Norme Tecniche Costruzioni: il commento di Gian Vito Graziano (Geologi)

14/11/2014

Non soltanto non ci siamo mai opposti alla revisione delle NTC, ma le abbiamo auspicate, consapevoli che a volerne la modifica vi è un'itera classe professionale. E' per questo che abbiamo inviato le nostre proposte miglioratice, le abbiamo condivise con gli altri Consigli Nazionali e le abbiamo persino perorate presso il Presidente del Consiglio Superiore LLPP.

Abbiamo chiesto che si ampliassero i contenuti della relazione geologica, che si rendessero coerenti i modelli geologico e geotecnico, che la campagna di indagini geognostiche e geotecniche fosse unica, come avviene nella realtà professionale, e che si estendesse anche al geologo la responsabilità nella scelta del tipo, del numero e dell'ubicazione delle indagini, al momento in capo al solo progettista.

Richieste semplici, coerenti e migliorative, che non prevaricano alcun ruolo nella filiera della progettazione di un'opera, ma che piuttosto la rendono più efficiente ed attuale.

Purtroppo l'assemblea di oggi ha preferito lasciare tutto com'era, facendo emergere, ancora una volta, una dicotomia fra geologia e geotecnica, che, come abbiamo sottolineato nella dichiarazione di voto, per noi è "antistorica, non scientifica, irrazionale e foriera di grandi problemi nel tempo a venire".

Non era per nulla scontato, eppure così è stato, che le proposte presentate venissero condivise dalla Rete delle Professioni Tecniche, che le ha fatte proprie, a dimostrazione che le professioni sono molto più avanti della norma e più lungimiranti di un consesso, il Consiglio Superiore LLPP, che è ormai anacronisticamente arroccato su posizioni di ortodossia professionale che guardano più alle competenze che all'efficacia della norma.

Non sfugge a nessuno che le critiche e le riserve sono arrivate da tutto il mondo professionale, dunque il non recepimento delle proposte mortifica, ancora una volta, proprio le professioni tecniche, quelle che le norme devono poi applicare, vittime di una visione puramente burocratica della questione. Ma quel che mi appare più grave è che ad essere escluse cono le proposte delle loro rappresentanze, preferendo l'approccio accademico della maggior parte dell'assemblea.

Noi geologi abbiamo votato contro e nel farlo abbiamo inteso opporci non solo alle variazioni peggiorative di un testo già da noi abbondantemente criticato, ma anche ad un modo di operare che non ci piace affatto,. Mi spiace dirlo, ma avrei creduto che da altre parti si fosse fatto altrettanto, perché non è per noi accettabile che possa passare il principio che si debba comunque approvare un testo che non è condivisibile neanche in linea di principio.

Ne vale della dignità della categoria dei geologi e della serietà del loro Consiglio Nazionale.

Non è demagogico affermare che non ci fermeremo alla sola dichiarazione di voto, ma compiremo tutti i passaggi possibili, politici, istituzionali e persino mediatici, per migliorare una norma che riteniamo troppo importante per le professioni e per la sicurezza delle opere.

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A cura di Gian Vito Graziano - Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi


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