Sblocca Cantieri, Decreto Crescita, Codice dei contratti, Ecobonus e Sismabonus: il punto di vista di Gabriele Scicolone (Oice)

11/07/2019

Con la pubblicazione in Gazzetta della Legge 14 giugno 2019, n. 55 e della Legge 28 giugno 2019, n. 58, di conversione rispettivamente del D.L. n. 32/2019 (c.d. Sblocca Cantieri) del D.L. n. 34/2019 (c.d. Decreto Crescita) è terminata la fase "calda" pre-estiva che ha visto Governo e Parlamento scontrarsi a forza di emendamenti e voti di fiducia.

Dalla pubblicazione di queste due norme, la prima soprattutto, ne sono venute fuori molte modifiche alle norme che regolano il mondo dei lavori pubblici, ma anche le detrazioni fiscali per interventi di miglioramento energetico e riduzione del rischio sismico. Abbiamo provato a fare il punto intervistando il Presidente dell'OICE Gabriele Scicolone.

1. La conversione il legge del decreto c.d. Sblocca Cantieri arriva dopo lunghi passaggi parlamentari che hanno stravolto l'articolato predisposto dal Governo. Pensa che il testo del D.L. n. 32/2019 ne sia uscita migliorato?

Direi di sì, soprattutto in relazione ad alcuni articolati ventilati nei giorni immediatamente precedenti la conversione in legge. Il lavoro svolto in sede parlamentare, fino alle audizioni degli ultimi giorni, ha consentito di mettere a punto alcune norme che, anche per il nostro settore, non ci erano sembrate del tutto centrate e di accogliere alcuni miglioramenti cui tenevamo. Ad un certo punto ci siamo sentiti in dovere di prendere posizione contro il tentativo di azzerare tutto il lavoro svolto in commissione, cosa che ci sembrava francamente inopportuna; abbiamo apprezzato che alla fine siano prevalsi il buon senso e la voglia di superare divergenze politiche che avrebbero avuto conseguenze non positive per tutti gli operatori del settore e quindi, in ultima analisi, per il Paese.

2. Lo Sblocca Cantieri interviene in modo chirurgico su alcune delle caratteristiche principali che avevano costituito i principi cardine del Codice dei contratti. Ritiene che la strada intrapresa sia corretta?

Per il settore dei servizi di ingegneria e architettura è un dato di fatto che l’approvazione del codice appalti del 2016 abbia determinato un forte rilancio del mercato che, in questi ultimi mesi, ha portato benefici anche nel rilancio della domanda pubblica di lavori. Non ci sembrava necessario toccare principi quali la centralità del progetto esecutivo, anche perché con l’annuncio del varo della riforma organica e del decreto- legge, abbiamo assistito, come era lecito immaginarsi, ad una diminuzione del numero dei bandi di gara, segno che l’incertezza normativa determinata dal nuovo intervento correttivo non aiuta alla stabilizzazione della domanda. Occorre stabilità di regole: in un settore complesso come è questo ogni modifica del quadro regolatorio ha un impatto non indifferente su tutta la filiera degli appalti.

3. Vengono sospese alcune disposizioni del codice fino al 31 dicembre 2020. Pensa che gli appalti ne avranno dei benefici?

Difficile dire, ed è difficile anche per il legislatore se è vero che la stessa legge prevede che a novembre 2020 si dovrà fare una verifica su come saranno andate le cose. Noi rileviamo che ben prima del decreto 32 il mercato si era rimesso in moto e che le difficoltà del settore non sono dovute soltanto al codice, che interviene principalmente sulla fase di gara. I problemi sono, e non da oggi, nel funzionamento delle procedure di approvazione dei progetti. Vedremo se i commissari di gara sapranno per quanto di competenza, sciogliere questi nodi, ma il percorso non è né semplice, né breve.

4. Entriamo nel dettaglio. Viene sospeso fino al 31 dicembre 2020 l'art. 59, comma 1, quarto periodo del Codice relativo all'appalto integrato. Qual è la posizione dell'OICE?

Non siamo mai stati dell’avviso che fosse opportuno riaprire la strada all’appalto integrato che, peraltro, aveva paletti già ben delineati: strumento utile per appalti complessi, innovativi e per i quali l’apporto dell’impresa ha veramente senso. Noi non avremmo toccato neanche una virgola dell’articolo 59, salvo per le due correzioni che avevamo proposto e che con piacere abbiamo visto recepite: la qualificazione dei progettisti associati o individuati dalle imprese e il pagamento diretto del progettista. La norma che è uscita non è comunque chiarissima e darà qualche grattacapo alle stazioni appaltanti. Ad oggi, dal 18 giugno, qualche appalto integrato in più è stato pubblicato: sono 8 in 15 giorni quando la media è 13 in un mese. Non stiamo parlando di un diluvio di bandi per appalti integrati. Vedremo a fine mese, anche se è ancora presto per giudicare.

5. La modifica all'art. 36 del Codice aumenta al milione di euro la procedura negoziata. Pensa sia un rischio per la trasparenza degli appalti?

Su questo punto crediamo che sia sempre meglio qualche garanzia in più in termini di concorrenza e trasparenza, che qualcuna in meno. Al di là di questo è però importante assicurare la possibilità di effettuare controlli efficaci e puntuali anche sulla fase successiva dell’esecuzione, per valutare se l’utilizzo di procedure più snelle e flessibili, comporti anche la realizzazione di lavori di qualità.

6. È chiara la volontà del legislatore di rivedere la parte dell'ANAC. Pensa che l'Italia non sia matura per una regolamentazione flessibile?

Prima ancora che fosse presentato il ddl delega del 2016 avevamo messo in evidenza che la soft law nel nostro Paese non avrebbe risolto i problemi perché gli operatori economici avevano (e ancora hanno) necessità di certezza di regole, in ogni caso vincolanti. Il ritorno al regolamento è quindi positivo in particolare per il nostro settore che ha visto fino ad oggi la disciplina degli affidamenti contenuta in sia pure apprezzate e dettagliate linee guida ANAC che ci auguriamo siano recepite in larga parte nell’emanando regolamento.

7. L'art. 4 dello Sblocca Cantieri istituisce la figura del Commissario Straordinario per gli interventi infrastrutturali ritenuti prioritari, ai quali spetterà l'assunzione di ogni determinazione ritenuta necessaria per l'avvio ovvero la prosecuzione dei lavori, anche sospesi, provvedono all'eventuale rielaborazione e approvazione dei progetti non ancora appaltati, operando in raccordo con i Provveditorati interregionali alle opere pubbliche, anche mediante specifici protocolli operativi per l'applicazione delle migliori pratiche. Cosa ne pensa di questa disposizione?

In generale norme speciali e commissari straordinari non ci entusiasmano anche perché sono il segno e la prova che con le procedure ordinarie non si va da nessuna parte. Noi invece vorremmo un “mondo normale”, ordinario, che funzionasse senza eccezioni e deroghe, senza poteri speciali. Il sogno sarebbe vedere realizzare mondiali di calcio o di sci, che poi sono eventi tutt’altro che “straordinari”, anzi – tra quelli di cui meglio che di altri – si hanno caratteristiche di pianificazione facilitate dall’ineluttabilità dei tempi, nei tempi e ai costi previsti utilizzando le procedure ordinarie. Un obiettivo cui dovremmo tendere tutti, investendo in formazione, digitalizzazione, semplificando i processi e preparando tecnici delle P.a. che siano project manager moderni, ispirati a logiche di problem solving nell’applicazione di regole semplici, chiare e soprattutto stabili. Poi, altra cosa sono le tragedie che hanno effettiva, vera, palpabile, caratteristica di straordinarietà. In buona sostanza: trattiamo in maniera ordinaria ciò che è ordinario e in maniera straordinaria ciò che è straordinario.

8. Sull'incentivo alla progettazione per i tecnici della P.A. c'è stato un continuo ripensamento che ha condotto alla fine il Parlamento a mantenere inalterato l’art. 113, comma 2 del Codice. Crede che i tecnici della P.A. dovrebbero essere valorizzati nella loro funzione di progettisti, oppure si dovrebbero occupare esclusivamente di programmazione e controllo?

Non siamo per l’abolizione degli incentivi, ma da sempre siamo però conviti che compito delle amministrazioni sia quello di programmare e gestire la fase esecutiva del contratto per portare a termine l’opera nei tempi e ai costi previsti. Succede ogni giorno, all'estero e nel mondo privato, non si capisce perché in Italia non debba accadere. Su questo bisognerebbe fare di più incentivando semmai la formazione dei tecnici che dovrebbero diventare veri e propri project manager, anche con il supporto esterno, ove necessario. La progettazione invece non può che essere affidata all’esterno, salvo che la stazione appaltante non sia attrezzata per farla internamente, con tecnici qualificati come lo sono quelli operanti sul mercato, prospettiva che, oltre a non essere plausibile, non è auspicabile.

9. Parliamo adesso del Decreto Crescita (D.L. n. 34/2019) recentemente convertito dalla Legge n. 58/2019. L'art. 30-bis prevede che per la messa in sicurezza degli edifici pubblici adibiti a uso scolastico anche di importo pari o superiore a 200.000 euro e fino alla soglia di cui all'articolo 35, gli enti locali beneficiari di finanziamenti e contributi statali possano utilizzare la procedura negoziata con consultazione, nel rispetto del criterio di rotazione degli inviti, di almeno quindici operatori economici. Ritiene sia corretto?

Vale quanto detto prima e, aggiungo, sarebbe bene prima di avviare i lavori conoscere il livello qualitativo dei progetti e sapere se sia stata acquisita una seria verifica sulla progettazione approvata. Soltanto qualche giorno fa abbiamo visto cosa è successo in una scuola media di Roma, dove soltanto un mese prima sarebbe successa una tragedia. Al di là delle procedure seguite per scegliere le imprese, quello che conta è il progetto e chi lo difende in sede di realizzazione. Non scherziamo con la sicurezza dei nostri bambini e dei nostri ragazzi.

10. L'art. 10 del Decreto Crescita prevede la possibilità di convertire gli incentivi previsti per gli interventi di riqualificazione energetica (ecobonus) e di riduzione del rischio sismico (sismabonus) in uno sconto immediato di pari importo da parte dei fornitori. Soprattutto l'ecobonus è stato molto contestato dalle imprese. Cosa ne pensa l'OICE?

È un intervento quantomeno rischioso che sposta l’onere finanziario del costo dell’intervento sulle imprese ottenendo due importanti risultati negativi. Nessun rilancio del settore, anzi un peggioramento della situazione finanziaria delle imprese, al momento non florida. Concentrazione del mercato verso grandi player con un sicuro aumento dei costi.

Ringrazio il Presidente OICE Gabriele Scicolone per il prezioso contributo e lascio come sempre a voi ogni commento.

A cura di Ing. Gianluca Oreto



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