Nuovo Codice Appalti, Cantone: testo problematico ma coraggioso

24/05/2016

"Una delle possibilità per cui il codice riesca a farcela è come lo accogliamo: se lo accogliamo con la faccia storta, il fallimento è sicuro. Se questo codice fallisce, non ce n'è un altro dietro la porta".

Queste le parole del Presidente dell'Autorità Nazionale Anticorruzione Raffaele Cantone nel corso del Convegno organizzato da Confindustria il 19 maggio 2016, dal titolo "La riforma del codice dei contratti pubblici" e al quale ha partecipato il presidente OICE Ing. Gabriele Scicolone che sul complesso della riforma ha espresso un giudizio positivo "anche se va tenuto presente come ci sia ancora molto da fare perché partiamo da un presente molto negativo per il nostro settore e da un vissuto degli ultimi anni in cui l'ingegneria ha faticato ad avere un ruolo centrale e a rapportarsi in maniera equilibrata sia con la stazione appaltante, sia con l'impresa. Per noi è comunque molto positiva la soppressione del 4% di incentivo sulla progettazione interna alla P.A., la riduzione dell'appalto integrato, l'aggiudicazione con l'OEPV, il divieto di affidare lavori sulla base di progetti preliminari e l'introduzione di elementi di innovazione tecnologica nel processo progettuale. Abbiamo altri desiderata per la fase di implementazione della riforma, che abbiamo fatto presente all'ANAC; ad esempio non ci piace la riduzione dei requisiti di partecipazione per le gare di progettazione, che potrebbe avere come effetto l'abbassamento della qualità, e roteniamo che debbano essere ridefiniti diversi punti che erano già disciplinati nel regolamento e che oggi non ci sono più".

L'incontro è stata anche l'occasione per conoscere il pensiero del Presidente ANAC, Raffaele Cantone, a distanza di un mese dall'entrate in vigore delle nuove norme. Cantone ha rilevato che il successo o fallimento del nuovo impianto normativo sarà determinato dal modo in cui verrà accolto da tutti gli operatori di settore. "Da alcuni - afferma il presidente ANAC - vengono già sentenze di morte del codice. Sono molto preoccupato di come sta avvenendo il recepimento nei fatti del codice appalti. C'è chi ha già dato sentenze sicure, sentenze di morte inappellabile in un Paese in cui non c'è la pena di morte. Ho sentito un presidente di Regione definirlo 'demenziale', penso fosse molto più demenziale quello di prima".

Nessuna indicazioni in merito alle critiche di chi lo sviluppo della nuova norma lo ha seguito nel dettaglio e non per sentito dire ma solo considerazioni circa le "critiche frutto di scarsa conoscenza". "Le critiche - ha aggiunto Cantone - sono anche frutto di scarsa conoscenza di questo codice" il cui "impianto è coraggioso". Una delle possibilità per cui il codice riesca a farcela è come lo accogliamo: se lo accogliamo con la faccia storta, il fallimento è sicuro. Se questo codice fallisce, non ce n'è un altro dietro la porta. Sono il primo a dire che in questo codice ci sono un sacco di problemi, ma stiamo attenti a dare subito sentenze definitive".

Anche il Presidente del Comitato tecnico Infrastrutture, Logistica e Mobilità di Confindustria, Vittorio Di Paola, ha utilizzato parole cariche di energia positiva, affermando "l'entrata in vigore del nuovo Codice dei contratti pubblici rappresenta una grande opportunità di trasformazione del mercato della domanda pubblica. Pienamente condivisi sono alcuni aspetti innovativi come la qualificazione delle stazioni appaltanti; la qualificazione delle imprese, anche attraverso il rating reputazionale; la previsione del debat public per le grandi opere infrastrutturali e l'affermazione della centralità del progetto".

Da parte nostra diciamo che se il Codice avrà successo o fallirà il merito o la colpa non sarà certo delle critiche dei media e degli stakeholder che lo hanno analizzato nel dettaglio. Certamente, condividiamo le parole di Cantone per le quali "se questo codice fallisce, non ce n'è un altro dietro la porta" e gli effetti sull'economia del Paese saranno certamente devastanti. Per cui rimbocchiamoci le maniche e proviamo un cambio culturale che possa agevolare quanto di buono contenuto nelle nuove regole sui lavori pubblici.

A cura di Ing. Gianluca Oreto



© Riproduzione riservata