Sardegna: serre fotovoltaiche, la regione pioniera in Italia
23/07/2010
Per la prima volta nell’Isola, e prima regione in Italia, la
Sardegna disciplina l’utilizzo e l'installazione di impianti di
produzione di energia solare fotovoltaica nelle serre. Lo specifico
decreto è stato firmato ieri dall’assessore regionale
dell’Agricoltura, Andrea Prato, ed è stato illustrato questa
mattina a Cagliari alla presenza delle organizzazioni agricole Cia,
Coldiretti e Confagricoltura e dell’En.ri, il Comitato regionale
per le energie rinnovabili. Il provvedimento arriva alla fine di un
lungo lavoro di concertazione con tutti gli attori interessati, tra
i quali soprattutto il mondo agricolo e quello industriale.
Diversi gli obiettivi: favorire la multifunzionalità energetica (consentire cioè un’integrazione del reddito per gli agricoltori) e abbattere i costi di produzione (gasolio, riscaldamento e raffreddamento delle serre). Il decreto stabilisce inoltre che l’installazione di pannelli fotovoltaici sia autorizzata solo in serre produttive (ortofrutta e floro-vivaismo in primis) e che i servizi energetici debbano essere gestiti in prima persona dagli agricoltori o da società miste con capitale a maggioranza nelle mani dei contadini. Tutto questo per evitare speculazioni di vario genere, a danno del mondo agricolo.
"L’obiettivo che la Regione Sardegna si pone in termini di sviluppo nel corso dei prossimi 3 anni (a regime) di 500 Mw in agricoltura con le serre fotovoltaiche – ha spiegato l’assessore Prato - nasce dalla presa di coscienza dell’opportunità di promuovere la multifunzionalità agricola e il rilancio di un comparto vitale per la nostra economia. Ci sono poi altre ricadute da non sottovalutare: un impatto ambientale pari a zero (500 MW equivalgono a 181 tonnellate di petrolio e a una mancata emissione nell’atmosfera di Co2 pari a 543 tonnellate), una produzione agricola competitiva a costi più bassi e gli effetti positivi sull’occupazione visto che i nuovi lavoratori diretti sarebbero circa 6mila”.
Proprio le ricadute occupazionali per il comparto agricolo, unite alla sburocratizzazione dei procedimenti amministrativi, sono state messe in luce da Marco Scalas (presidente regionale di Coldiretti), mentre Gigi Picciau (Confagricoltura Sardegna) ha dato atto all’assessore Prato di aver accolto le istanze del mondo agricolo con un provvedimento che “dà linfa vitale alle aziende rurali della Sardegna”. Soddisfatti anche i rappresentanti dell’En.ri perché "per la prima volta si parla del connubio agricoltura-energie rinnovabili".
SCHEDA
Nel dettaglio, il decreto stabilisce i criteri per la realizzazione di una serra fotovoltaica effettiva: 1. qualifica di imprenditore agricolo; 2. capacità agricola adeguata; 3. livello di illuminamento pari o superiore al 75%.
Sull’ultimo punto, diversi studi attestano come un elevato livello di illuminamento favorisca l'attività agricola sia quantitativamente sia, e soprattutto, in quanto consente potenzialmente la diversificazione delle coltivazioni nell'arco dei 20 anni. Infatti, il vero limite di una serra a bassa luminosità, pur permettendo sicuramente alcune coltivazioni particolari, è quello di non potere, nella sua vita, produrre coltivazioni diverse in sostituzione di quelle coltivate fino a quel momento che, essendo di tipo monoculturale, potrebbero diventare antieconomiche.
Per quanto riguarda gli aspetti tecnici relativi a 500 MW di serre fotovoltaiche effettive, alcuni dati possono aiutare a far comprendere le ricadute per le aziende agricole ma non solo:
© Riproduzione riservata
Diversi gli obiettivi: favorire la multifunzionalità energetica (consentire cioè un’integrazione del reddito per gli agricoltori) e abbattere i costi di produzione (gasolio, riscaldamento e raffreddamento delle serre). Il decreto stabilisce inoltre che l’installazione di pannelli fotovoltaici sia autorizzata solo in serre produttive (ortofrutta e floro-vivaismo in primis) e che i servizi energetici debbano essere gestiti in prima persona dagli agricoltori o da società miste con capitale a maggioranza nelle mani dei contadini. Tutto questo per evitare speculazioni di vario genere, a danno del mondo agricolo.
"L’obiettivo che la Regione Sardegna si pone in termini di sviluppo nel corso dei prossimi 3 anni (a regime) di 500 Mw in agricoltura con le serre fotovoltaiche – ha spiegato l’assessore Prato - nasce dalla presa di coscienza dell’opportunità di promuovere la multifunzionalità agricola e il rilancio di un comparto vitale per la nostra economia. Ci sono poi altre ricadute da non sottovalutare: un impatto ambientale pari a zero (500 MW equivalgono a 181 tonnellate di petrolio e a una mancata emissione nell’atmosfera di Co2 pari a 543 tonnellate), una produzione agricola competitiva a costi più bassi e gli effetti positivi sull’occupazione visto che i nuovi lavoratori diretti sarebbero circa 6mila”.
Proprio le ricadute occupazionali per il comparto agricolo, unite alla sburocratizzazione dei procedimenti amministrativi, sono state messe in luce da Marco Scalas (presidente regionale di Coldiretti), mentre Gigi Picciau (Confagricoltura Sardegna) ha dato atto all’assessore Prato di aver accolto le istanze del mondo agricolo con un provvedimento che “dà linfa vitale alle aziende rurali della Sardegna”. Soddisfatti anche i rappresentanti dell’En.ri perché "per la prima volta si parla del connubio agricoltura-energie rinnovabili".
SCHEDA
Nel dettaglio, il decreto stabilisce i criteri per la realizzazione di una serra fotovoltaica effettiva: 1. qualifica di imprenditore agricolo; 2. capacità agricola adeguata; 3. livello di illuminamento pari o superiore al 75%.
Sull’ultimo punto, diversi studi attestano come un elevato livello di illuminamento favorisca l'attività agricola sia quantitativamente sia, e soprattutto, in quanto consente potenzialmente la diversificazione delle coltivazioni nell'arco dei 20 anni. Infatti, il vero limite di una serra a bassa luminosità, pur permettendo sicuramente alcune coltivazioni particolari, è quello di non potere, nella sua vita, produrre coltivazioni diverse in sostituzione di quelle coltivate fino a quel momento che, essendo di tipo monoculturale, potrebbero diventare antieconomiche.
Per quanto riguarda gli aspetti tecnici relativi a 500 MW di serre fotovoltaiche effettive, alcuni dati possono aiutare a far comprendere le ricadute per le aziende agricole ma non solo:
- ogni MW corrisponde a 1,5 Ha di serre, pertanto con 500 Mw ci sarebbero sul territorio circa 700 ha di serre che, se equamente distribuite nel territorio regionale, comporterebbero un risultato di circa 2 ha di serre per Comune, con un impatto ambientale pari allo zero.
- I dati occupazionali parlano di 8 addetti per ettaro di serra per un totale potenziale di 6.000 nuovi occupati per 500 MW.
fonte www.regione.sardegna.it
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