Lettera aperta al Presidente degli Architetti Italiani Leopoldo Freyrie
29/07/2013
Riceviamo e pubblichiamo integralmente una lettera aperta inviata
alla nostra redazione da un anonimo architetto e indirizzata al
Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti P.P.C. Senza
voler entrare nel dettaglio di quello che, certamente, è lo sfogo
di un professionista in crisi (ma oggi chi non lo è), lasciamo a
voi ogni commento.
"Caro Presidente Freyrie,
come certamente saprai, l'anno in corso è quello della svolta per le libere professioni. Tra costi di previdenza, iscrizione all'ordine, formazione, licenze e assicurazione, tra cambi normativi spesso inutili e incomprensibili, in una situazione economica già estremamente pesante in cui il mercato chiede sempre meno il nostro operato e a costi spesso indecorosi, molti di noi saranno costretti a chiudere la partita iva e molti altri rinunceranno al loro sogno di praticare la professione dell'Architetto.
Prima di farlo e dopo anni di onorato servizio, è mio desiderio conoscere l'utilità di essere iscritto all'ordine, pagando, con una parte della quota di iscrizione, il CNAPPC.
Desidero sapere come il CNAPPC è stato vicino ai problemi della "base" e come ha saputo tutelare la nostra professione dai continui attacchi che arrivavano da più parti e persino dall'Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici di Lavori, Servizi e Forniture e dall'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.
Cosa ha fatto il CNAPPC quando al Governo si decideva della formazione continua e dell'assicurazione obbligatoria o quando la Riforma Fornero ha costretto ad una riforma della previdenza che sarà la causa della nostra morte (professionale)?Come si è posto il CNAPPC nei confronti del Governo quando si decidevano le sorti della nostra professione?
Il desiderio di continuare a svolgere la professione è ancora forte dentro di me. Ma tra i giorni passati a studiare nuove norme che annullavano norme che sostituivano precedenti norme che a loro volta ne sostituivano o modificavano altre, tra i pagamenti che mensilmente devo onorare per licenze, affitto locali e auto, e adesso con le nuove imposizioni della formazione continua, dell'assicurazione obbligatoria e dell'aumento dei costi di previdenza, la stanchezza e il desiderio di mollare pervade la mia mente e le mie vecchie e stanche ossa.
Ti chiedo, dunque, lumi sul da farsi perché allo stato attuale l'unica cosa sensata da fare per noi "vecchi" sarebbe quella di chiudere gli studi e per i giovani fuggire all'estero per cercare un destino migliore.
Un sincero saluto.
Un Libero professionista Architetto"
© Riproduzione riservata
"Caro Presidente Freyrie,
come certamente saprai, l'anno in corso è quello della svolta per le libere professioni. Tra costi di previdenza, iscrizione all'ordine, formazione, licenze e assicurazione, tra cambi normativi spesso inutili e incomprensibili, in una situazione economica già estremamente pesante in cui il mercato chiede sempre meno il nostro operato e a costi spesso indecorosi, molti di noi saranno costretti a chiudere la partita iva e molti altri rinunceranno al loro sogno di praticare la professione dell'Architetto.
Prima di farlo e dopo anni di onorato servizio, è mio desiderio conoscere l'utilità di essere iscritto all'ordine, pagando, con una parte della quota di iscrizione, il CNAPPC.
Desidero sapere come il CNAPPC è stato vicino ai problemi della "base" e come ha saputo tutelare la nostra professione dai continui attacchi che arrivavano da più parti e persino dall'Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici di Lavori, Servizi e Forniture e dall'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.
Cosa ha fatto il CNAPPC quando al Governo si decideva della formazione continua e dell'assicurazione obbligatoria o quando la Riforma Fornero ha costretto ad una riforma della previdenza che sarà la causa della nostra morte (professionale)?Come si è posto il CNAPPC nei confronti del Governo quando si decidevano le sorti della nostra professione?
Il desiderio di continuare a svolgere la professione è ancora forte dentro di me. Ma tra i giorni passati a studiare nuove norme che annullavano norme che sostituivano precedenti norme che a loro volta ne sostituivano o modificavano altre, tra i pagamenti che mensilmente devo onorare per licenze, affitto locali e auto, e adesso con le nuove imposizioni della formazione continua, dell'assicurazione obbligatoria e dell'aumento dei costi di previdenza, la stanchezza e il desiderio di mollare pervade la mia mente e le mie vecchie e stanche ossa.
Ti chiedo, dunque, lumi sul da farsi perché allo stato attuale l'unica cosa sensata da fare per noi "vecchi" sarebbe quella di chiudere gli studi e per i giovani fuggire all'estero per cercare un destino migliore.
Un sincero saluto.
Un Libero professionista Architetto"
© Riproduzione riservata