Nuove direttive europee appalti e concessioni: Il Senato esamina il Disegno di legge delega

10/12/2014

Dopo il via libera del Capo dello Stato Giorgio Napolitano, il 18 novembre scorso è stato presentato al Senato dal Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi e dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Maurizio Lupi di concenrto con il Ministro dell’economia e delle finanze Pier Carlo Padoan il disegno di legge recante “Delega al Governo per l'attuazione della direttiva 2014/23/UE del 26 febbraio 2014 del Parlamento europeo e del Consiglio sull'aggiudicazione dei contratti di concessione, della direttiva 2014/24/UE del 26 febbraio 2014 del Parlamento europeo e del Consiglio sugli appalti pubblici e che abroga la direttiva 2004/18/CE e della direttiva 2014/25/UE del 26 febbraio 2014 del Parlamento europeo e del Consiglio sulle procedure d'appalto degli enti erogatori nei settori dell'acqua, dell'energia, dei trasporti e dei servizi postali e che abroga la direttiva 2004/17/CE”.

Il 4 dicembre scorso il DDL è stato assegnato all’ottava commissione (lavori pubblici, comunicazione) del Senato che nei prossimi giorni ne inizierà l’esame.
Con il disegno di legge il Governo è delegato ad adottare un decreto legislativo per l’attuazione delle direttive europea nel rispetto dei seguenti principi contenuti nell’articolo 1:
  • a) divieto di introduzione o di mantenimento di livelli di regolazione superiori a quelli minimi richiesti dalle direttive;
  • b) compilazione di un unico testo normativo denominato “Codice degli appalti pubblici e delle concessioni” recante le disposizioni legislative in materia di procedure di affidamento di gestione e di esecuzione degli appalti e delle concessioni disciplinate dalle tre direttive;
  • c) razionalizzazione del quadro normativo nelle materie degli appalti pubblici e delle concessioni al fine di conseguire un maggiore livello di certezza del diritto e di semplificazione dei procedimenti;
  • d) semplificazione e armonizzazione delle disposizioni in materia di affidamento degli appalti pubblici e delle concessioni anche al fine di evitare il ricorso a sistemi derogatori rispetto alla disciplina ordinaria;
  • e) trasparenza e pubblicità delle procedure di gara e delle fasi ad essa prodromi che e successive anche tenendo conto della esigenza di concorrere alla lotta alla corruzione nel settore degli appalti pubblici nonché previsione di poteri di vigilanza e controllo sull’applicazione delle norme in materia di appalti pubblici, finalizzati ad evitare la corruzione ed a favorire la trasparenza;
  • f) riduzione degli oneri documentali a carico dei soggetti partecipanti e semplificazione delle procedure di verifica da parte delle stazioni appaltanti;
  • g) razionalizzazione delle procedure di spesa attraverso criteri di qualità, efficienza, professionalizzazione delle stazioni appaltanti, contenimento dei tempi e piena verificabilità dei flussi finanziari;
  • h) razionalizzazione ed estensione delle forme di partenariato pubblico privato, incentivandone l’utilizzo anche attraverso il ricorso a strumenti di carattere finanziario innovativi e specifici;
  • i) revisione del vigente sistema di qualificazione degli operatori economici in base a criteri di omogeneità e trasparenza;
  • l) razionalizzazione dei metodi di risoluzione delle controversie alternativi al rimedio giurisdizionale, anche in materia di esecuzione del contratto;
  • m) miglioramento delle condizioni dì accesso al mercato degli appalti pubblici e delle concessioni per le piccole e medie imprese e per le imprese di nuova costituzione;
  • n) disciplina organica della materia delle concessioni e individuazione, in tema di procedure di affidamento, di modalità volte a garantire i livelli minimi di concorrenzialità, trasparenza e parità di trattamento richiesti dalla normativa europea;
  • o) trasparenza nella eventuale partecipazione dei portatori qualificati di interessi nell’ambito dei processi decisionali finalizzati alla programmazione e all’aggiudicazione di appalti pubblici e concessioni;
  • p) previsione dell’espressa abrogazione delle disposizioni del codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture anche attraverso l’individuazione di un apposito regime transitorio.

Mentre il presidente dell’ottava commissione Altero Mattioli ha dichiarato: "E' stato assegnato ieri alla Commissione Lavori pubblici del Senato il disegno di legge delega del governo sul recepimento delle direttive europee in materia di appalti pubblici e concessioni. Di comune accordo con il vicepresidente, Stefano Esposito, ho deciso di incardinare il provvedimento nella prossima settimana o comunque nella prima seduta utile della Commissione in modo da esaminarlo in tempi rapidi. Ci avvarremo nel nostro lavoro anche del punto di vista del presidente dell'Autorità nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone, e di vari esperti del settore che saranno auditi dalla Commissione. Reputo importante ed urgente che le direttive europee nel settore degli appalti pubblici vengano recepite nella legislazione italiana", l’unico segnale che arriva dalle professioni tecniche è un documento, a nome della rete delle Professioni tecniche, presentato durante la Conferenza Nazionale degli Ordini degli Architetti PPC che si è svolta a Milano giovedì 6 novembre dall'arch. Rino La Mendola, vicepresidente CNAPPC in cui “Il primo contributo per la definizione di un nuovo quadro normativo per il settore dei lavori pubblici, in recepimento della direttiva n°2014/24/UE” consiste nelle solite richieste, presentate ormai da oltre due anni tra le quali quella relativa alla modifica dell’articolo 263 del Regolamento.
Nulla che riguardi la nuova direttiva 2014/24/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 26 febbraio 2014 sugli appalti pubblici e che abroga la direttiva 2004/18/CE che tratta i servizi in innumerevoli articoli dai quali è possibile rilevare una diversa filosofia che legata al rispetto del primo principio del ddl di recepimento secondo cui viene manifestato il divieto di introduzione o di mantenimento di livelli di regolazione superiori a quelli minimi richiesti dalle direttive, dovrebbe spingere le professioni tecniche a superare le recenti richieste, per altro, mai ascoltate, ed iniziare un percorso intelligente che porti a partecipare alle consultazioni previste nello stesso disegno di legge delega con richieste legate non più al vecchio Codice dei contratti ma alle nuove direttive.

Nel disegno di legge delega viene, infatti, precisato che il Governo dovrà procedere allo svolgimento delle consultazioni con le principali categorie di soggetti pubblici e privati destinatari della nuova normativa, al fine di acquisire le informazioni ed i dati necessari per redigere un testo normativo il più possibile rispondente alle diverse esigenze e pervenire a soluzioni quanto più possibile condivise, innovando il modo di operare della pubblica amministrazione nel settore. In fase istruttoria, quindi, prima di addivenire alla vera e propria stesura dello schema di decreto legislativo, la delega affida alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, di concerto con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti competente per la specifica materia, il coordinamento delle consultazioni con le principali categorie di soggetti pubblici e privati destinatari della nuova normativa.

Ricordo, poi, che le nuove direttive sono state pubblicate sulla Gazzetta ufficiale della Comunità economica europea il 28 marzo 2014 e che sono entrate in vigore il 17 aprile 2014 mentre dovranno essere recepite dagli stati membri entro il 17 aprile 2016.

In allegato il documento del Senato con il testo del disegno di legge delega unitamente alla relazione, alla relazione tecnica, all’analisi tecnico normativa ed all’analisi di impatto della regolamentazione (AIR)

A cura di arch. Paolo Oreto



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DDL delega