Rete Professioni Tecniche ascoltata alla Camera sul problema del POS (Point of Sale)
15/10/2014
Pur ritenendo che quello del POS (Point of Sale) sia solo un
problema fittizio, probabilmente creato ad arte per esasperare
animi già di per sé abbastanza logori, distogliendo l'attenzione da
temi più urgenti, ricevo e pubblico con piacere la circolare del
Consiglio Nazionale degli Ingegneri 9 ottobre 2014, n. 431
recante "Audizione alla Camera della Rete delle Professioni
Tecniche sulla revisione delle norme in materia di POS".
In un periodo di vacche rachitiche come questo, in cui non solo il lavoro è ridotto all'osso ma anche i pagamenti restano a volte solo un miraggio, continuare a parlare di POS che, come correttamente evidenziato dalla nostra redazione, ribadito dal Consiglio Nazionale Forense (leggi news) e rilanciato dal Sottosegretario di Stato all'Economia e alle finanze Enrico Zanetti (leggi news), risulta essere un onere piuttosto che un obbligo giuridico, mi sembra come parlare del costo di uno shampoo con un pelato.
Ciò premesso, come già detto, leggo con piacere la circolare del CNI perché rappresenta un vero e proprio tentativo dei nostri rappresentanti, uniti sotto l'ombrello della Rete delle Professioni Tecniche, di agire direttamente all'interno del Parlamento, piuttosto che continuare a commentare il corso degli eventi a colpi di sterili comunicati stampa. Non che sia contro i comunicati stampa, anzi. Questi, ancor più di qualche anno fa, sono fondamentali per 2 motivi: il primo perché mettono al corrente del lavoro che si sta compiendo e il secondo perché tendono a non isolare il professionista che finalmente può vedere qualcuno che si batte per i suoi diritti. Diritti che, come sapete tutti quanti voi che leggete, sono ormai pochi a favore di un'infinità di doveri che stanno ammanettando la libera professione rendendola schiava d'interessi di parte.
Ma, torniamo alla circolare del CNI.
Il 30 settembre 2014, la RPT è stata ascoltata presso le Commissioni riunite VI (Finanze) e X (Attività produttive) della Camera nell'ambito della Discussione delle risoluzioni n.700391 Alberti e n. 7-00433 Causi, in materia di revisione della disciplina sull'obbligo di accettare pagamenti mediante il POS.
Nel corso dell'incontro, la RPT ha, ancora una volta, ribadito di essere contraria all'obbligo di adozione del POS, a meno che questa non determini ulteriori oneri a carico dei professionisti. La RPT ha, infatti, evidenziato come i già tanti obblighi a cui sono sottoposti i liberi professionisti (formazione continua, assicurazione professionale, abrogazione tariffe, organi di disciplina) abbiano determinato l'insorgere di costi particolarmente elevati.
Per tale motivo, la RPT ha richiesto di ripristinare le condizioni originarie del decreto sul POS che, inizialmente, prevedeva l'applicazione solo per "i pagamenti effettuati all'interno dei locali destinati allo svolgimento dell'attività di vendita o di prestazione di servizio" escludendo, di fatto, i pagamenti ricevuti all'esterno dello studio. Il DM originario, inoltre, prevedeva un regime transitorio in cui per i primi 6 mesi l'obbligo sarebbe andato solo in capo a chi avesse avuto un fatturato superiore a 300.000 euro, con tale limite ridotto a 200.000 euro dopo tale periodo. Impostazioni che, poi, sono state completamente disattese con la pubblicazione del DM 24 gennaio 2014 che ha, invece, esteso l'obbligo di accettazione di pagamenti tramite POS a tutti i professionisti, indipendentemente dai livelli di reddito, dalla tipologia di clientela e dal luogo di erogazione del servizio.
Allego il testo dell'audizione e mi complimento con la Rete delle Professioni Tecniche non tanto per l'iniziativa in sé, ma per essere stata in grado di farsi ascoltare da chi le leggi le dovrebbe scrivere per il bene della comunità intera. A questo punto, la speranza è che la RPT riesca ad avere la forza non solo di farsi ascoltare ma soprattutto di far passare provvedimenti a tutela della nostra professione.
Augurandovi buon lavoro, ricordo che i vostri commenti sono preziosi al fine di aprire un dibattito serio e costruttivo che possa portare idee utili che riporterò al coordinatore della RPT.
© Riproduzione riservata
In un periodo di vacche rachitiche come questo, in cui non solo il lavoro è ridotto all'osso ma anche i pagamenti restano a volte solo un miraggio, continuare a parlare di POS che, come correttamente evidenziato dalla nostra redazione, ribadito dal Consiglio Nazionale Forense (leggi news) e rilanciato dal Sottosegretario di Stato all'Economia e alle finanze Enrico Zanetti (leggi news), risulta essere un onere piuttosto che un obbligo giuridico, mi sembra come parlare del costo di uno shampoo con un pelato.
Ciò premesso, come già detto, leggo con piacere la circolare del CNI perché rappresenta un vero e proprio tentativo dei nostri rappresentanti, uniti sotto l'ombrello della Rete delle Professioni Tecniche, di agire direttamente all'interno del Parlamento, piuttosto che continuare a commentare il corso degli eventi a colpi di sterili comunicati stampa. Non che sia contro i comunicati stampa, anzi. Questi, ancor più di qualche anno fa, sono fondamentali per 2 motivi: il primo perché mettono al corrente del lavoro che si sta compiendo e il secondo perché tendono a non isolare il professionista che finalmente può vedere qualcuno che si batte per i suoi diritti. Diritti che, come sapete tutti quanti voi che leggete, sono ormai pochi a favore di un'infinità di doveri che stanno ammanettando la libera professione rendendola schiava d'interessi di parte.
Ma, torniamo alla circolare del CNI.
Il 30 settembre 2014, la RPT è stata ascoltata presso le Commissioni riunite VI (Finanze) e X (Attività produttive) della Camera nell'ambito della Discussione delle risoluzioni n.700391 Alberti e n. 7-00433 Causi, in materia di revisione della disciplina sull'obbligo di accettare pagamenti mediante il POS.
Nel corso dell'incontro, la RPT ha, ancora una volta, ribadito di essere contraria all'obbligo di adozione del POS, a meno che questa non determini ulteriori oneri a carico dei professionisti. La RPT ha, infatti, evidenziato come i già tanti obblighi a cui sono sottoposti i liberi professionisti (formazione continua, assicurazione professionale, abrogazione tariffe, organi di disciplina) abbiano determinato l'insorgere di costi particolarmente elevati.
Per tale motivo, la RPT ha richiesto di ripristinare le condizioni originarie del decreto sul POS che, inizialmente, prevedeva l'applicazione solo per "i pagamenti effettuati all'interno dei locali destinati allo svolgimento dell'attività di vendita o di prestazione di servizio" escludendo, di fatto, i pagamenti ricevuti all'esterno dello studio. Il DM originario, inoltre, prevedeva un regime transitorio in cui per i primi 6 mesi l'obbligo sarebbe andato solo in capo a chi avesse avuto un fatturato superiore a 300.000 euro, con tale limite ridotto a 200.000 euro dopo tale periodo. Impostazioni che, poi, sono state completamente disattese con la pubblicazione del DM 24 gennaio 2014 che ha, invece, esteso l'obbligo di accettazione di pagamenti tramite POS a tutti i professionisti, indipendentemente dai livelli di reddito, dalla tipologia di clientela e dal luogo di erogazione del servizio.
Allego il testo dell'audizione e mi complimento con la Rete delle Professioni Tecniche non tanto per l'iniziativa in sé, ma per essere stata in grado di farsi ascoltare da chi le leggi le dovrebbe scrivere per il bene della comunità intera. A questo punto, la speranza è che la RPT riesca ad avere la forza non solo di farsi ascoltare ma soprattutto di far passare provvedimenti a tutela della nostra professione.
Augurandovi buon lavoro, ricordo che i vostri commenti sono preziosi al fine di aprire un dibattito serio e costruttivo che possa portare idee utili che riporterò al coordinatore della RPT.
A cura di Gianluca
Oreto - @lucaoreto
© Riproduzione riservata
- Tag: