Lavoro agile nella Pubblica Amministrazione: Il Ministro della Pubblica amministrazione firma il decreto con le allegate Linee guida
di Redazione tecnica - 15/12/2020
Arrivano dal Ministero per la Pubblica Amministrazione le nuove Linee guida sul piano organizzativo del lavoro agile (pola) e indicatori di performance approvate con Decreto 9 dicembre 2020 il cui percorso di approvazione si è reso necessariamente più veloce a causa dell'emergenza sanitaria in corso che sta costringendo molte pubbliche amministrazioni ad un massiccio ricorso a modalità di svolgimento della prestazione lavorativa non in presenza, genericamente ricondotte al lavoro agile, finora oggetto di limitate sperimentazioni e timidi tentativi di attuazione.
Lavoro agile nella Pubblica Amministrazione: i dati statistici
Le nuove linee guida arrivano dopo la pubblicazione da parte del Ministero per la Pubblica Amministrazione dei dati statistici relativi al monitoraggio sullo smart working che hanno evidenziato come dopo il primo lockdown di marzo, quando si è toccato un picco del 64% di ricorso al lavoro agile, nel mese di settembre si è comunque mantenuta una percentuale del 46% che dimostra come, pur non essendo una modalità organizzativa "ordinaria", lavoro agile e smart working sono ormai delle prassi di molte pubbliche amministrazioni che hanno deciso di affiancarlo al lavoro in presenza per le attività indifferibili, a garanzia della continuità dei servizi per cittadini e imprese.
Entrando nel dettaglio, secondo il monitoraggio sullo smart working nelle P.A. elaborato da FormezPA per conto della Funzione pubblica, sono state 1.537 le amministrazioni che hanno risposto (circa 300mila i dipendenti rappresentati) per un periodo che va da gennaio al 15 settembre scorso, proprio il giorno in cui il lavoro agile ha smesso di essere la soluzione organizzativa ordinaria. In particolare:
- a gennaio i lavoratori pubblici in smart working erano appena l’1,7%;
- successivamente, l’esplosione della pandemia ha portato ai picchi di maggio con percentuali oltre l’87% per le amministrazioni centrali;
- il lavoro agile ha riguardato l’86% delle amministrazioni interpellate, dal 94% al 100% se parliamo degli enti sopra i 10 addetti;
- a maggio, le dipendenti donne attive da remoto hanno raggiunto il 66,3% contro il 60,3% degli uomini;
- a settembre il gap è diminuito: 47,6% contro 44,4%. In media, 48% contro 44%. A maggio il 57% del tempo di lavoro era mediamente in smart working, con punte di quasi l’80% nelle Pa centrali.
Un lavoratore su due in lavoro agile si è giovato di strumenti forniti dall’amministrazione; in particolare è stato rilevato un +7% sulla disponibilità di device da maggio a settembre. L’87% dei dirigenti adesso ha la firma digitale, mentre la digitalizzazione dei procedimenti è al 60%. Per il 70% delle amministrazioni, secondo il monitoraggio, c’è stato un salto nelle competenze digitali dei dipendenti. Per il 48% degli enti i dipendenti sono stati più responsabilizzati e orientati ai risultati. Il 54% delle amministrazioni ritiene invece che le spese siano diminuite, con punte oltre l’80% per il comparto università e ricerca e nella Pa centrale. Risparmi concentrati soprattutto nelle voci utenze e carta. Infine, su 2.681 dipendenti interpellati, per il 91% l’esperienza del lavoro agile è pienamente o abbastanza soddisfacente e il 73% ritiene che ci siano stati incrementi della produttività del lavoro.
Le Linee guida sul piano organizzativo del lavoro agile (pola) e indicatori di performance
Le nuove linee guida approvate hanno lo scopo di fornire alcune indicazioni metodologiche per supportare le amministrazioni nel passaggio della modalità di lavoro agile dalla fase emergenziale a quella ordinaria, in linea con quanto richiesto dall’articolo 14, comma 1, della legge 7 agosto 2015, n. 124, come modificato dall’art. 263, comma 4-bis, del decreto legge 19 maggio 2020, n. 34 (c.d. “decreto rilancio”), convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, focalizzando l’attenzione sul Piano Organizzativo del Lavoro Agile (POLA) e sugli indicatori di performance, funzionali a un’adeguata attuazione e a un progressivo sviluppo del lavoro agile.
L’approccio proposto è, infatti, quello di un’applicazione progressiva e graduale in quanto le scelte sulla programmazione del lavoro agile sono rimesse all’amministrazione, che deve elaborare un programma di sviluppo nell’arco temporale di un triennio. Va sottolineato preliminarmente come l’adozione di questo diverso approccio organizzativo richiederebbe anche un ripensamento complessivo della disciplina del lavoro pubblico. Non sfugge, infatti, che l’attuale disciplina normativa e contrattuale del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche riflette modelli organizzativi basati sulla presenza fisica in ufficio, con la conseguenza che numerosi istituti relativi al trattamento giuridico ed economico non sempre si conciliano con il cambiamento in atto (si pensi, a titolo di esempio, alla disciplina dei permessi, a quella del lavoro straordinario, ecc.) richiedendo un’azione di revisione complessiva da porre in essere con il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali. Tali modelli, inoltre, mal si conciliano con un’organizzazione che deve essere in grado di adattarsi velocemente ai cambiamenti, di lavorare in una logica incrementale rispettando e rispondendo alle esigenze dell’utenza e di valorizzare il ruolo dei team caratterizzati dall’intercambiabilità e dalla flessibilità operativa dei componenti.
In allegato le Linee guida.
A cura di Redazione LavoriPubblici.it
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