PRIME INDISCREZIONI SULLA CASA
19/09/2007
Sostegno alle famiglie più disagiate a partire dalle spese che
devono sostenere e in primo luogo quelle della casa (la prima, di
proprietà o in affitto): su questo punto sembrano ormai convergere
le intenzioni di esecutivo e maggioranza che, in vista della
presentazione della Finanziaria 2008 stanno studiando le
diverse vie da seguire.
Si tratta di molte ipotesi che sono ancora al vaglio e che devono fare i conti con la quantità, ancora non nota, di risorse a disposizione. Ad esempio un taglio secco all'Ici (con la franchigia a 290 euro) - si calcolava tempo fa - costerebbe in tutto 2,3 miliardi. Cifra di tutto rispetto che lo Stato dovrebbe comunque garantire con nuovi trasferimenti alle casse dei comuni nelle quali attualmente arriva l'imposta.
Ma un'altra strada e' quella dell'Irpef: si tratterebbe di consentire a chi ha redditi più bassi di detrarre una quota di Ici oppure parte dell'affitto pagato annualmente. Ma si discute anche di un'ipotesi mista combinando queste due misure. Il motivo è che l'intervento via Ici sarebbe più complesso a causa delle differenze di accatastamento nelle diverse città italiane: ad esempio l'attuale soglia di esenzione di poco più di 100 euro esclude dal pagamento dell'imposta quasi tutte le case di una certa zona mentre gli “esclusi” in una zona di maggior pregio sono decisamente meno. Da qui la possibilità di presentare una norma-cornice che indichi solo la percentuale dei tagli lasciando poi ai comuni il compito di scegliere gli strumenti tecnici più idonei per metterlo in pratica. Sicuramente il piano Casa rappresenta un passaggio importante della politica sociale e della sicurezza.
Le prime iniziative, si stima in ambienti di governo, in questo settore potrebbero ammontare a 500 milioni di euro. L'obiettivo non sarebbe solo quello di ridurre la fiscalità a carico degli affittuari e dei piccoli proprietari ma anche di individuare quegli incentivi a favore delle giovani coppie, delle famiglie disagiate e degli immigrati.Anche in questo caso, si tratterà di coinvolgere gli enti locali, con nuovi piani per la cosidetta edilizia popolare.
Ecco alcune delle ipotesi in campo.
Ici, franchigia più alta
Si pensa ad un percorso graduale: una volta varata la riforma degli estimi che, invece che sui vani si baserà sui metri quadri, si prevede infatti di arrivare ad una franchigia per l'Ici per appartamenti fino ai 150 metri quadrati. Non si trattera' dell'eliminazione tout court dell'imposta ma certo di una riduzione consistente considerando che, a regime (si parla del 2010-2011) chi, ad esempio, possiede una prima casa di 200 metri dovra' pagare l'Ici solo su 50. L'entità dell'intervento non è nota e questo anche perché la “platea” dei possibili beneficiari è molto ampia e il costo di un intervento esteso sarebbe altissimo.
Si partirebbe quindi con gradualità: intanto si pensa di aumentare la franchigia dagli attuali 103 euro fino a portarla a 290 euro. Questo avrebbe, secondo la Ragioneria, un costo di 2,3 miliardi.
Ici detratta dall'Irpef
L'Ici si abbasserebbe anche in questo caso non per effetto di una “soglia” ma grazie alla detraibilità dall'imposta sulle persone fisiche. Si tratterebbe in pratica di consentire a chi ha redditi più bassi di di pagare l'Ici ma di poterla anche detrarre dal reddito. Non è ancora noto in quale percentuale sarà possibile la detrazione ma, collegandosi all'Irpef, ci sarebbe il vantaggio di avere un impatto proporzionale al reddito. Inoltre il costo di questa operazione non ricadrebbe sui Comuni ma direttamente sullo Stato. Questa resta al momento solo una ipotesi, sicuramente gradita dagli enti locali. Ma, appunto solo una proposta tra le diverse soluzioni tecniche possibili. Tant'è che l'Esecutivo potrebbe optare per una norma-cornice che quantificherebbe il taglio dell'imposta lasciando poi ai singoli comuni il compito di scegliere le soluzioni tecniche per metterlo in pratica.
Affitti detratti dall'Irpef
L'intento del Governo è quello di contenere la pressione fiscale e contestualmente aiutare chi è più in difficoltà. Per questo l'intervento potrebbe riguardare invece direttamente una detrazione, sempre a valere sull'Irpef, di una quota dell'affitto pagata annualmente.
In questo caso il problema riguarderebbe però gli incapienti che sono coloro che non pagano tasse perché hanno un reddito troppo basso e non potrebbero quindi neanche beneficiare delle detrazioni fiscali.
La “platea” interessata alle misure
La platea dei destinatari di una possibile revisione del sistema di detrazioni legate all'Ici è rappresentata da 17,3 milioni di famiglie che vivono in case di proprietà: il conto lo ha fatto l'Istat.
Le famiglie in affitto, possibili destinatarie di nuove detrazioni sono invece 4,2 milioni con un monte affitti stimato in 17 miliardi di euro annui. Per quanto riguarda le famiglie giovani (età inferiore ai 35 anni) l'Istat sottolinea che tra i 2,1 milioni di nuclei (4,8 milioni di individui) si rileva una quantità di proprietari “notevolmente inferiore alla media”: il 50,8% rispetto al 73,3%. E elevata è anche la quota di chi ha chiesto un mutuo (18,9% contro il 10,1).
Quanto costano le misure
La Ragioneria tempo fa calcolava che lo sconto Ici di 290 euro sulle prime case vale circa 2 miliardi di euro, mentre le detrazioni sugli affitti pesano per circa 1,3 miliardi di euro.
Fonte: www.demaniore.com
© Riproduzione riservata
Si tratta di molte ipotesi che sono ancora al vaglio e che devono fare i conti con la quantità, ancora non nota, di risorse a disposizione. Ad esempio un taglio secco all'Ici (con la franchigia a 290 euro) - si calcolava tempo fa - costerebbe in tutto 2,3 miliardi. Cifra di tutto rispetto che lo Stato dovrebbe comunque garantire con nuovi trasferimenti alle casse dei comuni nelle quali attualmente arriva l'imposta.
Ma un'altra strada e' quella dell'Irpef: si tratterebbe di consentire a chi ha redditi più bassi di detrarre una quota di Ici oppure parte dell'affitto pagato annualmente. Ma si discute anche di un'ipotesi mista combinando queste due misure. Il motivo è che l'intervento via Ici sarebbe più complesso a causa delle differenze di accatastamento nelle diverse città italiane: ad esempio l'attuale soglia di esenzione di poco più di 100 euro esclude dal pagamento dell'imposta quasi tutte le case di una certa zona mentre gli “esclusi” in una zona di maggior pregio sono decisamente meno. Da qui la possibilità di presentare una norma-cornice che indichi solo la percentuale dei tagli lasciando poi ai comuni il compito di scegliere gli strumenti tecnici più idonei per metterlo in pratica. Sicuramente il piano Casa rappresenta un passaggio importante della politica sociale e della sicurezza.
Le prime iniziative, si stima in ambienti di governo, in questo settore potrebbero ammontare a 500 milioni di euro. L'obiettivo non sarebbe solo quello di ridurre la fiscalità a carico degli affittuari e dei piccoli proprietari ma anche di individuare quegli incentivi a favore delle giovani coppie, delle famiglie disagiate e degli immigrati.Anche in questo caso, si tratterà di coinvolgere gli enti locali, con nuovi piani per la cosidetta edilizia popolare.
Ecco alcune delle ipotesi in campo.
Ici, franchigia più alta
Si pensa ad un percorso graduale: una volta varata la riforma degli estimi che, invece che sui vani si baserà sui metri quadri, si prevede infatti di arrivare ad una franchigia per l'Ici per appartamenti fino ai 150 metri quadrati. Non si trattera' dell'eliminazione tout court dell'imposta ma certo di una riduzione consistente considerando che, a regime (si parla del 2010-2011) chi, ad esempio, possiede una prima casa di 200 metri dovra' pagare l'Ici solo su 50. L'entità dell'intervento non è nota e questo anche perché la “platea” dei possibili beneficiari è molto ampia e il costo di un intervento esteso sarebbe altissimo.
Si partirebbe quindi con gradualità: intanto si pensa di aumentare la franchigia dagli attuali 103 euro fino a portarla a 290 euro. Questo avrebbe, secondo la Ragioneria, un costo di 2,3 miliardi.
Ici detratta dall'Irpef
L'Ici si abbasserebbe anche in questo caso non per effetto di una “soglia” ma grazie alla detraibilità dall'imposta sulle persone fisiche. Si tratterebbe in pratica di consentire a chi ha redditi più bassi di di pagare l'Ici ma di poterla anche detrarre dal reddito. Non è ancora noto in quale percentuale sarà possibile la detrazione ma, collegandosi all'Irpef, ci sarebbe il vantaggio di avere un impatto proporzionale al reddito. Inoltre il costo di questa operazione non ricadrebbe sui Comuni ma direttamente sullo Stato. Questa resta al momento solo una ipotesi, sicuramente gradita dagli enti locali. Ma, appunto solo una proposta tra le diverse soluzioni tecniche possibili. Tant'è che l'Esecutivo potrebbe optare per una norma-cornice che quantificherebbe il taglio dell'imposta lasciando poi ai singoli comuni il compito di scegliere le soluzioni tecniche per metterlo in pratica.
Affitti detratti dall'Irpef
L'intento del Governo è quello di contenere la pressione fiscale e contestualmente aiutare chi è più in difficoltà. Per questo l'intervento potrebbe riguardare invece direttamente una detrazione, sempre a valere sull'Irpef, di una quota dell'affitto pagata annualmente.
In questo caso il problema riguarderebbe però gli incapienti che sono coloro che non pagano tasse perché hanno un reddito troppo basso e non potrebbero quindi neanche beneficiare delle detrazioni fiscali.
La “platea” interessata alle misure
La platea dei destinatari di una possibile revisione del sistema di detrazioni legate all'Ici è rappresentata da 17,3 milioni di famiglie che vivono in case di proprietà: il conto lo ha fatto l'Istat.
Le famiglie in affitto, possibili destinatarie di nuove detrazioni sono invece 4,2 milioni con un monte affitti stimato in 17 miliardi di euro annui. Per quanto riguarda le famiglie giovani (età inferiore ai 35 anni) l'Istat sottolinea che tra i 2,1 milioni di nuclei (4,8 milioni di individui) si rileva una quantità di proprietari “notevolmente inferiore alla media”: il 50,8% rispetto al 73,3%. E elevata è anche la quota di chi ha chiesto un mutuo (18,9% contro il 10,1).
Quanto costano le misure
La Ragioneria tempo fa calcolava che lo sconto Ici di 290 euro sulle prime case vale circa 2 miliardi di euro, mentre le detrazioni sugli affitti pesano per circa 1,3 miliardi di euro.
Fonte: www.demaniore.com
© Riproduzione riservata