'80% dal sistema di captazione solare, ombreggiamento e ventilazione naturali. Può l'uomo essere superato ed umiliato dalla tecnologia posta in essere da quei piccoli insetti? Il caso Zimbabwe insegna.
Come definire dunque un edificio nEZB ad energia quasi zero? A parte quanto si legge nell'art. 2 della EPBD 31/20107UE: "un edificio ad altissima prestazione energetica, con fabbisogno energetico molto basso o quasi nullo che dovrà essere coperto in misura molto significativa da energia da fonti rinnovabili", ecco le sette caratteristiche chiave che risiederanno in una responsabile, etica e ineccepibile progettazione microclimatica:
1) Involucro ad altissimo isolamento capace di mantenere inalterato il comfort interno estivo ed invernale indipendentemente dalle condizioni climatiche esterne.
2) Orientamento dell'edificio secondo l'asse nord-sud in stretta osservanza del moto apparente del Sole
3) Forma dell'edificio accuratamente progettata e posizionamento delle aperture tenendo conto delle brezze e dei venti dominanti mitigandone gli effetti con il posizionamento di alberi sempreverdi
4 Controllo dell'apporto energetico estivo del Sole con l'ombra fornita da piante caducifoglie e da sbalzi e sporti saggiamente dimensionati
5) Ventilazione naturale degli ambienti interni accuratamente progettata - utilizzando anche il prodigioso "effetto-camino" - che non richiederà l'installazione di impianti meccanici addizionali
6) Soleggiamento invernale con conseguente riscaldamento gratuito grazie ad un'attenta collocazione delle aperture sui lati sud e sud-ovest ottenendo calore che potrà anche essere accumulato ed utilizzato nelle ore notturne
7) Isolamento termico totale esteso al sottopiano delle fondazioni (fattore da sempre completamente trascurato) ed alla copertura.
Ecco perché occorre una nuova coscienza microclimatica nei progettisti, una vera etica professionale che si ponga in sintonia con esigenze ormai non rinviabili di economie energetiche, di benessere psico-fisico (non solo del committente ma anche del tecnico soddisfatto del suo operare), riappropriandosi di quella che potrà definirsi vera architettura dell'Uomo, in stretto e continuo dialogo ed in perfetta sinergia con la Natura.
Coraggio dunque, progettisti bioclimatici! Noi valiamo ben di più di quegli umili e laboriosi insetti.
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