Riforma Professioni, duro il commento di Inarsind
03/12/2012
Nonostante il giudizio complessivo dei Consigli Nazionali degli
Architetti e degli Ingegneri sul Regolamento recante riforma degli
ordinamenti professionali di cui al DPR. n. 137/2012 sia nel
complesso positivo, diverse sono state le problematiche uscite
fuori nel corso della Tavola Rotonda "I professionisti a
confronto con la riforma" promossa da Inarsind il 17
ottobre scorso durante il Made Expo di Milano.
L'evento è stato uno dei primi veri "faccia a faccia" tra i protagonisti che dovranno attuare le norme regolate dal DPR n. 137/2012, ovvero: il presidente del Consiglio nazionale Architetti, Leopoldo Freyrie, il Presidente del Consiglio nazionale degli Ingegneri Armando Zambrano, la presidente di Inarcassa Paola Muratorio, il presidente di Confprofessioni Gaetano Stella, il presidente di Inarsind, Salvo Garofalo, e il presidente di Confedertecnica, Francesco Galluccio.
Il commento degli Architetti e degli Ingegneri
Per i Presidenti del Consiglio nazionale degli Architetti e del Consiglio nazionale degli Ingegneri, il bilancio è nel complesso positivo. Freyrie e Zambrano hanno sottolineato come l'attuale versione del Regolamento provenga da una prima bozza piena di errori e incongruenze che, grazie al tavolo di confronto con le parti, sono stati eliminati per ottenere un risultato complessivamente soddisfacente.
Il commento di Confedertecnica, Inarsind e Confprofessioni
Distante il punto di vista di Confedertecnica, di Inarsind e, in parte, anche di Confprofessioni e Inarcassa.
Molto duro il commento del Presidente Inarsind, Salvo Garofalo, che ha attaccato pesantemente i Consigli Nazionali di Architetti e Ingegneri: "Sia il Consiglio degli Architetti che quello degli Ingegneri sono stati molto bravi ad operare un'azione di lobbying, ma alla fine molti nodi non sono stati sciolti. Si può parlare di una riforma mancata. E questo è un vero peccato perché gli effetti della riforma saranno più marcati sui Liberi Professionisti che non sui dipendenti di Enti pubblici o aziende".
Anche il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, ha sottolineato come la riforma abbia lasciato l'amaro in bocca. "Gli Ordini - ha affermato Stella - hanno cantato vittoria, oggi ho sentito qualcosa di diverso. Considerato il liberista Monti, che ha sempre attaccato le professioni, e l'indirizzo di Catricalà con l'Antitrust ci poteva aspettare qualcosa di peggio. Rimane il fatto - ha concluso Stella - che i professionisti non vengono mai trattati come le imprese. Eppure il settore terziario è un settore in crescita: il mondo confindustriale sta perdendo posti, noi no. Abbiamo fatto un'indagine: nei primi 6 mesi 2012 tra licenziati e assunti il gap è in positivo di 10 mila posti. Ma se teniamo, a chi giova non tenere in considerazione i protagonisti della ripresa?". Il commento di Inarcassa
Molto pesante anche il commento del Presidente di Inarcassa Paola Muratorio che alla domanda del moderatore Ma questa riforma rappresenterà una spinta in avanti per le professioni? ha risposto: "Non vedo in questa riforma nulla che vada incontro all'attività vera professionale. Chi non svolge abitualmente la libera professione non dovrebbe essere iscritto agli albi. Tra l'altro mi sembra, e questo se ben interpretato potrebbe essere il dato positivo della riforma, che il primo articolo parli di professione quindi occorre chiarire che chiunque sia iscritto all'albo deve esercitare la professione e non fare qualcos'altro".
Uno dei punti di discussione: la formazione
Come rilevato anche da altre professioni non presenti alla Tavola Rotonda, uno dei punti dolenti della riforma è la formazione. "Architetti e Ingegneri fanno da sempre formazione, ma io la chiamerei in modo più corretto aggiornamento - ha sottolineato il Presidente di Inarsind, Salvo Garofalo - e su questo non ci sono dubbi: perché le nostre sono figure professionali che stanno sul mercato, e quindi siamo necessariamente aggiornati, o non abbiamo commesse". Anche il Presidente di Confedertecnica, Francesco Galluccio, ha evidenziato: "Sono un professionista, e quando sento parlare di formazione, non mi piace: non perché non sia d'accordo con la necessità di aggiornarmi, ma perché vorrei sapere chi è poi che dovrebbe certificare le mie competenze e in che modo".
La Tavola Rotonda si è conclusa con l'auspicio, da parte di Inarsind, che nel perfezionamento e nell'applicazione della riforma siano prese seriamente in considerazione le richieste del Sindacato: "Abbiamo intenzione di continuare a chiedere un confronto al governo - ha detto Salvo Garofalo - che deve comprendere l'importanza di confrontarsi con chi, ogni giorno, si misura con un mercato complesso, difficile eppure fondamentale per lo sviluppo del paese".
Le proposte di Inarsind
- introdurre una chiara definizione delle funzioni che gli Ordini sono chiamati ad assolvere, senza consentire sovrapposizioni di ruolo e competenze con le organizzazioni di rappresentanza;
- differenziare l'iscrizione agli Ordini Professionali tra liberi professionisti, dipendenti e docenti, come avviene per altre categorie, riservando ai soli liberi professionisti l'esercizio di atti di libera professione;
- prevedere non una formazione permanente basata su accreditamenti, bensì un aggiornamento professionale serio fondato su reali esigenze di informazione e approfondimento direttamente applicabili alla pratica professionale;
- introdurre un'approfondita indagine sull'effettivo fabbisogno di nuovi professionisti nel mercato della professione, al fine di valutare l'opportunità di un contingentamento adeguato delle iscrizioni alle Facoltà universitarie e della sua periodica revisione;
- riaffermare il riconoscimento della terzietà del ruolo del progettista affidando alla pubblica amministrazione solo il ruolo di produzione degli obiettivi e di controllo sul conseguimento di essi.
© Riproduzione riservata
L'evento è stato uno dei primi veri "faccia a faccia" tra i protagonisti che dovranno attuare le norme regolate dal DPR n. 137/2012, ovvero: il presidente del Consiglio nazionale Architetti, Leopoldo Freyrie, il Presidente del Consiglio nazionale degli Ingegneri Armando Zambrano, la presidente di Inarcassa Paola Muratorio, il presidente di Confprofessioni Gaetano Stella, il presidente di Inarsind, Salvo Garofalo, e il presidente di Confedertecnica, Francesco Galluccio.
Il commento degli Architetti e degli Ingegneri
Per i Presidenti del Consiglio nazionale degli Architetti e del Consiglio nazionale degli Ingegneri, il bilancio è nel complesso positivo. Freyrie e Zambrano hanno sottolineato come l'attuale versione del Regolamento provenga da una prima bozza piena di errori e incongruenze che, grazie al tavolo di confronto con le parti, sono stati eliminati per ottenere un risultato complessivamente soddisfacente.
Il commento di Confedertecnica, Inarsind e Confprofessioni
Distante il punto di vista di Confedertecnica, di Inarsind e, in parte, anche di Confprofessioni e Inarcassa.
Molto duro il commento del Presidente Inarsind, Salvo Garofalo, che ha attaccato pesantemente i Consigli Nazionali di Architetti e Ingegneri: "Sia il Consiglio degli Architetti che quello degli Ingegneri sono stati molto bravi ad operare un'azione di lobbying, ma alla fine molti nodi non sono stati sciolti. Si può parlare di una riforma mancata. E questo è un vero peccato perché gli effetti della riforma saranno più marcati sui Liberi Professionisti che non sui dipendenti di Enti pubblici o aziende".
Anche il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, ha sottolineato come la riforma abbia lasciato l'amaro in bocca. "Gli Ordini - ha affermato Stella - hanno cantato vittoria, oggi ho sentito qualcosa di diverso. Considerato il liberista Monti, che ha sempre attaccato le professioni, e l'indirizzo di Catricalà con l'Antitrust ci poteva aspettare qualcosa di peggio. Rimane il fatto - ha concluso Stella - che i professionisti non vengono mai trattati come le imprese. Eppure il settore terziario è un settore in crescita: il mondo confindustriale sta perdendo posti, noi no. Abbiamo fatto un'indagine: nei primi 6 mesi 2012 tra licenziati e assunti il gap è in positivo di 10 mila posti. Ma se teniamo, a chi giova non tenere in considerazione i protagonisti della ripresa?". Il commento di Inarcassa
Molto pesante anche il commento del Presidente di Inarcassa Paola Muratorio che alla domanda del moderatore Ma questa riforma rappresenterà una spinta in avanti per le professioni? ha risposto: "Non vedo in questa riforma nulla che vada incontro all'attività vera professionale. Chi non svolge abitualmente la libera professione non dovrebbe essere iscritto agli albi. Tra l'altro mi sembra, e questo se ben interpretato potrebbe essere il dato positivo della riforma, che il primo articolo parli di professione quindi occorre chiarire che chiunque sia iscritto all'albo deve esercitare la professione e non fare qualcos'altro".
Uno dei punti di discussione: la formazione
Come rilevato anche da altre professioni non presenti alla Tavola Rotonda, uno dei punti dolenti della riforma è la formazione. "Architetti e Ingegneri fanno da sempre formazione, ma io la chiamerei in modo più corretto aggiornamento - ha sottolineato il Presidente di Inarsind, Salvo Garofalo - e su questo non ci sono dubbi: perché le nostre sono figure professionali che stanno sul mercato, e quindi siamo necessariamente aggiornati, o non abbiamo commesse". Anche il Presidente di Confedertecnica, Francesco Galluccio, ha evidenziato: "Sono un professionista, e quando sento parlare di formazione, non mi piace: non perché non sia d'accordo con la necessità di aggiornarmi, ma perché vorrei sapere chi è poi che dovrebbe certificare le mie competenze e in che modo".
La Tavola Rotonda si è conclusa con l'auspicio, da parte di Inarsind, che nel perfezionamento e nell'applicazione della riforma siano prese seriamente in considerazione le richieste del Sindacato: "Abbiamo intenzione di continuare a chiedere un confronto al governo - ha detto Salvo Garofalo - che deve comprendere l'importanza di confrontarsi con chi, ogni giorno, si misura con un mercato complesso, difficile eppure fondamentale per lo sviluppo del paese".
Le proposte di Inarsind
- introdurre una chiara definizione delle funzioni che gli Ordini sono chiamati ad assolvere, senza consentire sovrapposizioni di ruolo e competenze con le organizzazioni di rappresentanza;
- differenziare l'iscrizione agli Ordini Professionali tra liberi professionisti, dipendenti e docenti, come avviene per altre categorie, riservando ai soli liberi professionisti l'esercizio di atti di libera professione;
- prevedere non una formazione permanente basata su accreditamenti, bensì un aggiornamento professionale serio fondato su reali esigenze di informazione e approfondimento direttamente applicabili alla pratica professionale;
- introdurre un'approfondita indagine sull'effettivo fabbisogno di nuovi professionisti nel mercato della professione, al fine di valutare l'opportunità di un contingentamento adeguato delle iscrizioni alle Facoltà universitarie e della sua periodica revisione;
- riaffermare il riconoscimento della terzietà del ruolo del progettista affidando alla pubblica amministrazione solo il ruolo di produzione degli obiettivi e di controllo sul conseguimento di essi.
A cura di Ilenia
Cicirello
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