Lo storytelling nel Curriculum Vitae: come e perché usarlo
22/01/2020
È davvero possibile coniugare lo storytelling al proprio curriculum, per creare un qualcosa di unico ed estremamente interessante?
E’ una domanda che sempre più utenti si sono posti negli ultimi anni, periodo in cui lo storytelling ha assunto grande importanza nel mondo del Web non solo a livello culturale, ma anche lavorativo, grazie alla sua spendibilità nei settori più disparati.
Per chi non lo sapesse, lo storytelling è l’arte del narrare, del raccontare qualcosa in maniera eloquente sfruttando principi della retorica. Lo scopo ovviamente è quello di attirare l’attenzione di chi ascolta/legge: esempi palesi di storytelling si possono trovare in TV, oppure su YouTube. Vediamo, però, alcuni consigli per implementare al meglio lo storytelling nel proprio curriculum vitae.
- Perché sfruttare lo storytelling nel CV?
- Sfruttate la prima parte del CV per raccontare chi siete
- “Raccontate” le vostre esperienze e obiettivi raggiunti: non limitatevi a descrivere
- Assicuratevi che i risultati siano le “chiavi di lettura” della vostra storia
- Allegate documenti e attestati aggiuntivi
- Siate concisi
Perché sfruttare lo storytelling nel CV?
Nel processo di ricerca del lavoro, un candidato deve anzitutto puntare a suscitare la curiosità e l’attenzione del datore di lavoro. Per questo motivo, bisognerà far sì che il recruiter arrivi a voler davvero conoscere il candidato, ponendosi la domanda “chi è costui? Cosa potrebbe portare alla mia attività, dati i ruoli che ha già ricoperto altrove?”.
Sorprendentemente un buon curriculum vitae dovrebbe riuscire a mandare l’input al datore di lavoro: input che farà quindi rispondere alla candidatura, invitando al colloquio. Ecco che lo storytelling emerge come elemento alternativo: al posto dei classici elenchi puntati si “racconta” la propria storia, puntando a catturare dalla prima riga l’attenzione del recruiter.
Sfruttate la prima parte del CV per raccontare chi siete
Naturalmente un CV scritto mediante storytelling non richiede un testo unico, ma deve dedicare a quest’ultimo una parte importante. Per questo motivo, il testo che andrete a scrivere va inserito sicuramente nella prima parte del curriculum, dunque appena sotto l’intestazione.
Il recruiter andrà a leggere per primo questo testo, anzi, potrebbe dedicare attenzione soltanto a questa parte: dovrete curarla al meglio.
“Raccontate” le vostre esperienze e obiettivi raggiunti: non limitatevi a descrivere
Molto spesso i candidati si limitano a descrivere la posizione occupata: peccato che qualunque manager sappia cosa fa un analista di laboratorio, un giornalista oppure un progettista meccanico.
Bando alle ciance: non dovrete descrivere, ma raccontare. In particolare, raccontate i vostri traguardi, eventuali obiettivi aziendali raggiunti, miglioramenti da voi apportati in un particolare ambito e così via. Il CV risulterà molto più interessante: ne varrà la pena leggerlo.
Assicuratevi che i risultati siano le “chiavi di lettura” della vostra storia
Dopo aver scritto il CV, rileggetelo e assicuratevi che la storia della vostra carriera sia interamente guidata dai risultati ottenuti, ma anche dalla realizzazione personale a livello lavorativo. Non dovranno, quindi, essere un elemento marginale ma vere e proprie guide alla lettura del documento.
Allegate documenti e attestati aggiuntivi
Al vostro curriculum basato sullo storytelling potrete dedicare un’attenzione più “leggera” per quanto riguarda la scrittura della vostra storia lavorativa. In questo modo, però, avrete necessità di allegare documenti e attestati di supporto, che completino quanto scritto nella vostra storia.
Allegare attestati, riconoscimenti di obiettivi raggiunti e simili è un ottimo modo per completare al 100% il CV: il recruiter in questo modo prima leggerà la vostra storia, poi sarà spinto dalla curiosità e andrà ad aprire i vostri documenti allegati.
Siate concisi
L’ultimo consiglio è una costante valida per qualsiasi curriculum vitae: restare sintetici. L’importante è sempre e comunque evitare di dilungarsi troppo: un testo estremamente longevo non fa bene a nessuno, e farà scadere ben presto nella noia qualsiasi lettura.
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