Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale
di Redazione tecnica - 11/03/2021
È stato firmato ieri nella Sala Verde di Palazzo Chigi dal Presidente del Consiglio, Mario Draghi, dal Ministro per la Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta e dai Segretari generali Maurizio Landini (Cgil), Luigi Sbarra (Cisl) e Pierpaolo Bombardieri (Uil), il “Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale".
Contesto e obiettivi del Patto
Il Patto si colloca nel solco di un’azione di rilancio del
Paese, volta a realizzare gli obiettivi cruciali della
modernizzazione del “sistema Italia” e dell’incremento della
coesione sociale, a partire dalla straordinaria opportunità offerta
dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Innovazione e coesione sono obiettivi centrali dello storico
programma Next Generation EU e saranno perseguiti simultaneamente.
Un Paese più moderno, infatti, può offrire servizi migliori e
maggiori opportunità di sviluppo ai propri cittadini; al contempo,
un Paese più coeso assicura che ogni persona possa sentirsi parte
del processo innovativo e che ciascuno possa trarre beneficio dagli
sforzi comuni.
I pilastri fondamentali di ogni riforma e ogni investimento pubblico contenuti nel PNRR saranno la coesione sociale e la creazione di buona occupazione.
Tali priorità – cruciali per superare l’emergenza sanitaria,
economica e sociale, ricordata dal Presidente della Repubblica
Sergio Mattarella – richiedono uno straordinario impegno
finanziario, progettuale e attuativo, che verte sul ruolo
propulsivo delle donne e degli uomini della Pubblica
Amministrazione.
In questa prospettiva, il Patto intende potenziare la
Pubblica Amministrazione attraverso la semplificazione dei processi
e un massiccio investimento nel capitale umano. Tali
strumenti sono fondamentali per attenuare le storiche disparità del
Paese, per ridurre il dualismo fra settore pubblico e privato,
nonché per fornire risposte ai nuovi e mutati bisogni dei
cittadini.
Flessibilità organizzativa e rapidità d’azione
Il Patto individua la flessibilità organizzativa delle Pubbliche
Amministrazioni e l’incremento della loro rapidità di azione come
obiettivi fondamentali di un processo di rinnovamento che le parti
si impegnano a perseguire, con particolare riferimento a tre
dimensioni: il lavoro, l’organizzazione e la tecnologia.
L’individuazione di una disciplina del lavoro agile (smart working)
per via contrattuale è un elemento qualificante di questa strategia
e va nella direzione auspicata dalle organizzazioni sindacali sin
dall’inizio della crisi pandemica.
Partecipazione attiva delle lavoratrici e dei lavoratori
Il successo di ogni percorso di innovazione e riforma della Pubblica Amministrazione dipende non soltanto da opportuni investimenti nella digitalizzazione, ma anche da una partecipazione attiva delle lavoratrici e dei lavoratori.
A tal proposito, il Patto individua la necessità di avviare una nuova stagione di relazioni sindacali, fondata sul confronto con le organizzazioni, e di portare a compimento i rinnovi contrattuali del triennio 2019-2021, ritenendoli un fondamentale investimento politico e sociale.
Valorizzazione delle persone
Inoltre, la costruzione di una nuova e moderna Pubblica Amministrazione si fonda sulla valorizzazione delle persone, attraverso percorsi di crescita e aggiornamento professionale, e sulla definizione di un piano delle competenze su cui costruire la programmazione dei fabbisogni e le assunzioni del personale.
In questa ottica, il Patto afferma che ogni pubblico dipendente dovrà essere titolare di un diritto/dovere soggettivo alla formazione continua, al fine di essere realmente protagonista del cambiamento, e che la Pubblica Amministrazione dovrà utilizzare percorsi formativi di eccellenza, adatti alle persone e certificati.
Elementi del Patto
- Il Governo emanerà all’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (Aran) gli atti di indirizzo di propria competenza per il riavvio della stagione contrattuale. I rinnovi contrattuali relativi al triennio 2019-2021 interessano oltre 3 milioni di dipendenti pubblici e vedranno confluire l’elemento perequativo delle retribuzioni all’interno della retribuzione fondamentale. Il Governo, poi, individuerà le misure legislative utili a promuovere la contrattazione decentrata e a superare il sistema dei tetti ai trattamenti economici accessori.
- Con riferimento al lavoro agile, nei futuri contratti collettivi nazionali dovrà essere definita una disciplina normativa ed economica che garantisca condizioni di lavoro trasparenti, che favorisca la produttività e l’orientamento ai risultati, conciliando le esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori con le esigenze organizzative delle pubbliche amministrazioni. Saranno quindi disciplinati aspetti di tutela dei diritti sindacali, delle relazioni sindacali e del rapporto di lavoro quali il diritto alla disconnessione, le fasce di reperibilità, il diritto alla formazione specifica, la protezione dei dati personali, il regime dei permessi e delle assenze.
- Attraverso i contratti collettivi del triennio 2019-2021, si procederà alla successiva rivisitazione degli ordinamenti professionali del personale, ricorrendo a risorse aggiuntive con la legge di bilancio per il 2022 e adeguando la disciplina contrattuale ai fabbisogni di nuove professionalità e competenze. È necessario, inoltre, valorizzare specifiche professionalità non dirigenziali dotate di competenze specialistiche ed estendere i sistemi di riconoscimento delle competenze acquisite negli anni, anche tramite opportune modifiche legislative.
- Il Governo si impegna a definire politiche formative di ampio respiro, con particolare riferimento al miglioramento delle competenze digitali e di specifiche competenze avanzate di carattere professionale. Formazione e riqualificazione assumeranno il rango di investimento strategico e non saranno più considerati come mera voce di costo.
- Nell’ambito dei nuovi contratti collettivi saranno adeguati i sistemi di partecipazione sindacale, valorizzando gli strumenti di partecipazione organizzativa e il ruolo della contrattazione integrativa.
- Le parti concordano sulla necessità di implementare gli istituti di welfare contrattuale, con riferimento al sostegno alla genitorialità e all’estensione al pubblico impiego di agevolazioni fiscali già riconosciute al settore privato, relative alla previdenza complementare e ai sistemi di premialità diretti al miglioramento dei servizi.
A cura di Redazione LavoriPubblici.it
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