Ponte Morandi: Esposto di 56 architetti, ingegneri, docenti universitari, alla Corte dei Conti di Genova
13/02/2019
Mentre in questi giorni si procede alla demolizione di quel che resta del viadotto, apprendiamo la notizia di presentazione dell’esposto da parte di 56 architetti, ingegneri, docenti universitari, alla Corte dei Conti di Genova per “presunte incongruenze e anomalie nel processo decisionale e nel procedimento di affidamento relativo ai lavori di demolizione e ricostruzione del viadotto sulla Valle del Polcevera (cosiddetto Viadotto Morandi) a Genova” si chiede nell’esposto di “attivare i necessari accertamenti e provvedimenti al fine di evitare eventuali danni erariali conseguenti”.
L’esposto è stato indirizzato al Procuratore Regionale della Corte dei Conti di Genova e, per conoscenza al Presidente della Regione Liguria ed al Commissario Straordinario per la Ricostruzione del Viadotto Polcevera ed è stato firmato da Antonio Adao da Fonseca, Laura Anania, Marcello Arici, Fabrizio Averardi, Antonio Badalà, Gianfranco Battiato, Gianluca Belviso, Patrizia Berardi, Claudio Borri, Fernando Branco, Giovanni Brero, Gabriele Camomilla, Valentina Camomilla, Pierpaolo Cicchiello, Simone Cola, Fabrizio Comodini, Michele Contaldo, Sandro Conti, Michele Culatti, Enzo Di Giacomo, Marino Donada, Giovanni Fiordaliso, Francesco Focacci, Benedetta Fontana, Giorgio Frunzio, Michele Giovannetti, Michele Fabio Granata, Corrado Guerini, Igino Lai, Giuseppe Luciani, Agostino Marioni, Maurizio Mariotti, Giuseppe Melillo, Aurelio Misiti, Rossella Mombelli, Michelina Monaco, Valeriano Monaco, Olimpia Niglio, Nando Novelli, Enrico Pietra, Claudio Pigato, Alberto Prestininzi, Cesare Prevedini, Luigi Rebonato.
Tra i firmatari diversi nomi noti del mondo delle opere pubbliche come Aurelio Misiti, già presidente del Consiglio superiore dei Lavori pubblici e viceministro, Enzo Siviero, già docente di Teoria e progetto dei ponti allo Iuav di Venezia, Marcello Arici, professore associato al Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Aerospaziale (DICA) Università di Palermo, Gabriele Camomilla, direttore della Ricerca e Manutenzione di Autostrade fino al 2005 (oltre che autore del restauro della pila 11 dello stesso Ponte Morandi negli anni Novanta) e Igino Lai, direttore generale dell'Autostrada dei Parchi.
I punti chiave dell’esposto possono essere condensati nei seguenti:
scelta di demolire e ricostruire l'intero viadotto, invece che tentare di consolidare le parti integre ricostruendo soltanto la parte crollata che, come si legge nell’esposto, “non trova alcuna giustificazione tecnico-economica e comporta un rilevante danno erariale ed una perdita irreversibile per il patrimonio storico-culturale pubblico” con una spesa che avrebbe potuto attestarsi “in base ai costi correnti di mercato, tra i 70 ed i 90 milioni di euro, con un tempo di esecuzione inferiore ai 12 mesi, non legato alla preventiva demolizione”;
costi più che doppi rispetto a quelli di opere analoghe in
quanto come si legge nell’esposto “L'importo a cui si è scelto
di affidare l'appalto della sola ricostruzione risulterebbe di 202
milioni di euro, cioè, considerando tre corsie per senso di marcia
ed una superficie complessiva dell'opera di circa 33.000 metri
quadrati, un prezzo di oltre 6.100 euro per metro quadrato di
impalcato, demolizioni escluse” mentre “il prezzo corrente
di mercato, per un viadotto stradale di caratteristiche analoghe a
quelle della soluzione scelta, con struttura a trave continua con
campate ordinarie di circa 50m di luce (tranne due da 100), è
stimabile tra i 3.000 e i 3.500 euro per metro quadrato di
impalcato, in funzione del costo delle sottostrutture, dato
ampiamente noto e condiviso
dagli operatori del settore”.
Nella parte finale del ricorso si legge, anche, che “le scelte operate in sede di affidamento appaiono pertanto non sufficientemente motivate, incongrue e potenzialmente lesive degli interessi pubblici. Tali scelte sembrano infatti comportare, rispetto ad altre possibili soluzioni che non sembrano essere state prese in considerazione, un rilevante aggravio di spesa, il cui addebito al Concessionario è tuttora incerto, oltre a cagionare ingenti danni indiretti all'economia locale e nazionale per la presumibile maggior durata dei lavori”.
In allegato il testo integrale dell’esposto inviato al Procuratore Regionale della Corte dei Conti di Genova.
A cura di Redazione LavoriPubblici.it
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