SOLUZIONE PER ALCUNI PROBLEMI
24/11/2006
Nonostante si stia, finalmente, ampliando l’utilizzo del
fotovoltaico come fonte di energia alternativa, rimangono ancora
dei problemi di base che non consentono la sostituzione di questa
fonte a quelle tradizionali.
I problemi principali possono essere riassunti in due semplici punti:
- basso rendimento;
- alto costo.
Gli incentivi dello Stato nulla possono per trovare una soluzione a dei problemi che solo la razionalità, lo studio e l’applicazione della mente umana possono superare.
Il costo del silicio, materia prima necessaria per il funzionamento dei pannelli fotovoltaici, continua a crescere giorno dopo giorno, come se a nessuno importasse il rispetto e il miglioramento dell’ambiente (unica e sola risorsa a noi insostituibile).
Per ovviare a questi problemi, si sta sviluppando sempre più velocemente, in particolar modo negli USA, un nuovo tipo di fotovoltaico: il fotovoltaico concentrato.
Attraverso nuove procedure di conversione dell’energia è possibile rendere il fotovoltaico realmente conveniente migliorando l'efficienza delle celle solari e al contempo diminuendo la quantità di silicio necessario a realizzarle.
La particolarità di questo nuovo tipo di fotovoltaico è che usa per la concentrazione della luce dispositivi ottici e robotizzati combinati con chip molto efficienti a grande capacità di conversione della luce in elettricità.
Molte grosse aziende stanno puntando su questa tecnologia, in particolar modo la giapponese Sharp, la Spectrolab, la quale produce celle fotovoltaiche per le missioni spaziali della Nasa, e le californiane Solfocus e Energy Innovations.
Questo tipo di celle sono migliori di quelle normali in quanto hanno tre strati di materiali differenti che riescono a catturare una maggiore quantità di spettro luminoso rispetto al solo silicio.
Utilizzando altri materiali, infatti, tra questi anche la plastica e alcuni metalli, si potrebbe diminuire notevolmente le dimensioni degli impianti (circa il 50%) e gli investimenti necessari per realizzarli - anche perché i materiali in questione sono molto meno costosi.
Ancora la strada è lunga, ma sono due le vie seguite dai ricercatori: concentrare la luce e seguire il movimento del sole per massimizzare le prestazioni.
© Riproduzione riservata
I problemi principali possono essere riassunti in due semplici punti:
- basso rendimento;
- alto costo.
Gli incentivi dello Stato nulla possono per trovare una soluzione a dei problemi che solo la razionalità, lo studio e l’applicazione della mente umana possono superare.
Il costo del silicio, materia prima necessaria per il funzionamento dei pannelli fotovoltaici, continua a crescere giorno dopo giorno, come se a nessuno importasse il rispetto e il miglioramento dell’ambiente (unica e sola risorsa a noi insostituibile).
Per ovviare a questi problemi, si sta sviluppando sempre più velocemente, in particolar modo negli USA, un nuovo tipo di fotovoltaico: il fotovoltaico concentrato.
Attraverso nuove procedure di conversione dell’energia è possibile rendere il fotovoltaico realmente conveniente migliorando l'efficienza delle celle solari e al contempo diminuendo la quantità di silicio necessario a realizzarle.
La particolarità di questo nuovo tipo di fotovoltaico è che usa per la concentrazione della luce dispositivi ottici e robotizzati combinati con chip molto efficienti a grande capacità di conversione della luce in elettricità.
Molte grosse aziende stanno puntando su questa tecnologia, in particolar modo la giapponese Sharp, la Spectrolab, la quale produce celle fotovoltaiche per le missioni spaziali della Nasa, e le californiane Solfocus e Energy Innovations.
Questo tipo di celle sono migliori di quelle normali in quanto hanno tre strati di materiali differenti che riescono a catturare una maggiore quantità di spettro luminoso rispetto al solo silicio.
Utilizzando altri materiali, infatti, tra questi anche la plastica e alcuni metalli, si potrebbe diminuire notevolmente le dimensioni degli impianti (circa il 50%) e gli investimenti necessari per realizzarli - anche perché i materiali in questione sono molto meno costosi.
Ancora la strada è lunga, ma sono due le vie seguite dai ricercatori: concentrare la luce e seguire il movimento del sole per massimizzare le prestazioni.
A cura di Gianluca
Oreto
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