Riforma professioni: Il restyling degli ordinamenti verso un probabile rinvio
26/04/2012
Con l'articolo 3, commi 5, 5-bis e 5-ter del decreto-legge 13
agosto 2011, n. 138 convertito dalla legge 14 settembre 2011, n.
138, nel testo modificato dall'articolo 10 della legge 12 novembre
2011, n. 183, dell'articolo 33 del decreto-legge 6 dicembre 2011,
n. 201, convertito dalla legge 22 dicembre 2011, n. 300 e, per
ultimo, dall'articolo 9, comma 7 del decreto-legge 24 gennaio 2011,
n. 1 convertito dalla legge 24 marzo 2012, n. 27 (scusate il lungo
e cacofonico riferimento ma ormai le leggi vengono emanate per
successive approssimazioni e il citato articolo 3, ha subito in
soli 7 mesi ben 4 modifiche) viene sancito (sino ad oggi) che
gli ordinamenti professionali dovranno essere riformati, per
recepire i principi di cui alle lettere da a) a g) riportate al
citato comma 5, entro il 12 agosto prossimo con l'aggravante
che, così come disposto dal comma 5-bis, le attuali norme in
contrato con i citati principi verranno, automaticamente,
abrogate dal 13 agosto prossimo anche se non verrà emanato il
Decreto del Presidente della Repubblica che riforma gli ordinamenti
stessi.
E', quindi, grande il pericolo che, nella situazione attuale, a quasi tre mesi dalla scadenza del 13 agosto, ci sia la reale possibilità che la riforma non veda la luce con l'aggravante del fatto che, le attuali norme ordinamentali in contrasto con i seguenti principi:
Ma di fatto tutti gli attuali ordinamenti sono in contrasto con i citati principi e se si dovesse arrivare al 12 agosto nella situzione attuale e senza alcuna novità, ci sarà un caos facilmente immaginabile.
In verità dall'Ufficio legislativo del Ministero della Giustizia guidato da Augusta Iannini giungono notizie di un possibile rinvio a fine anno che potrà essere varato soltanto con legge o con decreto-legge che di fatto modificherà per l’ennesima volta l’articolo 3 del decreto-legge n. 138/2011.
Ricordiamo che, in atto, sono attesi:
Una mancanza di regole certe che fa il paio con la mancanza del lavoro che acuisce la crisi di tutte le categorie professionali.
In allegato il testo dell'articolo 3, commi 5, 5-bis e 5-ter del decreto-legge n. 201/2011, attualmente vigente.
© Riproduzione riservata
E', quindi, grande il pericolo che, nella situazione attuale, a quasi tre mesi dalla scadenza del 13 agosto, ci sia la reale possibilità che la riforma non veda la luce con l'aggravante del fatto che, le attuali norme ordinamentali in contrasto con i seguenti principi:
- ibertà di accesso alla professione;
- obbligatorietà di seguire percorsi formativi continui e permanenti;
- obbligatorietà del tirocinio;
- obbligatorietà di idonea assicurazione a favore dei clienti;
- iistituzione di organi a livello territoriale, diversi da quelli aventi funzioni amministrative, ai quali sono specificamente affidate l'istruzione e la decisione delle questioni disciplinari e di un organo nazionale di disciplina,
Ma di fatto tutti gli attuali ordinamenti sono in contrasto con i citati principi e se si dovesse arrivare al 12 agosto nella situzione attuale e senza alcuna novità, ci sarà un caos facilmente immaginabile.
In verità dall'Ufficio legislativo del Ministero della Giustizia guidato da Augusta Iannini giungono notizie di un possibile rinvio a fine anno che potrà essere varato soltanto con legge o con decreto-legge che di fatto modificherà per l’ennesima volta l’articolo 3 del decreto-legge n. 138/2011.
Ricordiamo che, in atto, sono attesi:
- il regolamento sulle società tra professionisti che dovrebbe essere pronto entro il 12 maggio;
- il decreto ministeriale che dovrà stabilire i parametri delle tariffe per i provvedimenti giudiziali.
Una mancanza di regole certe che fa il paio con la mancanza del lavoro che acuisce la crisi di tutte le categorie professionali.
In allegato il testo dell'articolo 3, commi 5, 5-bis e 5-ter del decreto-legge n. 201/2011, attualmente vigente.
A cura di Gabriele
Bivona
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