Liberalizzazioni e Tariffe: lucida analisi del Presidente dei Geologi Gian Vito Graziano

27/03/2012

Sul problema legato all'abrogazione delle tariffe professionali confermata dal testo dell'articolo 9 del decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1 convertito dalla legge 24 marzo 2012, n.27 riceviamo un lucido intervento di Gian Vito Graziano, Presidente del Consiglio nazionale dei geologi che, senza fronzoli ed evitando dichiarazioni in politichese, va al nocciolo della questione che è quello legato al fatto che lo stesso Governo che ha cancellato le tariffe professionali, facendole uscire dalla porta, ha approvato un ordine del giorno in cui viene impegnato "a valutare l'opportunità di adottare le misure opportune affinché siano garantite agli enti parametri di riferimento per la valutazione preventiva dei servizi professionali da affidare con gara", facendole rientrare dalla finestra.
E lo stesso Governo che ha abolito tutte le tariffe professionali ha emanato il decreto Miniseriale 25 gennaio 2012 n. 30 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale di ieri 26 marzo 2012 recante "Regolamento concernente l'adeguamento dei compensi spettanti ai curatori fallimentari e la determinazione dei compensi nelle procedure di concordato preventivo".
Questo portale è stato sempre in prima linea nell'evidenziare i problemi che si sarebbero creati con l'abrogazione delle tariffe professionali, specialmente nella determinazione dell'importo a base d'asta dei servizi di architettura e di ingegneria e non occorre credere per fede ma basta soltanto leggere il decreto ministeriale che alleghiamo alla presente notizia per credere.
Ma com'è possibile che lo stesso Governo che procede all'abrogazione delle tariffe professionali le fa rientrare come parametri di riferimento? Forse perché non hanno capito, come abbiamo più volte osservato, che le tariffe per le opere pubbliche (D.M. 4/4/2001) altro non erano che un parametro di riferimento per dare l'opportunità ai Responsabili del procedimento di definire l'importo a base d’asta dei servizi di architettura e di ingegneria? E com'è possibile che lo stesso Governo pubblichi sulla Gazzetta di ieri un Decreto con cui vengono aumentati i compensi dei curatori fallimentari?

Come già precedentemente annunziato, pubblichiamo, qui di seguito, il pensiero di Gian Vito Graziano sull'argomento.

"Si è vero, le tariffe professionali potrebbero rientrare dalla finestra, ma bisogna prendere atto che sono uscite dalla porta principale. Non mi lascia dunque tranquillo la circostanza di una loro reintroduzione, ora che il Governo e buona parte del Parlamento hanno compreso che una deregolamentazione della tariffa non solo toglie dignità ai professionisti, ma toglie ancor più trasparenza alle procedure di affidamento dei servizi da parte delle stazioni appaltanti.
Il mio commento non è quindi solo critico, ma piuttosto è amaro, perché mi chiedo quale sia la ratio di questi provvedimenti di legge che da una parte aboliscono i riferimenti alla tariffa, dall'altra invece li reintroducono sotto mentite spoglie, ovvero sotto forma dei cosiddetti parametri di riferimento. Mi sembra un atteggiamento quanto meno gattopardesco.
Perché mai siamo stati costretti ad abdicare ad un riferimento esistente, da tempo collaudato, per introdurre dei concetti di tariffa nuovi, da dover sperimentare, modificare, interpretare, a discapito dell'efficienza di un settore già in forte crisi come quello dei lavori pubblici e, come al solito, sulla pelle dei professionisti?
Mi si potrebbe obiettare che i nuovi riferimenti saranno migliori della vecchia tariffa, ma replico affermando che sono molto preoccupato che invece saranno peggiori, forse anche molto peggiori. Perché? Per varie ragioni, perché in questa corsa alle liberalizzazioni si è fatta tanta demagogia e dovendosi accontentare quegli stessi che la fanno, che non siamo certo noi professionisti, ma quelli che, da dietro le quinte, vogliono che la tariffa sia abolita anche nella sua forma lessicale, la probabilità che ne venga fuori qualcosa di impraticabile e di non condivisibile è molto alta. E poi sappiamo tutti che la fretta non è una buona consigliera e bisogna tuttavia far presto, perché, archiviata la tariffa, bisogna colmare subito la vacatio che hanno creato.
Verrebbe da dire che tutto questo non ha un senso, ed invece ce l'ha eccome, inserito com'è in un disegno che parte da lontano, di cui si conoscono ormai bene gli autori. Manca loro però un ultimo tassello, un ultimo baluardo da demolire per far crollare definitivamente il mondo delle professioni per come a noi piace pensarlo. E' quello che ci vede ancora legati all'attività intellettuale, nobile e libera, ma che si vorrebbe incardinare invece nell'attività d’impresa, anch'essa nobile per carità, ma con altre regole.
Sapete già che il Consiglio Nazionale dei Geologi è promotore di quel ricorso al Consiglio di Stato contro una sanzione comminatagli dall'Antitrust, che ha visto di recente lo stesso Consiglio di Stato rimettere la questione nelle mani della Corte di Giustizia europea. Siamo moderatamente fiduciosi nel buon esito della questione stessa, proprio perché più volte il Parlamento europeo si è espresso dichiarando che i professionisti non svolgono attività d’impresa, ma siamo consapevoli che questo resta veramente uno degli ultimi baluardi contro chi non gradisce l'indipendenza economica, ma soprattutto quella intellettuale, dei professionisti."

A cura di Paolo Oreto


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