Liberalizzazioni: Il parere del Presidente degli Ingegneri Armando Zambrano
06/02/2012
Con la lettera aperta la nostra redazione aveva deciso di porre alcune domande ai rappresentanti nazionali delle principali professioni tecniche. In particolare, le domande riguardavano le novità e gli effetti introdotti dall'articolo 9 del decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1 con cui venivano dettate nuove disposizioni per le professioni regolamentate.
Le domande, riguardavano, in particolare:
- l'abolizione dei minimi tariffari
- i parametri dei contenziosi
- la determinazione dei corrispettivi a base d'asta nelle opere pubbliche
- la determinazione di un corrispettivo adeguato all'importanza dell'opera e al decoro della professione
- l'obbligatorietà della determinazione del compenso
Dopo aver pubblicato venerdì scorso le risposte del Presidente del Consiglio nazionale dei geologi Gian Vito Graziano pubblichiamo oggi quelle del Presidente del Consiglio nazionale degli Ingegneri Armando Zambrano.
Le risposte sono pubblicate nel box in corsivo di seguito alle relative domande delle quali può essere letto il testo completo cliccando su "Visualizza tutto".
Ecco le risposte del Presidente Zambrano.
"Credo proprio di no. La tariffa come riferimento è invece una garanzia per l'utente, che ha modo di conoscere l'entità e le modalità di determinazione del compenso, che può essere assunto a base di una definizione dell'importo finale e delle modalità e qualità di svolgimento della prestazione."
"E' evidente a tutti che occorre dare ai giudici, nei casi di contenzioso, una tariffa (il termine parametri è ovviamente la stessa cosa - ma il termine tariffa pare sia diventato una parolaccia) è una assoluta necessità, anche per una giusta semplificazione dei procedimenti. Inoltre, dà utili termini di paragone sopratutto a chi si avvia temerariamente per la strada del contenzioso. La norma transitoria, in questi casi, che prevedesse la sopravvivenza delle vecchie norme, è doverosa. Spero si faccia al più preso.".
"Le norme recenti sull'abrogazione delle tariffe, nel quadro già segnato dal Decreto Bersani, denotano la necessità, anche per un governo "tecnico" di intervenire con "slogan" più che con provvedimenti concreti a tutela dell'utente, nel caso delle professioni. Ho già detto che eliminare le tariffe, anche come solo riferimento, è un provvedimento che crea solo confusione nei rapporti professionista-utente, ponendo addirittura quest'ultimo in una paradossale situazione di inferiorità, per una evidente asimmetria informativa. Non sono sicuro che c'entri granché Confindustria o le Società d'ingegneria; credo che la confusione e le difficoltà applicative non giovino a nessuno.".
"E' un ulteriore elemento di confusione. Abbiamo chiesto al Ministro della Giustizia se la norma abbia cancellato anche il DM che prevede la tariffa per le prestazioni legate ad opere pubbliche. Speriamo che vi sia un attimo di ravvedimento. Non si comprende veramente perché esistano i prezzari per le lavorazioni e non possano esistere per le prestazioni professionali.".
"E' un tema delicato sul quale stiamo studiando la formulazione delle norme disciplinari. Certamente sarà difficile determinare l'importo di una prestazione, sulla base di una definizione decisamente generica quale l'importanza dell'opera ed il decoro della professione. Non sarà possibile procedere se non individuando criteri o parametri che facciano riferimento a valori oggettivi, come ad esempio le ore di lavoro. In ogni caso, credo sia importante stipulare contratti chiari e precisi, con l'indicazione dei termini per il calcolo del compenso e la qualità della prestazione, indicando anche modalità per le prestazioni aggiuntive non previste in origine. Ciò ridurrà la necessità di acquisire pareri degli Ordini.".
"E' auspicabile il contratto scritto, proprio per evitare contenziosi, nell'interesse dei professionisti e degli utenti. Certo, vi sono casi, come le consulenze prestate occasionalmente, dove è complicato stipulare un contratto in ogni occasione. Come detto prima, tutti questi provvedimenti di presunta liberalizzazione scontano una visione "ideologica" decisamente negativa del professionista, del tutto errata. I professionisti continuano ad essere una forza sana del paese, impegnati nella crescita culturale ed economica della società."
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