Moody’s: Declassato il rating dell’Italia a Baa3 con outlook stabile
20/10/2018
"Italy’s rating downgraded to Baa3 stable on high debt, low growth. The Italian government’s significantly higher budget deficit targets for the next three years will keep its public debt at a high 130% of GDP, a level that makes Italy vulnerable to future economic shocks. Despite a short-lived boost to growth from fiscal stimulus, the government’s economic plans will not allow it to tackle the country’s low growth, which will move back to the trend rate of 1% at best" che può essere, così, tradotto in italiano "Il rating dell'Italia è sceso a Baa3 stabile su debito elevato, bassa crescita. Gli obiettivi di deficit di bilancio significativamente più elevati del governo italiano per i prossimi tre anni manterranno il debito pubblico a un alto 130% del PIL, un livello che rende l'Italia vulnerabile ai futuri shock economici. Nonostante un impulso di crescita di breve durata dalla stimolazione fiscale, i piani economici del governo non gli consentiranno di affrontare la bassa crescita del paese, che tornerà al massimo al tasso tendenziale dell'1%".
E' questo il giudizio di Moody's arrivato ieri che declassa il rating dell'Italia da Baa2 a Baa3 appena un gradino sopra al livello spazzatura e cioè a "Debito di media qualità ma soggetto a rischio futuro" un gradino più alto al rating Ba che significherebbe "Debito con un certo rischio speculativo" e due gradini più alti al rating B che porterebbe il rating italiano a "Debito con alto rischio speculativo".
Fra le ragioni dell'abbassamento del rating, l'agenzia indica la
possibilità di un deficit più alto delle attese e gli impatti
negativi dello stallo di riforme strutturali e fiscali a causa
della mancanza di un piano coerente per la
crescita. Siamo amcora ad un gradino più in alto di un
rating con debito a rischio speculativo ma la prospettiva non è
delle più rosee anche perché l'Italia conserva punti di
forza nel credito che bilanciano le sue fragilità a livello
fiscale. L'Agenzia Moody's, non concordando con le ottimistiche
stime governative, è preoccupata per la crescita del debito e per
l'aumento delle probabilità che per l'Italia, vista l'escalation di
tensioni con i partner comunitari, crescano le probabilità
di uscire dall'euro anche se, in verità, precisa Moody,s
che la possibilità dell’uscita dell’Italia dall’euro sia, in atto
molto bassa, ma potrebbe aumentare se le tensioni fra il Governo
italiano e le autorità europee sulla manovra e sugli impegni sui
vincoli bilancio dovessero subire un'ulteriore escalation.
Si attende per il 26 ottobre il verdetto di Standard & Poor's
mentre quello dei mercati arriverà già lunedì 22 ottobre
prossimo.
In atto, in Europa, il nostro rating per quanto concerne Moody's è uguale a quello della Romania, dell'Ungheria mentre la Germania, la Svizzera e la Svezia, la Danimarca, il Lussemburgo, i Paesi Bassi, la Norvegia hanno un rating Aaa (Eccellente, rischio d'insolvenza più basso), la Finlandia e l'Austria Aa1 (Alta qualità, rischio d'insolvenza molto basso), la Francia e il Regno unito Aa2 (Alta qualità, rischio d'insolvenza molto basso), il Belgio Aa3 (Alta qualità, rischio d'insolvenza molto basso), l'Estonia e la Repubblica ceca A1 (Qualità superiore alla media, rischio d'insolvenza basso) l'Irlanda e la Polonia e la Slovacchia A2 (Qualità superiore alla media, rischio d'insolvenza basso), l'Islanda, la Lettonia, la Lituania e Malta A3 (Qualità superiore alla media, rischio d'insolvenza basso), la Spagna e la Slovenia Baa1 (Media qualità, rischio d'insolvenza medio-basso), la Bulgaria Baa2 (Media qualità, rischio d'insolvenza medio-basso).
In Europa stanno peggio di noi il Portogallo con rating Ba1 (Titoli speculativi con rischio d'insolvenza significativo), la Croazia Ba2 (Titoli speculativi con rischio d'insolvenza significativo), Cipro Ba3 (Titoli speculativi con rischio d'insolvenza significativo) e la Grecia B3 (Speculativo, alto rischio d'insolvenza).
A cura di Redazione LavoriPubblici.it
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