Prestigiacomo: Dopo stato di emergenza e risorse per i soccorsi, sbloccare subito i fondi necessari per il piano anti-dissesto
02/11/2011
Il Governo ha approvato oggi la dichiarazione dello stato di
emergenza per le zone colpite dall'alluvione, e l'immediata
erogazione di 65 milioni di euro. Sono fondi destinati in primo
luogo al soccorso delle persone e delle comunità così pesantemente
segnate da lutti e dalla devastazione delle proprie case e delle
proprie attività economiche. A loro va tutto il cordoglio, la
solidarietà e il sostegno dello Stato all'indomani di una
catastrofe dalle proporzioni che appaiono gravissime.
Anche alla luce di quanto accaduto bisogna subito ripartire con il piano straordinario per la difesa del suolo, pronto da due anni ed ancora per la gran parte non avviato a causa della mancata erogazione delle risorse che pure a suo tempo erano state stanziate.
Le situazioni ad altissimo rischio di frane e alluvioni in Italia sono molte e note, così come, prevedibilmente, si verificheranno nuovi episodi di precipitazioni straordinarie che innescheranno ulteriori pericoli per le popolazioni e per i territori.
Per la prima volta l'Italia, due anni fa, si è dotata di un piano straordinario contro il dissesto idrogeologico dotato di risorse per complessivi 2 miliardi e mezzo di euro fra fondi statali e cofinanziamento regionale. Il piano è stato definito attraverso la stipula di accordi di programma con tutte le Regioni ed ha individuato, col concorso della Protezione civile, le priorità di intervento.
Lasciar passare altro tempo senza attuare quanto già deciso ha come unica conseguenza quella di accrescere i rischi noti e l'eventualità di nuovi lutti e danni. Danni che storicamente sono ben più onerosi delle mancate opere di prevenzione.
Sono consapevole che in questi eventi c'è sempre una quota di imponderabile e di imprevedibile. Ma vi sono numerosissime realtà in cui è possibile prevedere ed intervenire in tempo.
Se nulla può colmare il dolore di chi ha perso i propri cari, la tragedia dello spezzino e della lunigiana serva almeno a sbloccare i fondi necessari e far partire subito gli interventi che si possono e si devono fare per cercare di evitare nuove sciagure annunciate.
Fonte: Ministero dell'Ambiente
© Riproduzione riservata
Anche alla luce di quanto accaduto bisogna subito ripartire con il piano straordinario per la difesa del suolo, pronto da due anni ed ancora per la gran parte non avviato a causa della mancata erogazione delle risorse che pure a suo tempo erano state stanziate.
Le situazioni ad altissimo rischio di frane e alluvioni in Italia sono molte e note, così come, prevedibilmente, si verificheranno nuovi episodi di precipitazioni straordinarie che innescheranno ulteriori pericoli per le popolazioni e per i territori.
Per la prima volta l'Italia, due anni fa, si è dotata di un piano straordinario contro il dissesto idrogeologico dotato di risorse per complessivi 2 miliardi e mezzo di euro fra fondi statali e cofinanziamento regionale. Il piano è stato definito attraverso la stipula di accordi di programma con tutte le Regioni ed ha individuato, col concorso della Protezione civile, le priorità di intervento.
Lasciar passare altro tempo senza attuare quanto già deciso ha come unica conseguenza quella di accrescere i rischi noti e l'eventualità di nuovi lutti e danni. Danni che storicamente sono ben più onerosi delle mancate opere di prevenzione.
Sono consapevole che in questi eventi c'è sempre una quota di imponderabile e di imprevedibile. Ma vi sono numerosissime realtà in cui è possibile prevedere ed intervenire in tempo.
Se nulla può colmare il dolore di chi ha perso i propri cari, la tragedia dello spezzino e della lunigiana serva almeno a sbloccare i fondi necessari e far partire subito gli interventi che si possono e si devono fare per cercare di evitare nuove sciagure annunciate.
Fonte: Ministero dell'Ambiente
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