Le professioni al tempo della crisi: compra i mobili, l'architetto è GRATIS
02/12/2014
Qualche giorno fa, seduto attorno a un tavolo davanti ad un piatto
di pasta con le sarde e un buon calice di vino, mi intrattenevo in
un'interessante conversazione con un architetto. Nonostante
l'argomento non fosse dei più indicati a consumare un buon pasto
siciliano, ci siamo trovati a parlare dei tanti "perché" le
professioni tecniche si trovano in questa drammatica
condizione.
Se c'è una cosa che adoro, è ascoltare e leggere i commenti di chi vede il mondo utilizzando filtri diversi dai miei. Non so quando sia successo, ma a un certo punto della chiacchierata mi sono trovato ad ascoltare solo di quanto tizio sia stato peggio di caio, di quanto quel particolare collega sia stato indecente, dell'ordine professionale che non fa nulla per tutelare la categoria e di quanto il "governo ladro" abbia distrutto le professionalità tecniche.
Caso volle che la conversazione sia capitata qualche giorno dopo aver scritto l'articolo Professioni Tecniche: qual è il loro valore? (clicca qui) e prima della sua pubblicazione (dunque il mio interlocutore non poteva avere contezza di ciò che avevo scritto). Nell'articolo facevo riferimento non tanto alle colpe di chi negli anni è riuscito nel tentativo di banalizzare il ruolo dei professionisti dell'area tecnica, facendoli passare per semplici burocrati o peggio passacarte, quanto al ruolo che tutti quanti i professionisti hanno avuto nel far passare il concetto che le professioni tecniche non abbiano un valore.
Al peggio non c'è mai fine. Questo è un proverbio che mai come in questo momento mi sembra vero. Proprio ieri, tramite gli ormai sempre presenti social network, ho appreso di un nuovo tentativo di sminuire le professioni tecniche. Una nota azienda italiana specializzata nella grande distribuzione di mobili e complementi d'arredo ha pubblicizzato un nuovo servizio in cui con soddisfazione si ammetteva di non accontentarsi di vendere bei mobili, ma per rendere unica la casa dei tuoi sogni ti regalavano l'architetto (clicca qui). Hai capito bene, quest'azienda, in barba a qualsiasi slogan "le competenze tecniche hanno un valore" (ecchissenefrega), regala le prestazioni e le competenze tecniche dell'architetto.
La mia prima reazione è stata di incredulità. Subito dopo ho aperto una segnalazione all'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (suggerisco anche a voi di farlo, clicca qui) e chiesto lumi al coordinatore della Rete delle Professioni Tecniche, Armando Zambrano, il quale mi ha prontamente risposto che avrebbe fatto le opportune verifiche mediante il Centro Studi del CNI. Dopo poche ore il direttore del Centro Studi Massimiliano Pittau mi ha risposto di avere verificato e che "effettivamente si tratta di una consulenza che viene offerta dal personale della società che vende i mobili, la quale dispone di personale di vendita che ha molto spesso il titolo di architetto. Si tratta di un'estensione della consulenza che viene comunemente fornita dai negozi di arredamento, che in genere si limita alla consulenza per la scelta degli arredi e per il loro posizionamento nei locali".
Voglio essere brutale, il mio primo commento è stato "fenomeni questi del Centro Studi". Mi è sembrato chiaro sin dal principio che l'azienda in questione non infiocchettasse un architetto mandandolo a casa di chi compra una cucina. Molto più semplicemente ho ritenuto che pubblicità di questo tipo non solo si configurano come palesemente ingannevoli (è come se dicessi che chi compra un mio libro avrà in omaggio una bicicletta e poi gli mando a casa solo la valvola della ruota), ma contribuiscono a ledere la dignità (già molto scarsa) degli Architetti e più in generale dei professionisti dell'area tecnica.
Nel mio ultimo articolo sul valore delle competenze tecniche ho fatto riferimento all'importante ruolo che abbiamo oggi tutti i professionisti per riprendere le redini del nostro futuro. Credo sia indispensabile che TUTTI facciamo gruppo, rispettando la nostra professione e quella di chi con onestà e tenacia non accetta compromessi o imposizioni, e denunciando qualsiasi attività illecita o potenzialmente tale. Credo che questa sia una di quelle volte.
Per terminare, non vi nascondo che la prossima volta andrò solo al ristorante premurandomi di farmi dare un tavolo faccia al muro.
© Riproduzione riservata
Se c'è una cosa che adoro, è ascoltare e leggere i commenti di chi vede il mondo utilizzando filtri diversi dai miei. Non so quando sia successo, ma a un certo punto della chiacchierata mi sono trovato ad ascoltare solo di quanto tizio sia stato peggio di caio, di quanto quel particolare collega sia stato indecente, dell'ordine professionale che non fa nulla per tutelare la categoria e di quanto il "governo ladro" abbia distrutto le professionalità tecniche.
Caso volle che la conversazione sia capitata qualche giorno dopo aver scritto l'articolo Professioni Tecniche: qual è il loro valore? (clicca qui) e prima della sua pubblicazione (dunque il mio interlocutore non poteva avere contezza di ciò che avevo scritto). Nell'articolo facevo riferimento non tanto alle colpe di chi negli anni è riuscito nel tentativo di banalizzare il ruolo dei professionisti dell'area tecnica, facendoli passare per semplici burocrati o peggio passacarte, quanto al ruolo che tutti quanti i professionisti hanno avuto nel far passare il concetto che le professioni tecniche non abbiano un valore.
Al peggio non c'è mai fine. Questo è un proverbio che mai come in questo momento mi sembra vero. Proprio ieri, tramite gli ormai sempre presenti social network, ho appreso di un nuovo tentativo di sminuire le professioni tecniche. Una nota azienda italiana specializzata nella grande distribuzione di mobili e complementi d'arredo ha pubblicizzato un nuovo servizio in cui con soddisfazione si ammetteva di non accontentarsi di vendere bei mobili, ma per rendere unica la casa dei tuoi sogni ti regalavano l'architetto (clicca qui). Hai capito bene, quest'azienda, in barba a qualsiasi slogan "le competenze tecniche hanno un valore" (ecchissenefrega), regala le prestazioni e le competenze tecniche dell'architetto.
La mia prima reazione è stata di incredulità. Subito dopo ho aperto una segnalazione all'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (suggerisco anche a voi di farlo, clicca qui) e chiesto lumi al coordinatore della Rete delle Professioni Tecniche, Armando Zambrano, il quale mi ha prontamente risposto che avrebbe fatto le opportune verifiche mediante il Centro Studi del CNI. Dopo poche ore il direttore del Centro Studi Massimiliano Pittau mi ha risposto di avere verificato e che "effettivamente si tratta di una consulenza che viene offerta dal personale della società che vende i mobili, la quale dispone di personale di vendita che ha molto spesso il titolo di architetto. Si tratta di un'estensione della consulenza che viene comunemente fornita dai negozi di arredamento, che in genere si limita alla consulenza per la scelta degli arredi e per il loro posizionamento nei locali".
Voglio essere brutale, il mio primo commento è stato "fenomeni questi del Centro Studi". Mi è sembrato chiaro sin dal principio che l'azienda in questione non infiocchettasse un architetto mandandolo a casa di chi compra una cucina. Molto più semplicemente ho ritenuto che pubblicità di questo tipo non solo si configurano come palesemente ingannevoli (è come se dicessi che chi compra un mio libro avrà in omaggio una bicicletta e poi gli mando a casa solo la valvola della ruota), ma contribuiscono a ledere la dignità (già molto scarsa) degli Architetti e più in generale dei professionisti dell'area tecnica.
Nel mio ultimo articolo sul valore delle competenze tecniche ho fatto riferimento all'importante ruolo che abbiamo oggi tutti i professionisti per riprendere le redini del nostro futuro. Credo sia indispensabile che TUTTI facciamo gruppo, rispettando la nostra professione e quella di chi con onestà e tenacia non accetta compromessi o imposizioni, e denunciando qualsiasi attività illecita o potenzialmente tale. Credo che questa sia una di quelle volte.
Per terminare, non vi nascondo che la prossima volta andrò solo al ristorante premurandomi di farmi dare un tavolo faccia al muro.
A cura di Gianluca
Oreto - @lucaoreto
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