Servizi di architettura e di ingegneria: I Consigli nazionali rispondono alle nostre domande

19/04/2011

Completiamo oggi la pubblicazione delle risposte che Gianvito Graziano Presidente del Consiglio nazionale dei geologi, Rino La Mendola Vicepresidente del Consiglio nazionale degli architetti pianificatori, paesaggisti e consevatori e Presidente del Dipartimento Lavori Pubblici e Braccio Oddi Baglioni Presidente dell'Oice che rappresenta le organizzazioni italiane di ingegneria, architettura e consulenza tecnico-economica, hanno dato alle 5 domande da noi poste in merito all'attuale problema dell'affidamento dei servizi di ingegneria e di architettura.
Le domande erano state poste anche al Consiglio nazionale degli Ingegneri che, però, non ha inviato alcuna risposta.

Le risposte alla prima domanda sono state riportate in una notizia di ieri mentre oggi riportiamo le risposte alle ulteriori quattro domande.

La seconda domanda era la seguente:
Quali modifiche introdurrebbe per velocizzare i concorsi di progettazione?
Alla stessa sono state date le seguenti risposte.

Gianvito Graziano:
"E' facile dire che occorre snellire le procedure e diminuire la burocrazia. Ma forse il fronte su cui puntare potrebbe essere quello dei servizi on line. In analogia alla posta elettronica certificata, si potrebbe pensare all'utilizzo di procedure di concorso informatizzate, che consentirebbero anche ai partecipanti di ridurre enormemente le proprie spese, almeno quelle di stampa e di viaggio."

Rino La Mendola:
"Punterei su un elenco molto più snello di elaborati e su procedure di partecipazione telematica. Ciò consentirebbe di ridurre costi e tempi, pur non compromettendo la rappresentazione dell’idea progettuale da valutare."

Braccio Oddi Baglioni:
Nessuna risposta

La terza domanda era la seguente:
Ritiene che per l'affidamento dei servizi di ingegneria e di architettura la direttiva 2004/18/CE prescriva come unico criterio quello dell'offerta economicamente più vantaggiosa o la scelta di utilizzare tale unico criterio sia stata autonoma del legislatore italiano?
Alla stessa sono state date le seguenti risposte.

Gianvito Graziano:
"Mi sembra sorprendente che un regolamento di attuazione possa modificare la legge, tuttavia rilevo che finalmente il legislatore ha compreso che il criterio del massimo ribasso, soprattutto in un Paese che pone una domanda di servizi tecnici di molto inferiore all'offerta, sia devastante anche in un regime di libero mercato. Assistiamo ad una leggera inversione di tendenza. Chissà se ci si accorgerà che le tariffe minime forse non erano poi un ostacolo alla crescita del Paese.
Credo però che si debbano trovare anche altre soluzioni, magari andando a monte del problema. Dovremmo chiederci perchè in Italia la presenza di professionisti di area tecnica per unità di territorio sia tra le più alte d'Europa."

Rino La Mendola:
"E' stato il legislatore italiano a varare un regolamento (DPR 207/2010) che punta unicamente sull'offerta economicamente vantaggiosa, anche se vi è una corrente di pensiero che avanza qualche dubbio di "interferenza normativa" con l'art.81.comma 1 del codice."

Braccio Oddi Baglioni:
"No, la direttiva comunitaria, basta leggere il testo, lascia alla PA la libertà di scegliere in base all'appalto, tra offerta più vantaggiosa e ribasso, ma noi come OICE riteniamo indispensabile, per i servizi di ingegneria e architettura (ma anche in via generale per tutti gli appalti, anche di lavori che non abbiano caratteristiche di semplicità e ripetitività), prevedere l'esclusivo ricorso all'OEPV, unico criterio in grado di verificare il livello qualitativo, tecnico e professionale degli affidatari. Per questa tipologia di servizi il criterio del prezzo più basso è assolutamente da eliminare. Anche perché il costo del progetto incide solitamente con una percentuale del 5 per cento su tutto l'appalto."

La quarta domanda era la seguente:
Per gli affidamenti sotto la soglia comunitaria, ritiene che nel caso si possa utilizzare nuovamente il criterio del prezzo più basso, sia possibile l'esclusione automatica delle offerte anomale trovando, anche, un meccanismo che riesca a limitare i ribassi ?
Alla stessa sono state date le seguenti risposte.

Gianvito Graziano:
"Ritengo non solo che sia possibile, ma che sia indispensabile. La mia idea, che poi è quella che anni fa portammo avanti come CUP Sicilia, è che la migliore soluzione possibile (forse è il caso di dire la meno peggio) sia quella del taglio di una sola ala, ovvero quella più alta, con l'aumento del 10% della media risultante ed esclusione automatica delle offerte maggiori della aliquota percentuale risultante."

Rino La Mendola:
"In tale ipotesi, credo che lo scarto automatico dell'offerta anomala sia assolutamente indispensabile per ridurre i ribassi degli onorari, magari con il taglio della sola ala superiore, sul modello dell'art. 24 del testo coordinato della L.109 con la Legge della Regione Sicilia n° 7/2002 (soluzione migliore per contenere i ribassi, rispetto a quella di cui all'art. 86 comma 1 del codice).
In tal caso, al fine di evitare il conflitto con gli orientamenti della Corte di Giustizia Europea, le selezioni dovrebbero essere aperte ad un numero di partecipanti non inferiore a dieci.
Sono del tutto contrario, invece, allo scarto delle offerte con procedura di verifica dell'anomalia da parte del RUP (artt.86 e 87 del codice) . Tale dispositivo carica il RUP di notevoli responsabilità, non garantisce certamente adeguata trasparenza e produce contenziosi che spesso finiscono per bloccare l'impiego dei flussi finanziari europei."

Braccio Oddi Baglioni:
"In base al comma 8 del Codice dei contratti pubblici è già possibile l'esclusione automatica delle offerte anomale fino a 100 mila euro. Noi proponiamo di alzare questa soglia a 193 mila euro come prevedono le direttive europee. Gli affidamenti sotto soglia, invece, vanno attentamente disciplinati per garantire la trasparenza e la rotazione degli incarichi. Una possibile modalità di affidamento per gli incarichi tra € 20.000,00 e € 100.000,00, potrebbe anche avvenire tramite curricula e presentazione di una proposta progettuale (max formato A2) composta da soli schizzi e schemi al fine di valutare un'ipotesi progettuale specifica sull'area d'intervento. È opportuno rendere obbligatoria la verifica della pubblicizzazione dell'incarico affidato e le sue motivazioni, con un preciso riscontro delle esigenze professionali richieste. Ciò può contribuire a migliorare la trasparenza e la rotazione nell'affidamento degli incarichi, ponendo alla luce del sole le decisioni delle amministrazioni pubbliche."

La quinta domanda era la seguente:
Ritiene trasparente l'attuale sistema di aggiudicazione del criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa?
Alla stessa sono state date le seguenti risposte.

Gianvito Graziano:
"Sinceramente no, perchè fissando a priori per ciascuna gara le soglie del ribasso massimo e del tempo di esecuzione, la procedura si concentra sulla relazione metodologica, la cui valutazione mi sembra troppo discrezionale. Occorrerebbero almeno dei criteri minimi di valutazione oggettiva.
Si potrebbe poi puntare sulla composizione delle giurie, i cui componenti, oltre che competenti, dovrebbere essere scelti a sorteggio."

Rino La Mendola:
"La trasparenza in questo tipo di gare, in cui vi è un certo margine di discrezionalità, può essere garantita sufficientemente soltanto impedendo che l'ente appaltante possa procedere alla nomina diretta dei componenti della commissione giudicante, che potrebbe, ad esempio, essere composta da un professionista di chiara fama, da due rappresentanti dell'amministrazione appaltante e da due rappresentanti degli Ordini professionali. I rappresentanti dell'Ente appaltante e degli Ordini dovrebbero essere però selezionati, in seno ad un apposito elenco di esperti, attraverso un sorteggio pubblico. Infine, per la trasparenza, dovrebbe essere stabilita una griglia per la valutazione dell'adeguatezza dell'offerta (a) e delle caratteristiche metodologiche (b), altrimenti fioriranno i ricorsi e sarà fortemente rallentato il processo degli affidamenti e, quindi, della realizzazione delle opere pubbliche."

Braccio Oddi Baglioni:
"Credo di aver già risposto in precedenza: è l'unico sistema che garantisce un esame approfondito della qualità del progetto da tutti i punti di vista."

Notiamo come le risposte del Vicepresidente del Consiglio nazionale degli architetti e del Presidente del Consiglio nazionale dei geologi siano perfettamente in sintonia mentre leggiamo qualche distinguo nelle risposte del Presidente dell'Oice specialmente per quanto concerne la terza e la quinta domanda.
In allegato, comunque, le risposte integrali di Gianvito Graziano, Rino La Mendola e Braccio Oddi Baglioni.

Per ultimo comunichiamo i risultati alla data di oggi del sondaggio la cui domanda era la seguente:
"Al fine di garantire la trasparenza della procedura, la velocità dell'aggiudicazione e la qualità del progetto, ritieni che il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa (unico criterio dal prossimo 8 giugno) sia il più corretto? "
Sino ad oggi i votanti sono stati oltre 400 con una percentuale di "NO" pari al 53,4%. Dalle risposte è possibile desumere che la maggioranza di coloro che hanno risposto al sondaggio ritengono che il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa (ovviamente, così come adesso è normato) non è il più corretto.

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A cura di Paolo Oreto


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