Mercato non residenziale: Cresce nel periodo ottobre-dicembre 2019
di Redazione tecnica - 11/03/2020
Nel quarto trimestre 2019 il mercato immobiliare non
residenziale ha mostrato in tutti i segmenti una tendenza di tipo
espansivo, per quanto con tassi assai differenziati; il tasso
tendenziale aggregato, che esprime la variazione dei volumi
compravenduti rispetto all’analogo trimestre del 2018 per l’intero
settore, è risultato pari a +4,9%, leggermente inferiore al +5,6%
del trimestre precedente.
I dati completi, sia di sintesi che di dettaglio, sono esposti nel
documento “Non Residenziale - Statistiche IV trimestre
2019”, curato dall’ufficio Statistiche e Studi della direzione
centrale Servizi estimativi e Osservatorio del mercato immobiliare
dell’Agenzia delle entrate e da oggi disponibile sul sito internet
dell’Agenzia.
I quattro segmenti del settore non residenziale
I quattro segmenti individuati all’interno del settore non residenziale sono rispettivamente il terziario-commerciale (il più consistente, con oltre 31.000 unità compravendute, oltre il 56% del totale), il produttivo, il produttivo agricolo ed un quarto, di carattere residuale, composto per la quasi totalità da immobili appartenenti alle categorie catastali del gruppo F. A seguire, una breve analisi di ciascun segmento.
Segmento terziario-commerciale
In termini aggregati, il primo dei segmenti di mercato
individuati, il terziario-commerciale, ha visto nel quarto
trimestre del 2019 un’espansione dei volumi compravenduti del
6,2%.
Tutte le macroaree in cui è stato ripartito il territorio italiano
hanno presentato tassi positivi, compresi tra il +10% delle Isole,
che restano l’area meno dinamica in termini assoluti, e il + 2,8%
del Sud; l’espansione ha interessato in modo mediamente abbastanza
omogeneo comuni di grande e di piccola dimensione, se si pensa che
i tassi dei comuni capoluogo di provincia e di quelli non capoluogo
sono risultati rispettivamente +7,5% e +5,8%.
Il rapporto individua poi all’interno del segmento in esame, come
di consueto, quattro sotto-aggregazioni: uffici e studi privati,
negozi e laboratori, depositi commerciali e autorimesse e un quarto
insieme residuale. Ciò che emerge è che la tendenza espansiva dei
volumi di compravendita accomuna tutte e quattro queste
sotto-aggregazioni, anche con riferimento alle relative
ripartizioni territoriali in macroaree.
Uffici e studi privati, in particolare, hanno visto un incremento
delle compravendite rispetto al trimestre analogo dell’anno
precedente dell’8,3% alla scala nazionale, anche se con una
compressione delle relative superfici medie compravendute (-7,3
m2); negozi e laboratori sono cresciuti, in termini di
volume scambiato, del 6,4%, con superfici medie sostanzialmente
inalterate (in contrazione al nord, in espansione al centro e al
sud); per depositi commerciali e autorimesse i volumi scambiati
sono cresciuti del 4,4%, con superfici medie in leggero calo (-2,1
m2), soprattutto per effetto delle dinamiche del nord e
del centro; l’aggregazione residuale, infine, per quasi il 75%
rappresentata da immobili destinati a speciali esigenze commerciali
(categoria catastale D/8), ha visto un aumento delle compravendite
di oltre il 20%.
Un ultimo prospetto viene dedicato all’approfondimento relativo
alle otto principali città per dimensione demografica: le due di
gran lunga più importanti in termini di mercato, Milano e Roma,
mostrano una solida tendenza espansiva in tutte e quattro le
sotto-aggregazioni precedentemente ricordate, mentre in generale si
può rilevare come i tassi risultino mediamente più elevati rispetto
a quelli visti alla scala nazionale, pur con qualche eccezione di
segno negativo riscontrabile in ciascun comparto.
Segmento produttivo
Il segmento produttivo presenta, tra i quattro, il tasso
aggregato più basso, +1,5%, a conferma di una tendenza
sostanzialmente stazionaria in atto da almeno un anno; in questo
caso la macroarea territoriale che con il suo tasso negativo
comprime il dato aggregato nazionale è il Nord Est, con un tasso di
-8,5%.
L’analisi presenta anche un’ulteriore segmentazione, sviluppata
sulla base della rendita catastale, scelta, almeno in prima
approssimazione, quale parametro di definizione qualitativa delle
unità immobiliari; ciò che risulta è un’espansione delle
compravendite concentrata soprattutto sulla fascia di rendita più
alta (+13,6% per gli immobili con rendita oltre 10.000 euro), con
una tendenza prevalentemente di segno negativo nelle altre fasce
individuate (eccetto quella compresa tra 100 e 500 euro).
Segmento produttivo agricolo
Il segmento produttivo agricolo prosegue il proprio andamento
altalenante, con un tasso aggregato nazionale di +11% che fa
seguito al -3,6% registrato nel trimestre precedente.
L’espansione ha interessato tutte le aree territoriali del Paese,
ad eccezione delle Isole (dove si è registrato un -3,1%); la
dinamica più rilevante è quella che ha interessato il Centro, dove
si è avuta una crescita dei volumi delle compravendite di oltre un
terzo (+36,9%), mentre il mercato più consistente permane quello
del Nord Est (337 unità compravendute nel trimestre, +8,2% rispetto
all’anno precedente).
Altre destinazioni
Il rapporto presenta infine, come accennato, una quarta aggregazione che raccoglie tutte le unità scambiate che non rientrano nei raggruppamenti precedenti, pari ad oltre un terzo del totale (Ntn 18.943); si tratta per oltre il 97% di immobili appartenenti al gruppo catastale F. Come anticipato, anche in questo caso, rispetto al quarto trimestre del 2018, si è registrato un incremento delle compravendite (+3,1%), dato che ha concorso a consolidare la tendenza aggregata del settore.
A cura di Redazione LavoriPubblici.it
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