Recovery Plan: l'Antitrust propone la sospensione del Codice dei contratti
di Redazione tecnica - 24/03/2021
Sospendere l'applicazione del Codice dei contratti e ricorrere alle disposizioni contenute nelle direttive europee in materia di gare pubbliche del 2014 alle procedure interessate dall'erogazione dei fondi europei del Next Generetion EU e alle opere strategiche.
AGCM: le proposte per la Legge sulla concorrenza
È una delle due alternative inviate al Governo dall'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) in merito alle proposte per la legge sulla concorrenza. Non si tratta, dunque, di un pour parler o delle classiche e ormai note chiacchiere da politico navigato in continua campagna elettorale. Ma della proposta del presidente dell’AGCM, Roberto Rustichelli, al Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi.
Una proposta che parte dalla consapevolezza del ruolo cruciale della Pubblica Amministrazione e degli Appalti pubblici che, come messo nero su bianco anche dalla Commissione Europea, "rappresentano una quota sostanziale del PIL degli Stati membri dell’UE e svolgono un ruolo fondamentale nella crescita economica, nel progresso sociale e nel conseguimento di un obiettivo fondamentale di ogni Stato, ossia fornire servizi di qualità ai propri cittadini".
Secondo l'Antitrust "un'amministrazione pubblica efficiente e una regolazione semplice e trasparente costituiscono una pre-condizione essenziale per lo sviluppo competitivo dell'economia italiana in termini di innovazione e crescita".
Per l'AGCM la strada per la crescita avrebbe, però, un ostacolo: la normativa sugli appalti pubblici. Normativa che è stata riformata nel 2016 con la nascita del D.Lgs. n. 50/2016 che ha generato "un labirinto di norme che, di fatto, generano inefficienze nel public procurement".
Le due proposte per il Codice dei contratti e i fondi europei del Next Generetion EU
Secondo l'AGCM le possibili soluzioni per intervenire efficacemente nell'utilizzo dei fondi del Next Generetion EU sarebbero due:
- uno più immediato che consisterebbe nella sospensione del Codice dei contratti limitatamente alle procedure interessate dai fondi europei e alle opere strategiche, con l'applicazione delle direttive Europee del 2014;
- l'altro intervento, di medio periodo, prevedrebbe la revisione del Codice dei contratti nell'ottica di semplificare le procedure, stabilire regole certe e lasciare maggiore discrezionalità alle stazioni appaltanti.
La sospensione del Codice dei contratti
In riferimento alla prima proposta, secondo l'Antitrust la sospensione del Codice risolverebbe le criticità principali, eliminando i vincoli che insistono, tra gli altri, sul subappalto, l'avvalimento, l'appalto integrato, i criteri di valutazione delle offerte, l'obbligo di nomina dei commissari esterni.
Revisione del Codice
La seconda proposta, che richiederebbe un tempo maggiore, dovrebbe prevedere modelli flessibili di affidamento e di esecuzione dei contratti pubblici, la riduzione dei formalismi e degli adempimenti non necessari. Il tutto a vantaggio dell'acquirente pubblico, che potrebbe spendere meglio le risorse assegnate, e delle imprese che in assenza di norme di eccessivo dettaglio avrebbero la possibilità di essere più libere da tutti quegli oneri che ad oggi rendono ingiustificatamente costosa e complessa la partecipazione agli appalti e ne ritardano l'aggiudicazione ed esecuzione.
Specializzazione e digitalizzazione
Secondo l'Antitrust sarebbe necessario intervenire sulla specializzazione delle stazioni appaltanti e la digitalizzazione delle procedure.
Una maggiore specializzazione e qualificazione delle stazioni appaltanti, unita ad una maggiore discrezionalità, otterrebbe il vantaggio di applicare in modo appropriato procedure e criteri di aggiudicazione, senza essere necessariamente costrette ad utilizzare modelli eccessivamente rigidi.
La digitalizzazione consentirebbe di semplificare e rendere più celere la conclusione dei procedimenti amministrativi.
Assistal: 'Recovery plan non rappresenti l’occasione per tornare indietro'
“Abbiamo appreso – ha dichiarato Angelo Carlini Presidente ASSISTAL, l’Associazione Nazionale Costruttori di Impianti, dei Servizi di Efficienza Energetica – ESCo e Facility Management, aderente a Confindustria – della proposta del Presidente dell’ Autorità Antitrust in merito alla sospensione del codice degli appalti per il tempo necessario a realizzare gli investimenti del Recovery plan, formulata nella segnalazione annuale inviata al Governo con le proposte per la legge sulla concorrenza”.
“La storia legislativa degli ultimi 30 anni – ha rilevato Carlini – ha segnato il raggiungimento di un equilibrio normativo, che verrebbe stravolto con il riferimento alle troppo generiche regole comunitarie. L’attuale Codice dei Contratti rappresenta la sintesi di anni e anni di confronto per il miglioramento della regolazione del mercato, per la massima garanzia del miglior risultato per le stazioni appaltanti e per il rispetto dei principi di trasparenza e di par condicio tra gli operatori".
“Ribadiamo - conclude il Presidente ASSISTAL - la necessità per le imprese della certezza del diritto e della stabilità e quindi rifiutiamo questa narrazione secondo la quale per spendere i soldi del Recovery Plan sia consentito ignorare le regole vigenti. Siamo convinti che non sia questa la soluzione ai problemi che attanagliano il Paese da decenni. La soluzione è da ricercare nell’introduzione di correttivi e di percorsi virtuosi di rivisitazione di quei processi che generano lungaggini nelle procedure, anche in termini di organizzazione delle stazioni appaltanti che consenta loro di far fronte agli oneri procedurali. La sospensione delle attuali regole genererebbe una situazione di fragilità del nostro sistema, in primis in merito alla trasparenza, e rappresenterebbe l’ennesima occasione persa per migliorare ed attuare un impianto normativo di per sé funzionale”.
In allegato la relazione completa dell'AGCM.
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