POCHE CASE IN AFFITTO, CANONI RADDOPPIATI
24/01/2008
Poche abitazioni in affitto e “pigioni” sempre più care.
La fotografia dell'Italia della casa è del Censis che sottolinea il fenomeno “bamboccioni” che vede più di sei ragazzi su 10 vivere ancora con i propri genitori.
Nella penisola - secondo l'ultimo Rapporto 2007 del Censis - solo il 19% del patrimonio immobiliare è dato in locazione. Una percentuale tra le più basse tra i principali paesi europei e ben inferiore a quella di molti partner come la Francia (40%), l'Austria (41%), l'Olanda (44%) o la Danimarca (38%).
La consistenza delle case in affitto in Italia è quasi la metà rispetto a quanto accadeva poco più di 25 anni fa: nel 1980, 36 immobili su 100 erano infatti affittati.
Un fenomeno quello della “fame” di case in affitto che come effetto della legge della domanda e dell'offerta nella fissazione dei prezzi, ha prodotto una vera e propria corsa dei canoni: solo dal 1999 al 2006 le “pigioni” sono più che raddoppiate, registrando un +112% nelle grandi città e un +103% nei centri minori. Con il risultato che sono cresciuti anche gli sfratti per “morosità”: 33 mila i provvedimenti in questa direzione l'anno scorso contro i 21 mila del 1990.
La Penisola detiene poi - secondo il Censis - il primato negativo in termini di politica abitativa per quanto riguarda gli alloggi “sociali”: solo lo 0,7% di quelli nuovi contro percentuali che arrivano al 12,8% nei Paesi Bassi, il 10% in Spagna e Regno Unito e il 9% in Francia e Germania.
Un quadro quello che emerge dall'istantanea del Censis sulla situazione abitativa che - rileva lo stesso Rapporto - “richiede senza dubbio un rinnovato ruolo del soggetto pubblico, non solo nel predisporre direttamente delle soluzioni, ma anche nel determinare le condizioni perché si attivino risposte da parte di altri soggetti in grado di corrispondere ai caratteri con cui si presenta la nuova questione abitativa”.
Anche perché la possibilità di accesso alle abitazioni è legata a “processi sociali fondamentali in questa fase, come l'integrazione degli immigrati e la possibilità dei giovani di vivere in autonomia”. Quelli passati alle cronache come i “bamboccioni”, i giovani cioé tra i 18 ed i 34 anni che vivono ancora con i genitori, hanno superato il 60% del totale. Vale a dire oltre sei ragazzi su 10.
Il Censis pur giudicando “un utile primo passo” l'avvio del tavolo interministeriale di concertazione sulle politiche abitative, ricorda comunque che si tratta di iniziative “non sufficienti da sole” a risolvere il problema.
Bisogna affiancarne delle altre - conclude il Censis - tese “ad utilizzare la leva urbanistica per coinvolgere gli investitori privati”.
Fonte: www.demaniore.it
© Riproduzione riservata
La fotografia dell'Italia della casa è del Censis che sottolinea il fenomeno “bamboccioni” che vede più di sei ragazzi su 10 vivere ancora con i propri genitori.
Nella penisola - secondo l'ultimo Rapporto 2007 del Censis - solo il 19% del patrimonio immobiliare è dato in locazione. Una percentuale tra le più basse tra i principali paesi europei e ben inferiore a quella di molti partner come la Francia (40%), l'Austria (41%), l'Olanda (44%) o la Danimarca (38%).
La consistenza delle case in affitto in Italia è quasi la metà rispetto a quanto accadeva poco più di 25 anni fa: nel 1980, 36 immobili su 100 erano infatti affittati.
Un fenomeno quello della “fame” di case in affitto che come effetto della legge della domanda e dell'offerta nella fissazione dei prezzi, ha prodotto una vera e propria corsa dei canoni: solo dal 1999 al 2006 le “pigioni” sono più che raddoppiate, registrando un +112% nelle grandi città e un +103% nei centri minori. Con il risultato che sono cresciuti anche gli sfratti per “morosità”: 33 mila i provvedimenti in questa direzione l'anno scorso contro i 21 mila del 1990.
La Penisola detiene poi - secondo il Censis - il primato negativo in termini di politica abitativa per quanto riguarda gli alloggi “sociali”: solo lo 0,7% di quelli nuovi contro percentuali che arrivano al 12,8% nei Paesi Bassi, il 10% in Spagna e Regno Unito e il 9% in Francia e Germania.
Un quadro quello che emerge dall'istantanea del Censis sulla situazione abitativa che - rileva lo stesso Rapporto - “richiede senza dubbio un rinnovato ruolo del soggetto pubblico, non solo nel predisporre direttamente delle soluzioni, ma anche nel determinare le condizioni perché si attivino risposte da parte di altri soggetti in grado di corrispondere ai caratteri con cui si presenta la nuova questione abitativa”.
Anche perché la possibilità di accesso alle abitazioni è legata a “processi sociali fondamentali in questa fase, come l'integrazione degli immigrati e la possibilità dei giovani di vivere in autonomia”. Quelli passati alle cronache come i “bamboccioni”, i giovani cioé tra i 18 ed i 34 anni che vivono ancora con i genitori, hanno superato il 60% del totale. Vale a dire oltre sei ragazzi su 10.
Il Censis pur giudicando “un utile primo passo” l'avvio del tavolo interministeriale di concertazione sulle politiche abitative, ricorda comunque che si tratta di iniziative “non sufficienti da sole” a risolvere il problema.
Bisogna affiancarne delle altre - conclude il Censis - tese “ad utilizzare la leva urbanistica per coinvolgere gli investitori privati”.
Fonte: www.demaniore.it
© Riproduzione riservata