Rent to buy: dal Notariato uno studio su titolo esecutivo e tutela giurisdizionale
16/06/2015
Dopo aver trattato l'argomento dal punto di vista fiscale, fornendo
alcuni chiarimenti alla circolare n. 4 del 19 febbraio 2015 sul
trattamento fiscale da applicare, agli effetti delle imposte
dirette e indirette, ai contratti di godimento in funzione della
successiva alienazione di immobili, il Consiglio Nazionale del
Notariato ha pubblicato il nuovo studio (n. 283/2015-c) Rent
to buy, titolo esecutivo per il rilascio dell'immobile ed
effettività della tutela giurisdizionale.
Il nuovo studio del Notariato analizza la nuova disciplina, introdotta dal legislatore del 2014, dei contratti di godimento in funzione della successiva alienazione di immobili (c.d. rent to buy) sotto il profilo della effettività della tutela giurisdizionale e con particolare riferimento ad una delle maggiori criticità della stessa - cui sono legate le sorti stesse del nuovo istituto - che attiene alla restituzione dell'immobile in ipotesi di inadempimento del conduttore.
Entrando nel dettaglio, lo studio analizza la disciplina del titolo esecutivo e i requisiti che il diritto ivi consacrato deve possedere (certezza, liquidità ed esigibilità), rilevando che, nell'ipotesi di inadempimento del conduttore, se il contratto di rent to buy ha la forma dell'atto pubblico e contiene una clausola risolutiva espressa, nel nostro sistema processuale esiste la possibilità per il proprietario/concedente dell'immobile di agire legittimamente in sede esecutiva per ottenere il rilascio dell'immobile sulla base di un titolo esecutivo stragiudiziale (se del caso, muovendosi in una prospettiva di estremo rigore, ricorrendo anche ad un successivo atto pubblico, complementare rispetto al primo, contenente la dichiarazione del proprietario/concedente dell'immobile di volersi avvalere della clausola risolutiva espressa – cd. titolo esecutivo complesso -) e, dunque, senza passare per un preventivo accertamento giurisdizionale (sia esso a cognizione piena o sommaria) del suo diritto. Allo stesso modo avviene anche con riferimento all'atto pubblico di rent to buy quale titolo esecutivo per il rilascio dell'immobile alla scadenza del contratto.
In allegato lo studio del Notariato.
© Riproduzione riservata
Il nuovo studio del Notariato analizza la nuova disciplina, introdotta dal legislatore del 2014, dei contratti di godimento in funzione della successiva alienazione di immobili (c.d. rent to buy) sotto il profilo della effettività della tutela giurisdizionale e con particolare riferimento ad una delle maggiori criticità della stessa - cui sono legate le sorti stesse del nuovo istituto - che attiene alla restituzione dell'immobile in ipotesi di inadempimento del conduttore.
Entrando nel dettaglio, lo studio analizza la disciplina del titolo esecutivo e i requisiti che il diritto ivi consacrato deve possedere (certezza, liquidità ed esigibilità), rilevando che, nell'ipotesi di inadempimento del conduttore, se il contratto di rent to buy ha la forma dell'atto pubblico e contiene una clausola risolutiva espressa, nel nostro sistema processuale esiste la possibilità per il proprietario/concedente dell'immobile di agire legittimamente in sede esecutiva per ottenere il rilascio dell'immobile sulla base di un titolo esecutivo stragiudiziale (se del caso, muovendosi in una prospettiva di estremo rigore, ricorrendo anche ad un successivo atto pubblico, complementare rispetto al primo, contenente la dichiarazione del proprietario/concedente dell'immobile di volersi avvalere della clausola risolutiva espressa – cd. titolo esecutivo complesso -) e, dunque, senza passare per un preventivo accertamento giurisdizionale (sia esso a cognizione piena o sommaria) del suo diritto. Allo stesso modo avviene anche con riferimento all'atto pubblico di rent to buy quale titolo esecutivo per il rilascio dell'immobile alla scadenza del contratto.
In allegato lo studio del Notariato.
A cura di Gabriele
Bivona
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