RISPARMIO ENERGETICO: COMPROMESSO SUGLI EDIFICI A QUASI ZERO ENERGIA
20/11/2009
Addio case colabrodo: a partire dal gennaio del 2021 tutti gli
edifici di nuova costruzione dovranno essere realizzati rispettando
i criteri di eco-efficienza energetica ed utilizzando solo energie
rinnovabili, chiudendo di fatto le falle energetiche che da sempre
hanno portato solo spreco ed aumento dei costi.
Nell'incontro dello scorso 17 novembre, a cui hanno partecipato il Consiglio Ue, la Commissione e il Parlamento europeo, è stata, infatti, revisionata la Direttiva europea sul rendimento energetico degli edifici (EPBD), raggiungendo uno storico accordo tra l'EuroParlamento ed il Consiglio UE su una versione provvisoria della Direttiva, che verrà, con molta probabilità, approvata ufficialmente entro la fine dell'anno.
La versione attuale della Direttiva prevede che i primi a testare gli elevati standard energetici saranno gli edifici delle pubbliche amministrazioni (quelli che forse ne hanno anche più bisogno), con l'obbligo di adeguarsi a partire dall'1 gennaio 2009, mentre i per i privati partirà il tutto dopo il 31 dicembre 2020. La versione iniziale della Direttiva parlava fissava l'obbligo, per gli edifici nuovi e ristrutturati, di un consumo zero di energia a partire dal 2018, ma ritenendolo troppo ambizioso e poco pratico, i 27 Paesi dell'UE hanno condiviso il più plausibile obbligo "quasi zero" (nearly zero) che partirà dopo il 2018 per tutti gli edifici pubblici, e dopo il 2020 per tutti gli edifici residenziali e commerciali.
Per il residenziale ed il commerciale, sarà, inoltre, obbligatorio il rilascio del certificato energetico per tutti i nuovi edifici e per quelli già esistenti in caso di vendita e di locazione. Mentre per il non-residenziale, la Commissione Europea dovrebbe sviluppare, a partire dal 2011, uno schema comune di certificazione. Ma da questo obbligo saranno escluse le piccole abitazioni (inferiori ai 50 mq), le case vacanze utilizzate per non più di 4 mesi all'anno, gli edifici temporanei usati per meno di due anni, gli edifici religiosi, i siti industriali, gli edifici agricoli e i laboratori.
© Riproduzione riservata
Nell'incontro dello scorso 17 novembre, a cui hanno partecipato il Consiglio Ue, la Commissione e il Parlamento europeo, è stata, infatti, revisionata la Direttiva europea sul rendimento energetico degli edifici (EPBD), raggiungendo uno storico accordo tra l'EuroParlamento ed il Consiglio UE su una versione provvisoria della Direttiva, che verrà, con molta probabilità, approvata ufficialmente entro la fine dell'anno.
La versione attuale della Direttiva prevede che i primi a testare gli elevati standard energetici saranno gli edifici delle pubbliche amministrazioni (quelli che forse ne hanno anche più bisogno), con l'obbligo di adeguarsi a partire dall'1 gennaio 2009, mentre i per i privati partirà il tutto dopo il 31 dicembre 2020. La versione iniziale della Direttiva parlava fissava l'obbligo, per gli edifici nuovi e ristrutturati, di un consumo zero di energia a partire dal 2018, ma ritenendolo troppo ambizioso e poco pratico, i 27 Paesi dell'UE hanno condiviso il più plausibile obbligo "quasi zero" (nearly zero) che partirà dopo il 2018 per tutti gli edifici pubblici, e dopo il 2020 per tutti gli edifici residenziali e commerciali.
Per il residenziale ed il commerciale, sarà, inoltre, obbligatorio il rilascio del certificato energetico per tutti i nuovi edifici e per quelli già esistenti in caso di vendita e di locazione. Mentre per il non-residenziale, la Commissione Europea dovrebbe sviluppare, a partire dal 2011, uno schema comune di certificazione. Ma da questo obbligo saranno escluse le piccole abitazioni (inferiori ai 50 mq), le case vacanze utilizzate per non più di 4 mesi all'anno, gli edifici temporanei usati per meno di due anni, gli edifici religiosi, i siti industriali, gli edifici agricoli e i laboratori.
A cura di Ilenia
Cicirello
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