Riforma Professioni: albo degli Ingegneri aperto ai laureati in Architettura
04/12/2015
Leggi aggiornamento - Dopo gli Ingegneri
iscritti all'albo degli Architetti, anche gli Architetti potranno
iscriversi all'albo degli Ingegneri.
Questa è una delle principali richieste di cui si è parlato durante
un'incontro tra una delegazione del Consiglio Nazionale degli
Ingegneri e il Ministro dell'Istruzione Stefania
Giannini, in cui si è parlato di formazione e accesso all'Albo
degli ingegneri. Con buona pace di chi è sempre stato per la
separazione netta delle competenze professionali, ma probabilmente
soprattutto per venire incontro alla crescente diminuzione delle
entrate degli Ordini professionali, anche gli Ingegneri hanno
richiesto al Ministro dell'istruzione che i laureati in
Architettura V.O. possano sostenere l'esame di abilitazione alla
professione di Ingegnere con conseguente iscrizione all'Albo.
La delegazione del CNI, guidata dal Presidente Armando Zambrano, ha
sottoposto al Ministro un pacchetto di proposte e richieste
precise:
- Riordino della disciplina in materia di formazione universitaria ed accesso all'Albo degli ingegneri.
- Ammissibilità dei laureati in Architettura col vecchio ordinamento a sostenere l'esame di Stato per l'abilitazione alla professione di ingegnere e conseguente iscrizione al relativo Albo.
- Introduzione di un tirocinio facoltativo per gli ingegneri della durata di 6 mesi.
- Promozione della stipula delle convenzioni fra Consigli Nazionali e Università per la formazione continua.
- Intervento rispetto alla bad practice relativa ai docenti che svolgono il ruolo di commissari negli esami di Stato per l'abilitazione professionale.
- Intervento per accelerare la stipula della Convenzione Anvur-Quacing per il riconoscimento delle certificazioni della qualità degli accreditamenti Eur-Ace.
- Nomina dei "membri aggregati" (che intervengono nelle Commissioni per gli esami di Stato qualora manchino esperti nelle materia che formano oggetto delle singole prove), effettuata direttamente da parte degli Ordini provinciali degli Ingegneri.
"Il confronto col Ministro Giannini - ha dichiarato il
Presidente del CNI Zambrano - è stato estremamente utile.
Abbiamo trovato un interlocutore molto disponibile ad affrontare
tutte le problematiche che abbiamo sottoposto e le relative
soluzioni da noi individuate. Dall'allineamento dei corsi
universitari fino al tema dell'ammissione dei laureati in
architettura all'abilitazione alla professione di ingegnere, tutte
questioni importantissime a proposito delle quali il Ministro
Giannini ci ha garantito ampia disponibilità a seguire il percorso
di riforma da noi indicato".
"Su un unico punto - ha continuato il numero uno del CNI -
quello relativo alla riforma dei percorsi universitari
attenenti all'ingegneria, il Ministro ha tenuto a precisare che i
tempi di intervento si preannunciano lunghi. Ma per il resto, come
ad esempio la revisione delle lauree triennali, si tratta di
interventi che potranno trovare nel Ministero un importante
sponsor".
"Alcune iniziative da noi caldeggiate - ha concluso
Zambrano - saranno affrontate direttamente ed autonomamente
dal Ministro. Sulle altre si confronterà con noi, anche perché la
normativa attuale risulta piuttosto complessa e gli ingegneri, in
questo senso, possono offrire un importante contributo".
Nel corso dell'incontro gli ingegneri hanno fatto notare come le
riforme universitarie che si sono susseguite a partire dal 1999 -
in particolare il passaggio dalle lauree col vecchio ordinamento a
quelle triennali (primo livello) e biennali (magistrale), con la
conseguente introduzione del sistema di crediti - abbiano
introdotto dei cambiamenti che hanno avuto un impatto considerevole
anche nel mondo delle professioni regolamentate. Basti pensare
all'introduzione, all'interno degli Albi, della figura del
professionista iunior, rivolta ai laureati di primo livello. Senza
contare la modifica e la regolamentazione dell'accesso alle libere
professioni sulla base della corrispondenza tra classi di laurea e
singole professioni.
Tutto questo, hanno sostenuto gli ingegneri, pone la necessità di
riordinare e uniformare integralmente la disciplina in vigore, al
fine di conferirle una maggiore coerenza e di scongiurare quei
conflitti di interpretazione e di applicazione che attualmente si
registrano.
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