Servizi di architettura e di ingegneria: I Consigli nazionali rispondono alle nostre domande

18/04/2011

Iniziamo con oggi la pubblicazione delle risposte che il Consiglio nazionale degli architetti pianificatori, paesaggisti e consevatori, il Consiglio nazionale dei geologi e l'Oice che rappresenta le organizzazioni italiane di ingegneria, architettura e consulenza tecnico-economica, hanno dato alle 5 domande da noi poste in merito all'attuale problema dell'affidamento dei servizi di ingegneria e di architettura.
Le domande erano state poste anche al Consiglio nazionale degli Ingegneri che, però, non ha inviato alcuna risposta.

La prima domanda che era la seguente:
Per estendere la possibilità di utilizzare il concorso di progettazione, ritiene corretto modificare le norme relative alla necessità di bandire un concorso di progettazione aggiungendo il caso in cui l'Ente appaltante abbia la necessità di valutare più soluzioni tecnico-progettuali?

Riportiamo, qui di seguito la risposta del Presidente del Consiglio nazionale dei Geologi, Gianvito Graziano:
"Sono del parere che tra le diverse possibilità di gara per l'affidamento dei servizi di progettazione, quella del concorso possa rappresentare l'unico vero strumento premiale nei confronti della qualità e di uno sviluppo coerente di idee progettuali. E potrebbe essere in effetti l'unico vero strumento di affermazione dei giovani professionisti, in quanto verrebbero meno certi presupposti, quali ad esempio il fatturato, per far posto ad un criterio basato sulla migliore proposta di progetto.
Tuttavia mi rendo conto che la procedura concorsuale è più complessa, per cui le stazioni appaltanti tendono a scegliere soluzioni semplici e meno impegnative.
E' pur vero che non per tutte le opere il concorso di progettazione si configura come migliore scelta possibile, soprattutto laddove qualità può significare il raggiungimento dell'obiettivo prioritario di una auspicata restrizione dei tempi di progettazione e di realizzazione di un'opera: mi riferisco ad esempio alle procedure di messa in sicurezza di siti contaminati o alla mitigazione dei rischi idrogeologici per versanti in frana."

Ha fatto seguito la risposta del Vicepresidente del Consiglio nazionale degli Architetti pianificatori, paesaggisti e conservatori nonché Presidente del Dipartimento Lavori Pubblici, Rino la Mendola:
"A prescindere del caso ovvio per il quale la committenza esprima la necessità di valutare più soluzioni, credo che il concorso debba essere adottato in ogni caso quando la prestazione riguarda la progettazione di lavori di particolare rilevanza sotto il profilo architettonico, ambientale e storico-artistico.
Ritengo che affidare incarichi di questo tipo, facendo ricorso a parametri di selezione quantitativi, come il ribasso dell'onorario o la valutazione del fatturato del concorrente, sia mortificante, oltre che per la dignità dello stesso professionista, anche per la qualità delle prestazioni professionali e, quindi, delle nostre opere pubbliche.
Tale forma di selezione dovrebbe essere comunque affrancata dalle lungaggini burocratiche che ne determinano, in atto, un uso estremamente ridotto e dovrebbe essere resa più trasparente, introducendo il pubblico sorteggio per l'individuazione dei membri delle giurie, in seno ad appositi elenchi di esperti, in possesso di capacità analitica e critica dell'architettura (redatti, previa pubblicazione, presso la pubblica amministrazione e presso gli Ordini professionali).
Sono tuttavia consapevole che, in relazione all'oggetto dei lavori, non sempre il concorso è lo strumento più adatto, per cui è indispensabile puntare anche a procedure di affidamento alternative, veloci, ma che al tempo stesso siano in grado di garantire qualità, trasparenza, rotazione, non discriminazione ed incentivi per i giovani."

Il Presidente dell'Oice Braccio Oddi Baglioni ha così risposto:
"Il ricorso al concorso di idee e di progettazione, da svolgere a discrezione dell'Amministrazione, deve essere predisposto solo in resenza di un DPP. Questo consentirebbe maggiore certezza del risultato finale. A questo proposito è necessario ripensare a tutto il sistema concorsi con una riflessione sulle commissioni giudicatrici, le modalità di affidamento e soprattutto la certezza della realizzazione, anche contemplando una verifica preliminare per la corrispondenza delle proposte presentate al citato DPP.
Le commissioni giudicatrici vanno composte estraendo professionisti di varia origine per garantire la rappresentatività di tutti i soggetti del mondo della progettazione. Le proposte progettuali non rispondenti ai requisiti non devono partecipare alla successiva fase di valutazione della proposta progettuale. Per garantire la massima partecipazione, anche ai giovani professionisti e agli studi più piccoli, è opportuno instaurare procedure snelle, modalità di presentazione semplici (anche una sola tavola) in modo da premiare l'idea e non la sua presentazione, garantire premi al vincitore e ai primi classificati e rimborsi spese ai segnalati.
L'opera oggetto del concorso dovrà prevedere l'obbligatorietà di coinvolgere il vincitore nelle fasi successive della progettazione e della realizzazione dell’opera in vari modi (supervisione, partecipazione alla progettazione, direzione lavori) anche in relazione al possesso dei requisiti. Solo così, a nostro avviso, si possono mantenere le caratteristiche e la qualità dell'intervento dall'ideazione alla esecuzione."

Domani le risposte alla seconda domanda.

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A cura di Paolo Oreto


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