Qualità professionale certificata: l'Italia raccoglie l'invito dell'UE partendo dalla normazione volontaria UNI
23/06/2010
Secondo i dati del Censis 2009, sono 3,5 milioni i
lavoratori che appartengono a professioni non regolamentate, ossia
sprovviste di ordine o collegio. Le professioni hanno un ruolo
fondamentale per il miglioramento della competitività, in quanto
rappresentano un fattore chiave di valorizzazione per le imprese,
per la qualità dei prodotti e dei processi, a vantaggio dei
consumatori.
In Italia si è lasciata la possibilità di esercitare le professioni non regolamentate a chiunque, anche senza avere alcun requisito tecnico e di formazione, poiché manca un sistema che permetta di dichiarare e garantire - in modo non autoreferenziale - le prestazioni professionali fornite.
L'Unione Europea ha fortemente stimolato un processo di normalizzazione ossia di regolamentazione attraverso la normazione volontaria in questo settore, attraverso la direttiva 2006/123/CE relativa ai "servizi nel mercato interno". Una proposta di legge presentata il 20 novembre 2008 alla Camera (n. 1934) ricorda che l'art. 15 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea collega inequivocabilmente il principio della libera iniziativa economica al principio della libertà professionale. La combinazione di questi principi impone da una parte la possibilità per il professionista di scegliere la propria attività ma dall'altra obbliga anche i poteri pubblici a rimuovere gli ostacoli che impediscano l'esercizio di tale libertà, dalla quale dipende anche la libertà di scelta dell'utente, ossia il consumatore.
Un ruolo importante spetta al Legislatore che si è già attivato in questo senso con la già menzionata proposta di legge e da successive proposte bi-partisan.
Nel frattempo, però, seguendo le linee guida del CEN (CEN Guide 14:2010), ASSOPROFESSIONI ha avviato con l'UNI l'iter per il riconoscimento delle professioni tramite la stesura di norme tecniche per ogni professione radicata nella nostra economia, al quale può seguire la certificazione indipendente e accreditata dal sistema regolato da ACCREDIA.
Il percorso intrapreso permetterebbe in tempi ragionevoli al cittadino di distinguere il professionista competente e aggiornato dall'improvvisatore, qualificando e regolamentando il mercato pur nella libertà di esercizio.
Il sistema professionale italiano ha così l'opportunità di aderire a un percorso normativo che può portare al riconoscimento de facto delle professioni non regolamentate in una logica di miglioramento continuo. Il campo di applicazione è molto vasto e riguarda anche le professioni, intellettuali o ad elevato contenuto intellettuale, comprese quelle già regolamentate. Grazie alla normazione UNI, sarà infatti possibile delineare le specialità, all'interno delle singole professioni e consentire anche la relativa certificazione.
"Il modello di qualificazione delle professioni che proponiamo - spiega Piero Torretta presidente UNI - ricalca sostanzialmente i decenni di esperienza di applicazione del medesimo modello nell'ambito della caratterizzazione dei prodotti, e più recentemente anche della qualificazione dei servizi. Ai sensi dei Regolamenti comunitari del 2008, infatti, la sorveglianza del mercato può utilizzare la via della certificazione volontaria di prodotti, sistemi, processi, servizi, persone ed organizzazioni seguendo quindi un approccio di autoregolamentazione del mercato libero. Il sistema punta sulla condivisione di specifiche tecniche da parte dei soggetti competenti nelle filiere socio-economiche di interesse e sull'intervento di un soggetto terzo di verifica della conformità a dette specifiche (certificazione)".
Il sistema che ASSOPROFESSIONI, UNI e ACCREDIA intendono mettere in moto è un meccanismo utile ai professionisti e agli utenti, assolutamente volontario, in grado di mettere in evidenza la qualità delle attività dei professionisti che saranno stimolati ad un periodico aggiornamento e verifica.
La norma è in grado di garantire il plus di valore della preparazione e prestazione professionale, la certificazione può attestare e dare riconoscibilità a questa preparazione in favore dei consumatori.
Come ultimo anello del sistema di assicurazione della qualità, ACCREDIA - che è l'ente di accreditamento ufficialmente designato dal Governo - andrà a verificare l'idoneità degli standard utilizzati dai vari enti di certificazione. L'accreditamento garantisce che gli enti di certificazione delle figure professionali operino seguendo principi di competenza, indipendenza ed imparzialità ben codificati. Inoltre, avendo ACCREDIA sottoscritto gli accordi internazionali di mutuo riconoscimento, le certificazioni rilasciate sotto l'accreditamento dell'ente italiano sono in pratica riconosciute in tutto il mondo.
"Sono circa 80 mila - spiega Antonio Paoletti, vicepresidente di ACCREDIA - le figure professionali ad oggi certificate sotto accreditamento. Tra queste, si contano auditor, progettisti, addetti a macchinari speciali, ma anche nuove figure professionali come il certificatore energetico degli edifici. Gli organismi di certificazione professionale sono infatti in grado di operare anche in settori 'nuovi', verificando puntualmente una particolare professionalità in riferimento alla normativa internazionale e controllandone attraverso periodiche visite di sorveglianza il necessario aggiornamento".
"La problematica legata alle professioni è particolarmente sentita in un momento di crisi come questo - aggiunge Giorgio Berloffa presidente di ASSOPROFESSIONI - e l'Unione Europea impone a tutti gli Stati membri di favorire una certificazione dei servizi, per mettere in condizione gli utenti di riconoscere il professionista competente. Solo in questo modo si realizzerà effettivamente la libertà del professionista e del consumatore".
A proposito della normazione europea sulla qualificazione professionale, negli ultimi anni, UNI ha condotto i lavori europei del Working Group 192 per la redazione delle regole per la stesura di documenti normativi sulla qualificazione professionale e nello scorso mese di aprile è stato pubblicata la Guida CEN 14. Si tratta di un importante documento europeo che di fatto attesta formalmente la possibilità di ricorso alle norme tecniche per la qualificazione delle professioni, che ha già registrato decine di esempi in passato, ma in totale assenza di una guida per l'approccio al problema ed alla redazione di norme. In pratica, le regole CEN, e UNI, fino a ieri specificavano come si scrive una norma di prodotto, ma non una norma sulla qualificazione professionale.
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Ilaria Melillo
Ilaria.melillo@adnkronos.com
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Fabrizio Galassi
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In Italia si è lasciata la possibilità di esercitare le professioni non regolamentate a chiunque, anche senza avere alcun requisito tecnico e di formazione, poiché manca un sistema che permetta di dichiarare e garantire - in modo non autoreferenziale - le prestazioni professionali fornite.
L'Unione Europea ha fortemente stimolato un processo di normalizzazione ossia di regolamentazione attraverso la normazione volontaria in questo settore, attraverso la direttiva 2006/123/CE relativa ai "servizi nel mercato interno". Una proposta di legge presentata il 20 novembre 2008 alla Camera (n. 1934) ricorda che l'art. 15 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea collega inequivocabilmente il principio della libera iniziativa economica al principio della libertà professionale. La combinazione di questi principi impone da una parte la possibilità per il professionista di scegliere la propria attività ma dall'altra obbliga anche i poteri pubblici a rimuovere gli ostacoli che impediscano l'esercizio di tale libertà, dalla quale dipende anche la libertà di scelta dell'utente, ossia il consumatore.
Un ruolo importante spetta al Legislatore che si è già attivato in questo senso con la già menzionata proposta di legge e da successive proposte bi-partisan.
Nel frattempo, però, seguendo le linee guida del CEN (CEN Guide 14:2010), ASSOPROFESSIONI ha avviato con l'UNI l'iter per il riconoscimento delle professioni tramite la stesura di norme tecniche per ogni professione radicata nella nostra economia, al quale può seguire la certificazione indipendente e accreditata dal sistema regolato da ACCREDIA.
Il percorso intrapreso permetterebbe in tempi ragionevoli al cittadino di distinguere il professionista competente e aggiornato dall'improvvisatore, qualificando e regolamentando il mercato pur nella libertà di esercizio.
Il sistema professionale italiano ha così l'opportunità di aderire a un percorso normativo che può portare al riconoscimento de facto delle professioni non regolamentate in una logica di miglioramento continuo. Il campo di applicazione è molto vasto e riguarda anche le professioni, intellettuali o ad elevato contenuto intellettuale, comprese quelle già regolamentate. Grazie alla normazione UNI, sarà infatti possibile delineare le specialità, all'interno delle singole professioni e consentire anche la relativa certificazione.
"Il modello di qualificazione delle professioni che proponiamo - spiega Piero Torretta presidente UNI - ricalca sostanzialmente i decenni di esperienza di applicazione del medesimo modello nell'ambito della caratterizzazione dei prodotti, e più recentemente anche della qualificazione dei servizi. Ai sensi dei Regolamenti comunitari del 2008, infatti, la sorveglianza del mercato può utilizzare la via della certificazione volontaria di prodotti, sistemi, processi, servizi, persone ed organizzazioni seguendo quindi un approccio di autoregolamentazione del mercato libero. Il sistema punta sulla condivisione di specifiche tecniche da parte dei soggetti competenti nelle filiere socio-economiche di interesse e sull'intervento di un soggetto terzo di verifica della conformità a dette specifiche (certificazione)".
Il sistema che ASSOPROFESSIONI, UNI e ACCREDIA intendono mettere in moto è un meccanismo utile ai professionisti e agli utenti, assolutamente volontario, in grado di mettere in evidenza la qualità delle attività dei professionisti che saranno stimolati ad un periodico aggiornamento e verifica.
La norma è in grado di garantire il plus di valore della preparazione e prestazione professionale, la certificazione può attestare e dare riconoscibilità a questa preparazione in favore dei consumatori.
Come ultimo anello del sistema di assicurazione della qualità, ACCREDIA - che è l'ente di accreditamento ufficialmente designato dal Governo - andrà a verificare l'idoneità degli standard utilizzati dai vari enti di certificazione. L'accreditamento garantisce che gli enti di certificazione delle figure professionali operino seguendo principi di competenza, indipendenza ed imparzialità ben codificati. Inoltre, avendo ACCREDIA sottoscritto gli accordi internazionali di mutuo riconoscimento, le certificazioni rilasciate sotto l'accreditamento dell'ente italiano sono in pratica riconosciute in tutto il mondo.
"Sono circa 80 mila - spiega Antonio Paoletti, vicepresidente di ACCREDIA - le figure professionali ad oggi certificate sotto accreditamento. Tra queste, si contano auditor, progettisti, addetti a macchinari speciali, ma anche nuove figure professionali come il certificatore energetico degli edifici. Gli organismi di certificazione professionale sono infatti in grado di operare anche in settori 'nuovi', verificando puntualmente una particolare professionalità in riferimento alla normativa internazionale e controllandone attraverso periodiche visite di sorveglianza il necessario aggiornamento".
"La problematica legata alle professioni è particolarmente sentita in un momento di crisi come questo - aggiunge Giorgio Berloffa presidente di ASSOPROFESSIONI - e l'Unione Europea impone a tutti gli Stati membri di favorire una certificazione dei servizi, per mettere in condizione gli utenti di riconoscere il professionista competente. Solo in questo modo si realizzerà effettivamente la libertà del professionista e del consumatore".
A proposito della normazione europea sulla qualificazione professionale, negli ultimi anni, UNI ha condotto i lavori europei del Working Group 192 per la redazione delle regole per la stesura di documenti normativi sulla qualificazione professionale e nello scorso mese di aprile è stato pubblicata la Guida CEN 14. Si tratta di un importante documento europeo che di fatto attesta formalmente la possibilità di ricorso alle norme tecniche per la qualificazione delle professioni, che ha già registrato decine di esempi in passato, ma in totale assenza di una guida per l'approccio al problema ed alla redazione di norme. In pratica, le regole CEN, e UNI, fino a ieri specificavano come si scrive una norma di prodotto, ma non una norma sulla qualificazione professionale.
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