Prevenire e contrastare l’evasione: Le linee guida per l’anno 2014 dell’Agenzia delle Entrate
11/08/2014
Con la circolare 25/E del 6 agosto, l’Agenzia
fa il punto sull’attività di prevenzione e contrasto all’evasione
da realizzare nel 2014 e fornisce una sintesi degli indirizzi
operativi assegnati agli uffici nel primo semestre dell’anno in
corso, secondo gli obiettivi affidati al Governo dalla “delega
fiscale” (legge 23/2014).
Le linee strategiche per l’attività di accertamento, evidenzia l’Agenzia, puntano, in particolare, sull’analisi del rischio riferita a ciascuna macro-tipologia di contribuenti, tenendo presente le diverse realtà territoriali, senza trascurare l’effetto crisi che ha investito e investe l’intero territorio nazionale. Sulla base di tali priorità, l’impegno maggiore sarà riservato ai comportamenti evasivi più gravi, come quelli che provocano distorsioni alla libera concorrenza e danneggiano i contribuenti che adottano comportamenti leali con il Fisco, tralasciando le irregolarità di scarsa rilevanza in termini di gettito o quelle di natura esclusivamente formale.
Nella sintesi degli indirizzi impartiti alle strutture operative nel primo semestre 2014, l’Agenzia distingue le attività specifiche, quelle cioè destinate alle singole macro-tipologie di contribuenti, da quelle trasversali, non applicabili a una precisa categoria.
ATTIVITA’ SPECIFICHE
Grandi contribuenti
L’Agenzia sottolinea che i controlli sui Grandi contribuenti sono basati, in primo luogo, sul “tutoraggio”, l’attività di valutazione dei comportamenti delle imprese, riassunta in un’apposita scheda che evidenzia il maggiore o minore rischio di evasione del soggetto. Nei confronti dei contribuenti senza un alto livello di pericolosità e che non presentano bilanci con scostamenti significativi, l’Amministrazione finanziaria provvederà solo ad aggiornare la scheda di rischio.
Prosegue, inoltre, il progetto pilota “Regime di adempimento collaborativo” fra Agenzia e imprese, avviato nel mese di giugno 2013. Il programma prevede un impegno effettivo del contribuente ad assumere comportamenti orientati alla compliance e a fornire informazioni complete e tempestive sulle transazioni che presentano maggiori rischi fiscali. A fronte dello sforzo di trasparenza, l’Agenzia assume l’impegno a rispondere alle esigenze del contribuente e a consentire la risoluzione delle questioni fiscali rilevanti in maniera tempestiva ed equilibrata.
Il progetto per la gestione del rischio fiscale prevede il coinvolgimento delle Dr, alle quali saranno forniti i dati conclusivi, anche al fine di consentire un eventuale contributo tecnico al legislatore. L’attività di verifica vera e propria è indirizzata verso le reali possibilità di evasione, come, ad esempio, la delocalizzazione dei redditi verso i cosiddetti paradisi fiscali.
A proposito di adesione al regime degli oneri documentali in materia di prezzi di trasferimento, la circolare chiarisce che la comunicazione non esclude, di per sé, un eventuale controllo. Tale soluzione, tuttavia, sarà adottata solo se sussistano ulteriori motivazioni da parte dell’ufficio.
Medie e piccole imprese
Per le società di medie dimensioni, è previsto il coordinamento della direzione regionale sull’attività di controllo, in caso di appartenenza a gruppi di imprese. La Dr, inoltre, avrà la supervisione sull’analisi di rischio effettuata dalle direzioni provinciali. Inoltre, se i soggetti perdono la qualifica di “grandi contribuenti”, le direzioni regionali trasferiscono alle Dp competenti le schede di rischio predisposte in sede di tutoraggio.
Per le piccole imprese e per i lavoratori autonomi, la programmazione delle attività istruttorie e di accertamento da realizzare nel 2014 deve tener conto di un’attenta analisi del rischio tramite gli specifici applicativi e le liste delle posizioni trasmesse nell’ultimo periodo dello scorso anno e nel primo semestre del 2014. Per i contribuenti sottoposti agli studi di settore, l’Agenzia ribadisce che la programmazione dei controlli sarà correlata alle anomalie rilevate e al mancato adeguamento allo studio.
Sotto la lente pure i requisiti per fruire del regime premiale, la disciplina che prevede una serie di vantaggi per i contribuenti congrui, coerenti e che hanno assolto correttamente l’obbligo di comunicazione dei dati rilevanti (articolo 10, commi 9-13, Dl 201/2011).
Altro punto messo in evidenza dalla circolare è l’utilizzo delle “indagini finanziarie” per l’attività di controllo. Tale strumento deve essere utilizzato solo a seguito di un’attenta attività di analisi del rischio che faccia emergere significative anomalie dichiarative, preferibilmente quando è già in corso un’attività istruttoria dell’ufficio.
Ugualmente, nei controlli agli esercenti arti e professioni, sarà utilizzato lo strumento delle indagini finanziarie solo quando la posizione fiscale è difficilmente riscontrabile con altre modalità istruttorie. In tale ambito, l’Agenzia ricorda che scopo delle indagini finanziarie è quello di ricostruire l’effettiva disponibilità reddituale del soggetto sottoposto a controllo e che le presunzioni previste dalla norma (articolo 32, comma 1, n. 2, secondo periodo, Dpr 600/1973) devono essere applicate dall’ufficio con criteri di buon senso e di ragionevolezza, anche avvalendosi della collaborazione del contribuente.
Onlus
Per il comparto degli enti non commerciali, Onlus e organizzazioni di volontariato, l’Agenzia sottolinea che l’attività delle direzioni provinciali deve essere rivolta essenzialmente a quei soggetti che apparentemente si presentano come non profit, ma che in realtà svolgono vere e proprie attività commerciali, evitando di perseguire situazioni di minima rilevanza o enti di evidente valore sociale come, ad esempio, quelli dedicati alla formazione sportiva per giovani o alla tutela degli anziani o dei soggetti svantaggiati.
Persone fisiche
Nell’ambito dei controlli alle persone fisiche, l’Agenzia ricorda la predisposizione dell’applicativo informatico “Ve.r.di” per l’analisi di rischio e la determinazione sintetica del reddito, messo a punto con l’introduzione del “Redditometro”.
Particolare attenzione deve essere dedicata alla selezione dei soggetti a rischio, per attivare procedimenti di accertamento solo nei confronti di chi presenta scostamenti significativi tra reddito dichiarato e capacità di spesa. Altro elemento da tenere in considerazione sono le prove fornite dai contribuenti, come la documentazione giustificativa esibita o le argomentazioni logiche sostenute, evitando, in ogni caso, pretese accertative non correlate alla reale capacità contributiva.
ATTIVITÀ TRASVERSALI
Antifrode
Coordinamento e tempestività, possono essere considerate queste le parole chiave dell’azione di contrasto alle frodi fiscali. È fondamentale che gli uffici provinciali dell’Agenzia delle Entrate collaborino con le strutture centrali e regionali dell’antifrode, segnalando, con tempestività, le situazioni a “rischio”, individuate sul territorio grazie alla loro posizione privilegiata.
I controlli, anche quest’anno, devono essere indirizzati, principalmente, al contrasto dei fenomeni di illeciti intracomunitari. In primo piano, le false lettere d’intento e le compensazioni di crediti erariali inesistenti.
Le indebite compensazioni, è stato accertato, sono particolarmente riscontrabili nel settore del facility management, ovvero delle aziende che offrono determinati servizi (gestione degli edifici, impianti elettrici, eccetera) ad altre imprese. Anche in questo caso, il monitoraggio territoriale e un’azione coordinata con gli uffici provinciali è fondamentale per ostacolare il fenomeno e mettere a fuoco gli ambiti societari da controllare.
Altre operazioni sui cui vigilare sono le immatricolazioni delle auto e, in particolare, quelle con deroga al pagamento dell’Iva, per applicazione del regime del margine o perché relative a veicoli considerati “beni strumentali”.
Massima attenzione, poi, agli operatori intracomunitari. L’Agenzia delle Entrate, ricorda la circolare, ha la facoltà di escludere dall’archivio Vies sia i soggetti a rischio sia quelli che si sono resi colpevoli di fenomeni fraudolenti.
Altra azione da non trascurare, è il monitoraggio dell’attività dei contribuenti che hanno messo già a segno comportamenti illeciti: le statistiche dimostrano, infatti, che, di frequente, gli stessi ricadono nei medesimi “errori”.
Evasione internazionale
Il contrasto all’evasione internazionale, come illustrato nella precedente circolare 38/2013, grazie a una profonda evoluzione normativa, ha fornito nuovi ed efficaci strumenti per l’emersione di trasferimenti o detenzione all’estero di attività rilevanti per il fisco.
Per quanto riguarda lo spostamento fittizio della residenza fuori confine, con l’unico fine di evitare la tassazione in Italia, la circolare pone l’accento sull’applicativo “So.No.Re”, che consente di far emergere situazioni di persone con residenza estera, ma interessi e affari nello Stato. La stessa applicazione segnala anche i casi di stranieri fiscalmente residenti in Italia, ma che non hanno mai regolarizzato la loro posizione.
Infine, informa il documento di prassi, è stato assegnato all’Ucifi (Ufficio centrale per il contrasto agli illeciti fiscali internazionali) il compito di coordinare la collaborazione tra Agenzia e contribuenti che volontariamente scelgono di rientrare nella legalità (anche in prospettiva delle nuove misure allo studio del Parlamento), dichiarando attività economiche e finanziarie illecitamente detenute all’estero.
Attività e proiezione internazionale
Per quanto riguarda il confronto con le amministrazioni fiscali straniere, l’indicazione è “non farsi scrupoli” ogni qual volta si ritenga opportuno approfondire situazioni e avere ulteriori informazioni su residenti con fonti di reddito estero, rispetto a quelle reperibili dallo scambio automatico dei dati attraverso l’applicativo i>.
Maggiore attenzione, raccomanda la circolare, all’andamento del flusso informativo con il fisco oltreconfine. Il richiamo è al rispetto della tempistica nel dare riscontro alle richieste delle amministrazioni straniere: il tempo a disposizione è di sei mesi.
Sempre nell’ambito delle operazioni internazionali, da non perdere di vista le transazioni infragruppo. Si tratta di movimentazioni che spesso vengono utilizzate per evadere e/o eludere imposte e tributi.
Valutazione attenta, poi, per evitare la sovrapposizione di indagini, se la verifica riguarda una situazione societaria che include anche un accordo di ruling internazionale.
. Riscossione
Tra gli obiettivi strategici predominanti dell’Agenzia delle Entrate, il miglioramento qualitativo e quantitativo dell’attività di riscossione da realizzarsi, in primo luogo, attraverso l’apporto delle direzioni provinciali e regionali.
Presso le Dp va attivata un’attività di intelligence per l’individuazione di crediti esigibili, ma a rischio “incasso”, da segnalare all’agente della riscossione.
. Circa l’attività di contrasto all’evasione da riscossione per il tramite delle autorità fiscali estere, registrato un notevole squilibrio tra le richieste di recupero inviate dall’Agenzia ad altri Stati e l’attività di riscossione svolta in Italia in favore di questi, l’Amministrazione centrale sollecita un maggior coordinamento con gli agenti della riscossione in modo da poter recuperare i crediti del fisco italiano, attraverso i contatti e le informazioni fornite dai partner esteri.
Fonte: Agenzia delle Entrate
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Le linee strategiche per l’attività di accertamento, evidenzia l’Agenzia, puntano, in particolare, sull’analisi del rischio riferita a ciascuna macro-tipologia di contribuenti, tenendo presente le diverse realtà territoriali, senza trascurare l’effetto crisi che ha investito e investe l’intero territorio nazionale. Sulla base di tali priorità, l’impegno maggiore sarà riservato ai comportamenti evasivi più gravi, come quelli che provocano distorsioni alla libera concorrenza e danneggiano i contribuenti che adottano comportamenti leali con il Fisco, tralasciando le irregolarità di scarsa rilevanza in termini di gettito o quelle di natura esclusivamente formale.
Nella sintesi degli indirizzi impartiti alle strutture operative nel primo semestre 2014, l’Agenzia distingue le attività specifiche, quelle cioè destinate alle singole macro-tipologie di contribuenti, da quelle trasversali, non applicabili a una precisa categoria.
ATTIVITA’ SPECIFICHE
Grandi contribuenti
L’Agenzia sottolinea che i controlli sui Grandi contribuenti sono basati, in primo luogo, sul “tutoraggio”, l’attività di valutazione dei comportamenti delle imprese, riassunta in un’apposita scheda che evidenzia il maggiore o minore rischio di evasione del soggetto. Nei confronti dei contribuenti senza un alto livello di pericolosità e che non presentano bilanci con scostamenti significativi, l’Amministrazione finanziaria provvederà solo ad aggiornare la scheda di rischio.
Prosegue, inoltre, il progetto pilota “Regime di adempimento collaborativo” fra Agenzia e imprese, avviato nel mese di giugno 2013. Il programma prevede un impegno effettivo del contribuente ad assumere comportamenti orientati alla compliance e a fornire informazioni complete e tempestive sulle transazioni che presentano maggiori rischi fiscali. A fronte dello sforzo di trasparenza, l’Agenzia assume l’impegno a rispondere alle esigenze del contribuente e a consentire la risoluzione delle questioni fiscali rilevanti in maniera tempestiva ed equilibrata.
Il progetto per la gestione del rischio fiscale prevede il coinvolgimento delle Dr, alle quali saranno forniti i dati conclusivi, anche al fine di consentire un eventuale contributo tecnico al legislatore. L’attività di verifica vera e propria è indirizzata verso le reali possibilità di evasione, come, ad esempio, la delocalizzazione dei redditi verso i cosiddetti paradisi fiscali.
A proposito di adesione al regime degli oneri documentali in materia di prezzi di trasferimento, la circolare chiarisce che la comunicazione non esclude, di per sé, un eventuale controllo. Tale soluzione, tuttavia, sarà adottata solo se sussistano ulteriori motivazioni da parte dell’ufficio.
Medie e piccole imprese
Per le società di medie dimensioni, è previsto il coordinamento della direzione regionale sull’attività di controllo, in caso di appartenenza a gruppi di imprese. La Dr, inoltre, avrà la supervisione sull’analisi di rischio effettuata dalle direzioni provinciali. Inoltre, se i soggetti perdono la qualifica di “grandi contribuenti”, le direzioni regionali trasferiscono alle Dp competenti le schede di rischio predisposte in sede di tutoraggio.
Per le piccole imprese e per i lavoratori autonomi, la programmazione delle attività istruttorie e di accertamento da realizzare nel 2014 deve tener conto di un’attenta analisi del rischio tramite gli specifici applicativi e le liste delle posizioni trasmesse nell’ultimo periodo dello scorso anno e nel primo semestre del 2014. Per i contribuenti sottoposti agli studi di settore, l’Agenzia ribadisce che la programmazione dei controlli sarà correlata alle anomalie rilevate e al mancato adeguamento allo studio.
Sotto la lente pure i requisiti per fruire del regime premiale, la disciplina che prevede una serie di vantaggi per i contribuenti congrui, coerenti e che hanno assolto correttamente l’obbligo di comunicazione dei dati rilevanti (articolo 10, commi 9-13, Dl 201/2011).
Altro punto messo in evidenza dalla circolare è l’utilizzo delle “indagini finanziarie” per l’attività di controllo. Tale strumento deve essere utilizzato solo a seguito di un’attenta attività di analisi del rischio che faccia emergere significative anomalie dichiarative, preferibilmente quando è già in corso un’attività istruttoria dell’ufficio.
Ugualmente, nei controlli agli esercenti arti e professioni, sarà utilizzato lo strumento delle indagini finanziarie solo quando la posizione fiscale è difficilmente riscontrabile con altre modalità istruttorie. In tale ambito, l’Agenzia ricorda che scopo delle indagini finanziarie è quello di ricostruire l’effettiva disponibilità reddituale del soggetto sottoposto a controllo e che le presunzioni previste dalla norma (articolo 32, comma 1, n. 2, secondo periodo, Dpr 600/1973) devono essere applicate dall’ufficio con criteri di buon senso e di ragionevolezza, anche avvalendosi della collaborazione del contribuente.
Onlus
Per il comparto degli enti non commerciali, Onlus e organizzazioni di volontariato, l’Agenzia sottolinea che l’attività delle direzioni provinciali deve essere rivolta essenzialmente a quei soggetti che apparentemente si presentano come non profit, ma che in realtà svolgono vere e proprie attività commerciali, evitando di perseguire situazioni di minima rilevanza o enti di evidente valore sociale come, ad esempio, quelli dedicati alla formazione sportiva per giovani o alla tutela degli anziani o dei soggetti svantaggiati.
Persone fisiche
Nell’ambito dei controlli alle persone fisiche, l’Agenzia ricorda la predisposizione dell’applicativo informatico “Ve.r.di” per l’analisi di rischio e la determinazione sintetica del reddito, messo a punto con l’introduzione del “Redditometro”.
Particolare attenzione deve essere dedicata alla selezione dei soggetti a rischio, per attivare procedimenti di accertamento solo nei confronti di chi presenta scostamenti significativi tra reddito dichiarato e capacità di spesa. Altro elemento da tenere in considerazione sono le prove fornite dai contribuenti, come la documentazione giustificativa esibita o le argomentazioni logiche sostenute, evitando, in ogni caso, pretese accertative non correlate alla reale capacità contributiva.
ATTIVITÀ TRASVERSALI
Antifrode
Coordinamento e tempestività, possono essere considerate queste le parole chiave dell’azione di contrasto alle frodi fiscali. È fondamentale che gli uffici provinciali dell’Agenzia delle Entrate collaborino con le strutture centrali e regionali dell’antifrode, segnalando, con tempestività, le situazioni a “rischio”, individuate sul territorio grazie alla loro posizione privilegiata.
I controlli, anche quest’anno, devono essere indirizzati, principalmente, al contrasto dei fenomeni di illeciti intracomunitari. In primo piano, le false lettere d’intento e le compensazioni di crediti erariali inesistenti.
Le indebite compensazioni, è stato accertato, sono particolarmente riscontrabili nel settore del facility management, ovvero delle aziende che offrono determinati servizi (gestione degli edifici, impianti elettrici, eccetera) ad altre imprese. Anche in questo caso, il monitoraggio territoriale e un’azione coordinata con gli uffici provinciali è fondamentale per ostacolare il fenomeno e mettere a fuoco gli ambiti societari da controllare.
Altre operazioni sui cui vigilare sono le immatricolazioni delle auto e, in particolare, quelle con deroga al pagamento dell’Iva, per applicazione del regime del margine o perché relative a veicoli considerati “beni strumentali”.
Massima attenzione, poi, agli operatori intracomunitari. L’Agenzia delle Entrate, ricorda la circolare, ha la facoltà di escludere dall’archivio Vies sia i soggetti a rischio sia quelli che si sono resi colpevoli di fenomeni fraudolenti.
Altra azione da non trascurare, è il monitoraggio dell’attività dei contribuenti che hanno messo già a segno comportamenti illeciti: le statistiche dimostrano, infatti, che, di frequente, gli stessi ricadono nei medesimi “errori”.
Evasione internazionale
Il contrasto all’evasione internazionale, come illustrato nella precedente circolare 38/2013, grazie a una profonda evoluzione normativa, ha fornito nuovi ed efficaci strumenti per l’emersione di trasferimenti o detenzione all’estero di attività rilevanti per il fisco.
Per quanto riguarda lo spostamento fittizio della residenza fuori confine, con l’unico fine di evitare la tassazione in Italia, la circolare pone l’accento sull’applicativo “So.No.Re”, che consente di far emergere situazioni di persone con residenza estera, ma interessi e affari nello Stato. La stessa applicazione segnala anche i casi di stranieri fiscalmente residenti in Italia, ma che non hanno mai regolarizzato la loro posizione.
Infine, informa il documento di prassi, è stato assegnato all’Ucifi (Ufficio centrale per il contrasto agli illeciti fiscali internazionali) il compito di coordinare la collaborazione tra Agenzia e contribuenti che volontariamente scelgono di rientrare nella legalità (anche in prospettiva delle nuove misure allo studio del Parlamento), dichiarando attività economiche e finanziarie illecitamente detenute all’estero.
Attività e proiezione internazionale
Per quanto riguarda il confronto con le amministrazioni fiscali straniere, l’indicazione è “non farsi scrupoli” ogni qual volta si ritenga opportuno approfondire situazioni e avere ulteriori informazioni su residenti con fonti di reddito estero, rispetto a quelle reperibili dallo scambio automatico dei dati attraverso l’applicativo i>.
Maggiore attenzione, raccomanda la circolare, all’andamento del flusso informativo con il fisco oltreconfine. Il richiamo è al rispetto della tempistica nel dare riscontro alle richieste delle amministrazioni straniere: il tempo a disposizione è di sei mesi.
Sempre nell’ambito delle operazioni internazionali, da non perdere di vista le transazioni infragruppo. Si tratta di movimentazioni che spesso vengono utilizzate per evadere e/o eludere imposte e tributi.
Valutazione attenta, poi, per evitare la sovrapposizione di indagini, se la verifica riguarda una situazione societaria che include anche un accordo di ruling internazionale.
. Riscossione
Tra gli obiettivi strategici predominanti dell’Agenzia delle Entrate, il miglioramento qualitativo e quantitativo dell’attività di riscossione da realizzarsi, in primo luogo, attraverso l’apporto delle direzioni provinciali e regionali.
Presso le Dp va attivata un’attività di intelligence per l’individuazione di crediti esigibili, ma a rischio “incasso”, da segnalare all’agente della riscossione.
. Circa l’attività di contrasto all’evasione da riscossione per il tramite delle autorità fiscali estere, registrato un notevole squilibrio tra le richieste di recupero inviate dall’Agenzia ad altri Stati e l’attività di riscossione svolta in Italia in favore di questi, l’Amministrazione centrale sollecita un maggior coordinamento con gli agenti della riscossione in modo da poter recuperare i crediti del fisco italiano, attraverso i contatti e le informazioni fornite dai partner esteri.
Fonte: Agenzia delle Entrate
© Riproduzione riservata