PER LA DECORRENZA DELLE MODIFICHE SI ATTENDE L'APPROVAZIONE DA PARTE DEI MINISTERI VIGILANTI
20/01/2009
Nonostante le diverse critiche su più fronti, continua il suo iter
di approvazione la riforma partita dal Comitato Nazionale dei
Delegati di Inarcassa che , nelle riunioni del 25-26-27 giugno e
del 21-22 luglio 2008, ha deliberato un articolato pacchetto di
modifiche statutarie che costituisce il punto di arrivo di un lungo
confronto, avviato fin dall'aprile del 2006 in seno agli Organi
Collegiali, volto ad assicurare la sostenibilità di lungo periodo
del sistema previdenziale della Cassa.
Come si legge in una nota di Inarcassa: Mentre nel breve-medio periodo il sistema previdenziale di Inarcassa non evidenzia problemi di stabilità, nel lungo termine sia i Bilanci tecnici sia le ricerche scientifiche interne ed esterne alla Cassa attestano una situazione di tendenziale squilibrio dovuto al deterioramento del rapporto degli iscritti sui pensionati. L'allarme lanciato è chiaro: al momento del pensionamento delle coorti più giovani degli iscritti il sistema attuale di Inarcassa, in assenza di correttivi, non è più sostenibile.
La riforma di Inarcassa è nata dunque per far fronte al periodo di crisi che investe il nostro Paese e per soddisfare tre esigenze:
In allegato le tabelle che descrivono la riforma.
Ricordiamo, infine, la raccolta firme lanciata lo scorso 18 novembre dall'Ordine degli Architetti P.P.C della provincia di Agrigento, per chiedere la revoca e la revisione della riforma INARCASSA.
In un'intervista rilasciata alla redazione di LavoriPubblici.it il Presidente della Consulta Regionale degli Ordini degli Architetti della Sicilia e dell'Ordine degli Architetti P.P.C. della Procincia di Agrigento Arch. Rino La Mendola, pur comprendendo il disagio economico che in questo periodo INARCASSA è costretta ad affrontare, ha affermato che "Pur essendo ben consapevoli delle difficoltà che INARCASSA è costretta a superare per garantire la sostenibilità dell'Ente, nel rispetto delle attuali norme in materia di previdenza siamo certi anche che sia stata esasperata, oltre ogni previsione, la pressione contributiva a carico dei liberi professionisti ingegneri e architetti che rappresentano, in questo momento, una categoria in sofferenza a causa della progressiva crisi del mercato del lavoro di settore e a causa di una normativa sull'affidamento degli incarichi professionali, fondata essenzialmente su parametri selettivi di tipo quantitativo come la valutazione del fatturato o del ribasso dell'onorario; parametri che continuano a mortificare la loro professionalità".
"In tale momento di grave crisi del settore, - ha proseguito il Presidente La Mendola - troviamo davvero esagerato un repentino aumento del contributo soggettivo che, in tre anni, passerà dal 10% al 14,5% (aumento del 45%); mentre il contributo integrativo verrà aumentato dal 2% al 4% (aumento 100%) entro il 1 gennaio 2009".
Il Presidente La Mendola ha sottolineato come "La riforma, appena approvata punisce i professionisti che non raggiungono il reddito di 10.000 euro annui, i quali rappresentano proprio la parte più debole della categoria, che, al contrario, dovrebbe essere maggiormente aiutata".
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Come si legge in una nota di Inarcassa: Mentre nel breve-medio periodo il sistema previdenziale di Inarcassa non evidenzia problemi di stabilità, nel lungo termine sia i Bilanci tecnici sia le ricerche scientifiche interne ed esterne alla Cassa attestano una situazione di tendenziale squilibrio dovuto al deterioramento del rapporto degli iscritti sui pensionati. L'allarme lanciato è chiaro: al momento del pensionamento delle coorti più giovani degli iscritti il sistema attuale di Inarcassa, in assenza di correttivi, non è più sostenibile.
La riforma di Inarcassa è nata dunque per far fronte al periodo di crisi che investe il nostro Paese e per soddisfare tre esigenze:
- garantire la sostenibilità dei conti della Cassa nel lunghissimo periodo;
- mantenere livelli adeguati alle pensioni;
- introdurre delle prestazioni di natura assistenziale.
- innalzamento progressivo dell'aliquota di contribuzione soggettiva pari ad un punto percentuale all'anno (dall'attuale 10% al 14,5% dopo quattro anni), con destinazione di una quota pari allo 0,5% al finanziamento di attività assistenziali; l'aumento del contributo minimo soggettivo dagli attuali 1.200 euro fino a 1.800 euro, gradualmente in cinque anni e successivamente rivalutati annualmente in proporzione alle variazioni dell'indice ISTAT; maggiori agevolazioni per i giovani fino a 35 anni;
- raddoppio dell'aliquota di contribuzione integrativa dall'attuale 2% al 4%, con adeguamento annuo del contributo minimo in base all'indice ISTAT;
- introduzione di soglie limite per la convalida dell'anno di anzianità ai fini del calcolo della pensione con metodo retributivo (6.000 euro per reddito IRPEF o 10.000 euro per volume IVA); nel caso di mancato raggiungimento di una delle due soglie limite, la pensione risulterà costituita da: a) una quota calcolata con metodo retributivo per le annualità con dichiarazioni IRPEF o IVA superiori alle soglie limite; b) una quota calcolata con metodo contributivo per le annualità con dichiarazioni IRPEF e IVA inferiori alle predette soglie;
- allungamento del periodo di riferimento per il calcolo del reddito medio pensionabile, dai migliori 20 redditi degli ultimi 25 dichiarati (a regime nel 2009) ai migliori 25 redditi degli ultimi 30 dichiarati (a regime nell'arco di un quinquennio);
- nuovi requisiti per il pensionamento di anzianità (con l'introduzione di quote, date dalla somma tra età e anzianità contributiva, che a regime dovranno risultare pari almeno a 98) con una riduzione della pensione in base all'età di pensionamento (dal 17,3% per i 58 anni al 3% per i 64 anni). Agli iscritti che, all'entrata in vigore delle suddette norme, avranno età ed anzianità pari, rispettivamente, ad almeno cinquantacinque e trenta anni di versamenti verrà applicata la normativa attuale.
In allegato le tabelle che descrivono la riforma.
Ricordiamo, infine, la raccolta firme lanciata lo scorso 18 novembre dall'Ordine degli Architetti P.P.C della provincia di Agrigento, per chiedere la revoca e la revisione della riforma INARCASSA.
In un'intervista rilasciata alla redazione di LavoriPubblici.it il Presidente della Consulta Regionale degli Ordini degli Architetti della Sicilia e dell'Ordine degli Architetti P.P.C. della Procincia di Agrigento Arch. Rino La Mendola, pur comprendendo il disagio economico che in questo periodo INARCASSA è costretta ad affrontare, ha affermato che "Pur essendo ben consapevoli delle difficoltà che INARCASSA è costretta a superare per garantire la sostenibilità dell'Ente, nel rispetto delle attuali norme in materia di previdenza siamo certi anche che sia stata esasperata, oltre ogni previsione, la pressione contributiva a carico dei liberi professionisti ingegneri e architetti che rappresentano, in questo momento, una categoria in sofferenza a causa della progressiva crisi del mercato del lavoro di settore e a causa di una normativa sull'affidamento degli incarichi professionali, fondata essenzialmente su parametri selettivi di tipo quantitativo come la valutazione del fatturato o del ribasso dell'onorario; parametri che continuano a mortificare la loro professionalità".
"In tale momento di grave crisi del settore, - ha proseguito il Presidente La Mendola - troviamo davvero esagerato un repentino aumento del contributo soggettivo che, in tre anni, passerà dal 10% al 14,5% (aumento del 45%); mentre il contributo integrativo verrà aumentato dal 2% al 4% (aumento 100%) entro il 1 gennaio 2009".
Il Presidente La Mendola ha sottolineato come "La riforma, appena approvata punisce i professionisti che non raggiungono il reddito di 10.000 euro annui, i quali rappresentano proprio la parte più debole della categoria, che, al contrario, dovrebbe essere maggiormente aiutata".
A cura di Ilenia
Cicirello
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