Rapporto CTI: Attuazione della certificazione energetica degli edifici in Italia
05/01/2015
Il 19 dicembre a Roma è stato presentato al MiSE (Ministero dello
sviluppo economico) il "Rapporto 2014 sullo Stato di Attuazione
della Certificazione Energetica degli Edifici in Italia"
redatto dal CTI (Comitato termotecnico italiano) e relativo ai
risultati conseguiti nel 2013.
L’evento è stata l’occasione per fare il punto sulle politiche e azioni attualmente in atto per la promozione dell’efficienza energetica sui decreti attuativi della Legge 90/13 (DM “Requisiti Minimi” e “Linee Guida”).
Nell’edizione 2014 sono stati introdotti anche alcuni elementi di confronto con la realtà della UE. Risulta che l’Italia, nonostante le problematiche che affliggono il settore, è tra le nazioni più avanzate nel settore e che dispone, probabilmente, della maggiore esperienza. L’Italia, di fatto, vanta ben oltre 3,5 milioni di abitazioni certificate (stima relativa al 2013, sicuramente in difetto), ovvero oltre il 50% in più rispetto al 2012.
Nel Rapporto viene precisato che Il quadro nazionale, unico a livello europeo, è stato reso particolarmente complesso dall’art. 17 del D.Lgs. 192/05 che ha introdotto la clausola di cedevolezza. Quest’ultima consente alle Regioni e alle Province Autonome di recepire in modo autonomo la direttiva sulle prestazioni energetiche degli edifici, pur nel rispetto dei principi generali dello stesso decreto. Ciò ha portato allo sviluppo di regole applicative della materia diverse da regione a regione, alla formazione di certificatori energetici con competenze richieste significativamente differenti e a criteri di classificazione degli edifici e a metodologie di calcolo non uniformi.
In questo panorama piuttosto variegato, la certificazione energetica ha dato a livello nazionale comunque i suoi frutti, almeno in termini quantitativi: infatti, il numero di certificati emessi alla data di pubblicazione di questo quarto rapporto, ha superato ampiamente i 3,5 milioni di unità e sono ormai decine di migliaia i tecnici certificatori che svolgono in modo anche esclusivo questa attività professionale.
Da un'analisi qualitativa, qualche dubbio rimane sulla quantità e qualità dei certificati emessi.
Nonostante le criticità, che nessuno deve nascondere perché effettivamente esistono, l’attuazione della certificazione deve essere vista in modo positivo. Ha inciso effettivamente sul mercato delle nuove costruzioni, diventando elemento di traino verso la qualità energetica e, cosa importante, lo ha fatto in un periodo non particolarmente favorevole. Ha diffuso la cultura della qualità energetica tra gli addetti ai lavori ma anche tra i cittadini.
Nella sintesi del rapporto, allegato alla presente notizia, vengono dettagliatamente trattati i seguenti argomenti:
Di notevole interesse il paragrafo 5 relativo all’attuazione della certificazione energetica che tratta i seguenti argomenti:
© Riproduzione riservata
L’evento è stata l’occasione per fare il punto sulle politiche e azioni attualmente in atto per la promozione dell’efficienza energetica sui decreti attuativi della Legge 90/13 (DM “Requisiti Minimi” e “Linee Guida”).
Nell’edizione 2014 sono stati introdotti anche alcuni elementi di confronto con la realtà della UE. Risulta che l’Italia, nonostante le problematiche che affliggono il settore, è tra le nazioni più avanzate nel settore e che dispone, probabilmente, della maggiore esperienza. L’Italia, di fatto, vanta ben oltre 3,5 milioni di abitazioni certificate (stima relativa al 2013, sicuramente in difetto), ovvero oltre il 50% in più rispetto al 2012.
Nel Rapporto viene precisato che Il quadro nazionale, unico a livello europeo, è stato reso particolarmente complesso dall’art. 17 del D.Lgs. 192/05 che ha introdotto la clausola di cedevolezza. Quest’ultima consente alle Regioni e alle Province Autonome di recepire in modo autonomo la direttiva sulle prestazioni energetiche degli edifici, pur nel rispetto dei principi generali dello stesso decreto. Ciò ha portato allo sviluppo di regole applicative della materia diverse da regione a regione, alla formazione di certificatori energetici con competenze richieste significativamente differenti e a criteri di classificazione degli edifici e a metodologie di calcolo non uniformi.
In questo panorama piuttosto variegato, la certificazione energetica ha dato a livello nazionale comunque i suoi frutti, almeno in termini quantitativi: infatti, il numero di certificati emessi alla data di pubblicazione di questo quarto rapporto, ha superato ampiamente i 3,5 milioni di unità e sono ormai decine di migliaia i tecnici certificatori che svolgono in modo anche esclusivo questa attività professionale.
Da un'analisi qualitativa, qualche dubbio rimane sulla quantità e qualità dei certificati emessi.
Nonostante le criticità, che nessuno deve nascondere perché effettivamente esistono, l’attuazione della certificazione deve essere vista in modo positivo. Ha inciso effettivamente sul mercato delle nuove costruzioni, diventando elemento di traino verso la qualità energetica e, cosa importante, lo ha fatto in un periodo non particolarmente favorevole. Ha diffuso la cultura della qualità energetica tra gli addetti ai lavori ma anche tra i cittadini.
Nella sintesi del rapporto, allegato alla presente notizia, vengono dettagliatamente trattati i seguenti argomenti:
- la certificazione energetica
- l’evoluzione del quadro legislativo
- l’evoluzione della normativa tecnica
- l’attuazione della certificazione energetica
- l’azione del CTI
- diagnosi energetica
Di notevole interesse il paragrafo 5 relativo all’attuazione della certificazione energetica che tratta i seguenti argomenti:
- Formaione dei certificatori
- Formazione continua
- Competenze dei certificatori
- Sanzioni
- Accesso alle informazioni
- Accreditamento
- Metodologia di calcolo
- Strumenti di calcolo
- Controlli
- Registri degli APE
- Attestati
- APE depositati
- Elementi di criticità
A cura di Ilenia
Cicirello
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