La trasformazione dell'architetto

di Giuseppe Scannella - 04/04/2016

Ogni occasione è buona per lamentarsi della crisi che attanaglia le professioni intellettuali. Quelle tecniche, che conosco più da vicino, la vivono in maniera molto più intensa di altre; complice di questo stato di cose il sistema normativo e regolamentare italiano che continua, incessantemente, a penalizzarle in tanti modi e tante forme analizzate e denunziate in moltissime occasioni. Anche su questa pagina.

Va però chiarito come una parte delle criticità derivino da un processo di trasformazione del mercato, della comunicazione, della progressiva digitalizzazione e della stessa società, verso il quale la collettività dei professionisti tecnici fa fatica ad adattarsi. In fondo, come notava Paolo Mieli, una crisi come questa è già avvenuta e sta avvenendo anche in altri settori, stampa compresa.

Dice Mieli che il mestiere di giornalista non sta morendo a causa della crisi che avvolge la carta stampata. Si sta solo trasformando, anche a causa dello svilupparsi di altri mezzi di comunicazione legati al digitale e al web. Esso non morirà come non moriranno i giornali cartacei, che resteranno elementi di nicchia e approfondimento e per i quali ci sarà sempre bisogno di giornalisti "tradizionali". Per i giovani che intraprenderanno il mestiere questo settore sarà sempre e comunque una palestra, indispensabile per ben operare anche negli altri.

A supporto di questa tesi Mieli cita l'esempio del mondo dello spettacolo: fino ad una certa epoca il teatro era tutto. Poi vennero il cinema e la radio, la televisione Si pensava che il teatro non sarebbe sopravvissuto al progresso e invece, anche nelle nuove forme di spettacolo e intrattenimento, l'esperienza teatrale continua a rimanere, per attori e registi, un formidabile bagaglio di conoscenza. Il teatro non è morto, il cinema non è morto, come non morirà la televisione a causa di internet. Si sono evoluti e continueranno a farlo.

Lo stesso avverrà per il mestiere dell'architetto, il mio mestiere. Semplicemente si trasformerà, si sta già rapidamente trasformando, radicalmente. Dobbiamo solo essere capaci di governare, accompagnare, in qualche misura indirizzare questo processo di cambiamento, dopo il quale la figura del progettista ritroverà la sua fondamentale importanza.

Perché, evoluzione o no, questa figura resta comunque l'unica capace di immaginare e realizzare la trasformazione fisica dei luoghi che ospitano le attività umane. A prescindere da liberismi, antitrust, cocontest, talent show e quant'altro.

A cura di arch. Giuseppe Scannella



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